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lunedì 26 gennaio 2015

IV Domenica del tempo ordinario


Dal libro del Deuterònomio (Dt 18,15-20)

Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”».

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 7,32-35)

Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21-28)

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

 

In questa Quarta Domenica del Tempo Ordinario, entriamo nel vivo del racconto di Marco. Infatti dopo il titolo («Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio», Mc 1,1), il trittico sinottico (Battesimo di Giovanni Battista, Battesimo di Gesù e Tentazioni nel deserto, Mc 1,2-13) e il prologo letto e meditato domenica scorsa (Mc 1,14-20), dal v. 21 inizia il vero e proprio racconto della storia di Gesù.

La prima serie di episodi raccontati a partire dal versetto 21, fino a Mc 3,6, hanno «come motivo ricorrente una annotazione geografica: Cafarnao e il suo lago. Anzi la prima parte (1,21-34) costituisce una “giornata” [tipo] di Gesù. […] Ed è una giornata di sabato, come si dice all’inizio e come si lascia capire alla fine (le folle aspettano il tramonto del sole, cioè la fine del riposo sabbatico, per portare a Gesù gli ammalati)» [B. Maggioni, il racconto di Marco, Cittadella Ed., Assisi 199912, 40].

La liturgia della Parola spezza questa “giornata tipo” su due domeniche, la IV e la V del Tempo Ordinario (B). Ciò di cui ci dobbiamo occupare oggi è perciò quello che accade in questa prima parte di questa “giornata tipo”, non dimenticando che essa si completerà nel brano di vangelo di domenica prossima.

Il primo atto di questa vicenda consiste nell’entrare di Gesù – di sabato – nella sinagoga di Cafarnao.

domenica 18 gennaio 2015

III Domenica del Tempo ordinario


 

Dal libro del profeta Giona (Gn 3,1-5.10)

Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 7,29-31)

Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

 

In questa terza domenica del tempo ordinario, il testo del vangelo di Marco ci annuncia l’inizio dell’attività pubblica di Gesù.

Settimana scorsa abbiamo visto questo stesso “iniziare” di Gesù, secondo il vangelo di Giovanni.

In entrambi i casi, si tratta di andare a vedere quel messia tanto atteso che invece che presentarsi sul palcoscenico come una rockstar, si mischia tra i fans. Come si è dato questo mescolarsi tra la gente?

lunedì 12 gennaio 2015

II Domenica del tempo ordinario


Dal primo libro di Samuèle (1Sam 3,3-10.19)

In quei giorni, Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”». Samuèle andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuéle, Samuéle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (1Cor 6,13-15.17-20)

Fratelli, il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

 

Domenica scorsa abbiamo celebrato la festa del Battesimo del Signore: essa concludeva il Tempo di Natale e inaugurava il Tempo Ordinario; non a caso il vangelo faceva riferimento al primo atto della vita pubblica di Gesù, il Battesimo al Giordano, appunto.

Si è trattato dunque di una “domenica ponte”.

Questa settimana, invece, a tutti gli effetti inizia il Tempo Ordinario. In questa prospettiva mi sembra interessante che tutte e tre le letture narrino l’“inizio” di qualche storia: quella di Samuele, quella della comunità cristiana di Corinto, quella di Gesù e dei suoi discepoli.

Come a dire che ciò su cui è ora necessario sintonizzarsi è l’inizio, gli inizi: quelli originari della nostra vita, della nostra fede, delle nostre relazioni, delle nostre scelte, ma anche quelli congiunturali, quotidiani… i nuovi inizi a cui siamo sempre in qualche modo chiamati dalla storia.

In questo senso la coincidenza con il ricominciamento dell’anno sociale, la riapertura delle scuole, ecc… è un’ulteriore convergenza verso questo invito a soffermarsi sull’iniziare o il ri-iniziare.

lunedì 5 gennaio 2015

Battesimo del Signore


Dal libro del profeta Isaìa (Is 55,1-11)

Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (1Gv 5,1-9)

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

Prima di scrivere il commento per questa domenica, in cui la Chiesa ci invita a fare memoria del Battesimo di Gesù, sono andata a rileggermi quanto avevo pensato negli anni scorsi, perché – essendo questa una festa che si ripete puntualmente ad ogni gennaio – non volevo ritrovarmi a scrivere le stesse cose…

In realtà è difficile sfuggire all’unica cosa importante da dire sui testi che narrano il battesimo di Gesù – che è anche quanto mettevo in luce in passato –, e cioè che la cosa particolare è proprio che Gesù si sia fatto battezzare. Il problema cioè è che il Figlio di Dio, colui che libera l’uomo dai suoi peccati, si metta in fila con i peccatori, come se lui stesso avesse bisogno di un battesimo di conversione.

Perciò – anche a costo di ripetermi – vorrei tornare anche quest’anno su questo punto: perché Gesù si fa battezzare da Giovanni?

Nel tempo di avvento abbiamo incontrato più volte la figura del Battista e abbiamo messo in luce come il suo intento fosse quello di “risvegliare” il popolo di Israele nell’attesa del messia: tutta la sua predicazione infatti aveva di mira proprio l’annuncio che qualcosa di grande stava per accadere e perciò era necessario prepararsi.

Gesù – che noi sappiamo essere la “cosa” importante che Giovanni aspettava – quando si presenta sulla scena, invece di farsi riconoscere, di presentarsi in maniera chiara come l’atteso, si mette in fila tra coloro che volevano ricevere il battesimo per essere pronti a ricevere l’arrivo del Signore, preannunciato da Giovanni.

È un po’ complicato e fa quasi ridere, ma è così: il Signore si mette in fila con gli uomini che volevano ricevere il battesimo per essere pronti per l’arrivo del Signore.

Come se un cantante famoso che deve fare un concerto in una città, quando arriva l’ora in cui si accendono le luci del palco, non ci sale, perché è mischiato in mezzo alla folla dei suoi fans.

Che delusione… direbbero i fans…

O che meraviglia… dovremmo dire noi.
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