L’emendamento sopravviverà solo qualche ora. Inammissibile a prima vista, il Parlamento saprà respingerlo subito. Ma sarà durato comunque troppo. Il solo fatto che si proponga di limitare un diritto soggettivo come la cassa integrazione a lavoratori che pure hanno contribuito al relativo fondo – per la semplice ragione che sono nati altrove – appare aberrante. Di eccezione in eccezione, sul piano pratico, si rischia di smontare tutele e diritti. Fino a renderli nulli per tutti. Soprattutto, però, una tale proposta è espressione di quella mentalità che, nel compagno di lavoro come nel cittadino che ci passa accanto, non vede una persona ma un "qualcosa" diverso da sé. E non riconoscere nell’altro se stessi è l’aprirsi di un abisso nel quale tutto diventa possibile. in Avvenire.it
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sabato 28 novembre 2009
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7 commenti:
E' questo il mio timore. Come essere?
L'unico atteggiamento concreto è stare vicino e fra le persone, combattere le loro ingiustizie.
Qualcuno mi vuole dare spiegazioni sui gruppi missionari? Sui GIM? Dove sono, come si muovono?
Grazie
stare vicino e fra le persone, appunto, come scrivevi poi anche nell'altro commento.
la mia domanda invece è: come essere con chi le ingiustizie le commette?
se fosse un mio amico a commetterle?
prendere posizione con fermezza ma calma, sembrerebbe l'unica scelta possibile per non omettere quel che è in fondo è necessario riaffermare (per esempio la dignità dello straniero), ma al tempo stesso non chiudere o persino serrare le porte sul rapporto con l'altro.
eppure non sono ancora convinta che sia tutto qui.
Ti assicuro che contro chi commette ingiustizie faccio MOLTA fatica ad essere calma o usare IRONIA. E' un mio limite, un mio peccato? Ma io non desidero diventare SANTA, desidero VIVERE come posso, quando posso con tutti i miei limiti, con tutta la mia passione, con tutta la mia energia.... fin quando, spero il mio Gesù mi darà la forza di essere e poi, in futuro, sarò costretta a cambiare dalla storia della mia vita.In questo periodo ti assicuro che mi accontento di piccole cose, piccolissime... come scaricare da internet una NOVENA PER L'IMMACOLATA e tutte le mattine recitarne un pezzettino per nove giorni e scoprire che è bello discorrere con la Nostra Madre.
ne sono certa, le tue parole in maiuscolo parlano chiaro.
lungi da me stabilire se il tuo atteggiamento va o non va, d'altronde anche volessi farmi un'opinione non ti conosco per nulla.
tieni presente comunque che la mia "proposta" non era un'indicazione generica e super-partes da affibiare ad altri, ma quel che personalmente mi viene più spontaneo pensare e fare - o almeno provarci.
il mio è un ragionamento, "tra me e me" ma anche aperto a chiunque abbia qualcosa da dire (altrimenti non l'avrei scritto), che muove dalle mie esperienze.
ed in particolare dal fatto che una persona a me molto intima mi ha da poco mostrato un suo modo di essere, che nemmeno consideravo potesse avere, non direttamente colpevole di ingiustizie di questo tipo ma... favorevole ad esse, o per essere più corretti connivente con esse.
non cerco una soluzione liofilizzata in poche righe, naturalmente, e come detto sopra anche questa - come la gran parte delle situazioni e persone - non si può valutare restandone estranei.
ma ci sono esperienze che, ognuno a modo suo, tutti o quasi tutti facciamo perché ricorrono nella vita.
ed allora non mi sembra inutile citarle qui: male che vada mi farà sentire un po' alleggerita :)
Molto interessante, cara Cecilia, quel che scrivi… e direi alquanto “cristologica” la tua sensibilità! E personalmente la condivido e credo che debba essere sempre presente al nostro spirito.
Il cristiano infatti non ha nemici, nemmeno in politica (ed in economia e … in amore, ecc. ecc.). Cosa di cui molti sembrano oggi scordarsi (se li avesse, non sarebbe più cristiano). È proprio per questo che ci sentiamo “costretti” (cfr Mc 1,12; 2Cor 5,14) a ribadire quella forma concreta di attuazione della novità evangelica (vedi come sono bravo a evitare la parola – abusata – “valori” dove c’è il rischio che ciascuno ci metta quel che gli aggrada e conviene!) che si chiama “accoglienza” (cfr a.e. Lc 15,2…) anche quando l’altro “puzza” (moralmente, economicamente, socialmente…).
“Dopo” (è una “temporalità” evangelica non “spaziale”) aver preso quindi le difese della vittima, e cercare di smantellare quelle che Giovanni Paolo II chiamava – nella (censurata e dimenticata dalla stessa Chiesa) Sollicitudo rei socialis, – “strutture di peccato” (se possibile fin dal loro nascere legislativo), occorrerà prendersi cura del “boia” per “smantellarle” nel cuore stesso dell’uomo… facendoselo “amico”, fratello (se non lo è già o proprio perché lo è da tempo…).
I modi sono tanti, l’arte della “seduzione” (cfr Geremia 20,7) non vi è indifferente… E quando tutto sembra perduto, ne resta sempre “un altro ancora” (il Vangelo ne mostra alcuni)… fino a quello che si “rivela” con tutta evidenza con l’agire concreto di Gesù che si fa Agnello: lasciarsene ferire senza mai ferire – e chiederne semmai “ragione” (cfr Gv 18,23) – per condividere il destino della vittima. Solo da “lì” infatti la difesa della vittima diventa “reale” e capace di salvare anche il carnefice. Ed è evidente – almeno per me – che questo non è possibile senza lasciarLo agire in noi… E per fare questo ci vuole una vita… ammesso che basti!
"sollecitudine per le cose sociali"... molto bello, diverso dal fare di ogni istanza di giustizia sentita profondamente un politicismo.
e spesso sembra di non poter nemmeno esprimere un "pio desiderio" senza esser tacciati di fare politica, e di quella bieca!
condividere il destino della vittima è una cosa tutta da fare, prima di iniziare anche solo a grandi linee a capirla.
vicino a quell' "accoglienza" io ci metterei "testimonianza", e siamo già di un passo più vicino all'obbiettivo.
mi sembra di avere più di qualche chance in questo. ma ciò che mi occorre maggiormente ora è raccogliere pazienza, e fare silenzio. c'è qualcosa che deve sedimentare, da qualche parte... anche fuori da me, credo.
non per nulla sto lavorando e passando il resto del tempo per conto mio. uhm.
In questi giorni leggo di continuo sui giornali di episodi preoccupanti: un extracomunitario ucciso perchè pretendeva il salario arretrato, un altro rinviato al paese d'origine come clandestino perchè (pur pagando le tasse) dichiarava un reddito "insufficiente", da ultimo ministri della repubblica e giornali finanziati con soldi pubblici che offendono ed insultano il card. Tettamanzi, "reo" di aver chiesto nella sua omelia maggiore tolleranza ed accoglienza per l'"altro"...questo mi causa molta tristezza e mi preoccupa molto. Mi sembra che si stia imboccando una strada pericolosa ed anche "già vista", di cui conosciamo i tristi risultati...
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