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martedì 15 aprile 2014

Domenica di Pasqua


Dagli Atti degli Apostoli (At 10,34.37-43)

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (Col 3,1-4)

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

Il Passio secondo Matteo, letto settimana scorsa durante la Domenica delle Palme, si concludeva con la sepoltura di Gesù.

Anche l’evangelista Giovanni racconta questo triste rito. E lo fa proprio nei versetti che precedono immediatamente il testo del vangelo di questa Domenica di Pasqua: «presero allora il suo corpo, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino» (Gv 19,40-42).

 

La sensazione pare essere quella per cui l’avventura di Gesù si è chiusa definitivamente... con un fallimento: Gesù, nonostante le sue pretese di essere il Figlio di Dio, il Salvatore del mondo, è morto e il suo corpo è chiuso in una tomba.

 

Eppure... c’è chi non rinuncia ad una vicinanza... almeno a quel corpo morto...

Maria di Magdala, una delle “donne di Gesù”, una di quelle che gli erano più intime, si reca al sepolcro dal suo maestro, (che per lei è anche amico, fratello, padre, figlio, compagno...); e ci va subito, appena può (cioè appena termina il sabato), «quando era ancora buio».

Non poteva non andare… Le donne sono infatti congegniate per prendersi cura, nella vita, del corpo degli uomini: da quando nascono raggrinziti e raggomitolati a quando crescono e gli si insegna ad allacciarsi le scarpe; da quando si innamorano e ti chiedono come vestirsi a quando si ammalano e ti si consegnano tra le mani; da quando invecchiano e cercano braccia che li accolgano... fino a che muoiono... e il loro corpo rimane l’ultimo segno, ormai inanimato, della vita che ci ha legati...

E Maria proprio questo vuole fare... restare attaccata a quell’uomo tanto amato almeno con i segni della cura del suo corpo martoriato...

Ma «vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro»... e presa dall’ansia «Corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava».

Corre dai “suoi”, da quelli che con lei si erano trovati a vivere la coinvolgente storia della sequela di Gesù...

Corre da loro con sentimenti di smarrimento e angoscia: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Il suo terrore è che il corpo di Gesù sia stato trafugato e che a lei non rimanga più nemmeno quell’ultimo pezzettino della sua pelle da onorare, per sentirlo ancora un po’ vicino...

Il suo è uno sgomento contagiante, tant’è che Pietro e il discepolo amato si mettono a loro volta a correre, nella direzione opposta, per andare anche loro a vedere... se davvero non c’era più niente da vedere...

E in effetti: entrati nel sepolcro osservarono «i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte»... ma non capirono: «Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti».

I segni, che poi diventeranno quelli classici della Risurrezione (il sepolcro vuoto, le bende, il sudario...) ora sono muti, non dicono niente; confermano solo l’angoscioso annuncio di Maria: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

 

È su questa incomprensione che si chiude il Vangelo di questa domenica di Pasqua... Gesù è risorto, eppure, anche i suoi, non riescono a capire... C’è come un fermo immagine, una sospensione... che verrà rotta solo al momento dell’incontro col Risorto in persona: prima con Maria («Maria!»), poi con gli Undici («Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi»)...

Solo allora, pian piano, insieme, prenderanno coscienza del mistero che hanno vissuto, della potenza della Vita che ha vinto la morte, del fatto che essa non ha smentito Gesù, come anche a loro era sembrato.

Ma per ora no, non capiscono: la storia viene come “messa in pausa” dalla liturgia su questa realtà ancora incompresa della Risurrezione: in attesa che l’incontro personale ne dischiuda il senso (per Maria, gli apostoli e ciascuno di noi).

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