
E' curioso come la pittura, arte visiva per eccellenza, abbia saputo talvolta interpretare e rendere in modo efficace il tema della cecità. Rembrandt, pittore olandese del Seicento, uno dei maestri assoluti della pittura sacra, vi è addirittura riuscito in due quadri che sembrano integrarsi alla perfezione tra loro. Nel Cantico di Simeone, l'uomo riconosce Dio in quel bambino che sorregge, raffigurato come un neonato dell'epoca dell'autore, mentre le mani e la bocca già si atteggiano alla preghiera, intonando il cantico che ancora recitiamo alla fine del giorno. La pittura è scabra, intrisa di luce, e non lascia spazio a compiacimenti o divagazioni decorative: ciò che conta è l'evento narrato.
In un altro, celeberrimo dipinto dello stesso autore, ad essere cieco è il padre che accoglie di nuovo il Figliol prodigo: Dio riconosce l'uomo, o meglio, gli rivela il suo vero volto, quello di padre misericordioso che si dona incondizionatamente ai suoi figli.
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«Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù» (Lc 2,21)
Gesù è un ebreo, figlio di ebrei… Da subito inserito nella storia e nella legislazione del suo popolo, un popolo eletto!
«Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore » (Lc 2,22)
Si riteneva infatti che il primogenito maschio fosse proprietà di Dio e dovesse essere riacquistato… o con un agnello, oppure – se la famiglia non aveva i mezzi per offrire un agnello – con due tortore o due colombi… La famiglia di Gesù offrì quest’ultima offerta, quella dei poveri.
«A Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone. […] Egli accolse Gesù tra le sue braccia e benedisse Dio, dicendo: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,25.28-32)
E fu così che la Chiesa ebbe una delle sue preghiere più belle, il cantico di Simeone, che ci ricorda che il volto di Dio non ci è ignoto, ma coincide con la vita di Gesù.
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