In quel tempo, Gesù disse ai farisei: “C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi”.
Il ricco! Ciascuno si fa una propria idea sul "quando si è ricchi" e di cosa è la ricchezza...
Ci sono anche tante ricchezze (qualunque cosa intendiamo con questo termine) che non vogliamo distribuire... In primis quelle "interiori", perché fare il generoso coi soldi poi non è tanto difficile: se ne ricevono anche tante gratificazioni e riconoscenze. Magnate, benefattore!
Se si prova invece a condividere semplicemente la propria vita...
Forse è per questo che rileggendo la parabola mi veniva in mente un certo tipo di concepire la "vita religiosa", la santità: chiusa in una torre d'avorio, incurante del grido di povertà interiore di una umanità che domanda condivisione di vita!
Eppure Gesù ha scelto di non salvarsi! Per salvare noi: poveri dentro!
Faremo la fine del ricco! Noi che ci siamo così preoccupati della nostra fedeltà formale per acquisire il benessere interiore, da non renderci conto di coloro che bussano alla porta dei nostri cuori (e delle nostre comondità) domandando un poco di amicizia condivisa!
Ci sono religiosi che si sono fermati alla tomba del loro fondatore e non sanno staccarsene... Essere fedeli al carisma del proprio fondatore, vuol dire saper andar oltre: avventurarsi nella storia, "prendere il largo", con lo stesso Spirito che li ha animati! Altrimenti non si chiama fedeltà, si chiama necrofilia!
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