Maria diede alla luce un figlio e Giuseppe lo chiamò Gesù (Mt 1,25)
Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia (Lc 2,7)
È con queste poche parole di Matteo e Luca che il Nuovo Testamento annuncia l’inizio dell’avventura umana di Gesù. Marco e Giovanni nemmeno lo raccontano: lo presuppongono.
Quando gli eventi sono davvero decisivi, non hanno bisogno di una pubblicità che li faccia credere tali. Semplicemente, essi accadono.
La questione è come porsi di fronte a questi accadimenti… A questo accadimento…
Che pensare di un Dio che nasce? Che nasce bambino? Impastato della carne e del sangue di sua madre? Così fragile che se non ci stavano un po’ attenti potevamo perdercelo in men che non si dica?
E di lui dicono “Dio salva” (= Gesù)… Di lui?
L’incarnazione è qualcosa la cui portata è ben al di là dall’essere integrata… nella nostra idea di Dio.
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Questa tela di De la Tour, pittore francese influenzato da Caravaggio, riserva un dubbio a chi la osservi. A prima vista, è una rappresentazione della Natività, con la Vergine che regge il bambino che, come sovente accade nell'iconografia, emana luce. Ma se il nostro sguardo si sofferma un poco, comprendiamo che il chiarore proviene, invece, dalla candela retta dalla donna sulla sinistra. Siamo dunque di fronte ad una scena sacra o ad una “semplice” scena familiare?
Il dubbio è alimentato anche dal titolo con cui il dipinto è noto, Il neonato, che ci fa soffermare su una delle prime raffigurazioni credibili di un bambino da poco venuto al mondo, stretto nelle fasce da cui emerge il visino.
Il dubbio resta tale, e forse sta in questo la profonda verità del dipinto di De la Tour: anche in quella casa di Betlemme c'era un bambino, solo un bambino, per chi non sapeva andare al di là delle apparenze... Per comprendere il disegno di Dio servono anche gli occhi della fede.
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