Vi sono due specie di santi: vi sono i santi dalla psiche disgraziata e difficile, la compagnia degli angosciati, degli aggressivi e dei cattivi, tutti quelli che portano il peso dei determinismi.
Vi sono quelli che non affascineranno mai gli uccelli del cielo e non accarezzeranno mai il lupo di Gubbio;
quelli che cadono e cadono ancora;
quelli che piangeranno fino alla fine, non perché avranno sbattuto la porta un po’ troppo forte, ma perché commettono ancora quella colpa sordida, inconfessabile.
V’è l’immensa folla di quelli la cui santità non brillerà mai quaggiù nella loro vita psichica, e non si alzerà che l’ultimo giorno per risplendere infine in perpetuas aeternitates.
Sono i santi senza nome.
E, di fianco a loro, vi sono i santi della psiche felice, i santi casti, forti e dolci, i santi modello, canonizzati e canonizzabili;
quelli il cui cuore liberato è grande come le sabbie sulle spiagge del mare, quelli il cui cuore canta già come un’arpa armoniosa la gloria di Dio;
i santi ammirevoli che suscitano il rendimento di grazie, nei quali tocchiamo l’umanità toccata dalla grazia.
…Chi è il santo?
Modello di perfezione o figlio del perdono?
A nuovi bisogni, santi nuovi. Dio aggiorna il Vangelo: lo Spirito modella nuovi profili. Eccoci entrati nell’era della “santità dei miserabili”. Tempo della grande miseria, tempo della grande misericordia.
…la stoffa umana è ormai a brandelli, non avremo più eroi.
Non più eroi, ma molti santi.
Forse non santi da offrire come esempio di “perfezione”, ma amici di Dio da ricevere come segno di consolazione.
Un santo sarà sempre meno un modello di perfezione e sempre più un figlio del perdono.
Santi della razza del buon ladrone.
La bellezza di un santo non è quella di un indossatore, ma quella di un volto ferito: la santità si misurerà dalla vulnerabilità.
Poiché ecco tutto è rovesciato. Più un uomo porta un handicap pesante, più questo stesso peso lo trascina nel centro del cuore di Dio.
E questo stesso peso è la sua gloria.
Più un essere è ferito dalla vita, più è amato da Maria. Più è rifiutato dagli uomini, più è protetto da Dio.
Tanto più ferito, tanto più amato.
..Il santo è colui che è talmente peccatore che Dio è tutto per lui
…Dio trasforma i difetti psicologici, le ferite affettive, in grazie di purificazione passive e attive.
Dio fa diventare delle fonti queste stesse ferite. Tante più ferite, tante più fonti.
Fonti dello Spirito Santo per il nostro mondo.
Fonti di guarigione per la nostra umanità malata…
…sì coloro che il male metterà in croce saranno coloro che l’amore avrà segnato.
…le nostre città sono popolate da più santi che assassini!
Ed anche gli assassini possono diventare santi, poiché il primo canonizzato – e da Dio stesso! – lo era senza dubbio: il bandito crocifisso di fianco alla Luce.
Scoprendovi il suo Re e il suo fratello…
quelli che cadono e cadono ancora;
quelli che piangeranno fino alla fine, non perché avranno sbattuto la porta un po’ troppo forte, ma perché commettono ancora quella colpa sordida, inconfessabile.
V’è l’immensa folla di quelli la cui santità non brillerà mai quaggiù nella loro vita psichica, e non si alzerà che l’ultimo giorno per risplendere infine in perpetuas aeternitates.
Sono i santi senza nome.
E, di fianco a loro, vi sono i santi della psiche felice, i santi casti, forti e dolci, i santi modello, canonizzati e canonizzabili;
quelli il cui cuore liberato è grande come le sabbie sulle spiagge del mare, quelli il cui cuore canta già come un’arpa armoniosa la gloria di Dio;
i santi ammirevoli che suscitano il rendimento di grazie, nei quali tocchiamo l’umanità toccata dalla grazia.
…Chi è il santo?
Modello di perfezione o figlio del perdono?
A nuovi bisogni, santi nuovi. Dio aggiorna il Vangelo: lo Spirito modella nuovi profili. Eccoci entrati nell’era della “santità dei miserabili”. Tempo della grande miseria, tempo della grande misericordia.
…la stoffa umana è ormai a brandelli, non avremo più eroi.
Non più eroi, ma molti santi.
Forse non santi da offrire come esempio di “perfezione”, ma amici di Dio da ricevere come segno di consolazione.
Un santo sarà sempre meno un modello di perfezione e sempre più un figlio del perdono.
Santi della razza del buon ladrone.
La bellezza di un santo non è quella di un indossatore, ma quella di un volto ferito: la santità si misurerà dalla vulnerabilità.
Poiché ecco tutto è rovesciato. Più un uomo porta un handicap pesante, più questo stesso peso lo trascina nel centro del cuore di Dio.
E questo stesso peso è la sua gloria.
Più un essere è ferito dalla vita, più è amato da Maria. Più è rifiutato dagli uomini, più è protetto da Dio.
Tanto più ferito, tanto più amato.
..Il santo è colui che è talmente peccatore che Dio è tutto per lui
…Dio trasforma i difetti psicologici, le ferite affettive, in grazie di purificazione passive e attive.
Dio fa diventare delle fonti queste stesse ferite. Tante più ferite, tante più fonti.
Fonti dello Spirito Santo per il nostro mondo.
Fonti di guarigione per la nostra umanità malata…
…sì coloro che il male metterà in croce saranno coloro che l’amore avrà segnato.
…le nostre città sono popolate da più santi che assassini!
Ed anche gli assassini possono diventare santi, poiché il primo canonizzato – e da Dio stesso! – lo era senza dubbio: il bandito crocifisso di fianco alla Luce.
Scoprendovi il suo Re e il suo fratello…
DANIEL ANGE
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[…monaco francese contemplativo, teologo e mistico, dopo trent’anni di vita contemplativa … decise di dedicare il resto della sua vita all’evangelizzazione dei giovani fondando a Vabre in Francia un centro dal nome Jeunesse-Lumiere (luce della giovinezza), la prima scuola di evangelizzazione cattolica in Europa, basata sull'intuizione che i veri apostoli dei giovani sono i giovani…]
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