«Il pettegolezzo è una verità: due su tre credono al gossip»
Cantava De Andrè: «La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo». L’aveva già capito il cantautore genovese che il pettegolezzo è più potente della verità. I ricercatori del Max Planck Institute lo hanno dimostrato: usando studenti-cavia, psicologi tedeschi hanno confermato che «il gossip ha più effetto di ciò che abbiamo visto con i nostri occhi». Gli studiosi hanno coinvolto 126 studenti suddivisi in gruppi di nove ragazzi ciascuno, bersagliandoli di pettegolezzi sui giovani degli altri gruppi ed è emerso che le «cavie» tendevano sempre a credere di più alle maldicenze o alle lodi intessute da altri, piuttosto che a ciò che avevano potuto sperimentare di persona o che gia sapevano sul conto delle inconsapevoli vittime. E non è tutto. Secondo la ricerca, i gossip non influenzerebbero solo i giudizi sulle star dello spettacolo, ma inducono anche opinioni e comportamenti della vita comune. «Una recente indagine - spiega Ralf Sommerfeld dell’istituto di Plön in Germania che ha condotto la ricerca presto pubblicata sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS - ha evidenziato per esempio che due persone su tre credono il gossip una fonte per apprendere nuove cose: non importa se i pettegolezzi alla fine siano veri o meno. Diventano la realtà».
Gli studiosi hanno seguito dall’inizio alla fine il processo di gestazione delle chiacchiere degli studenti e il percorso di trasferimento di queste chiacchiere e i comportamenti conseguenti del fruitore del pettegolezzo. In pratica, ad ogni studente è stata passata una chiacchiera, buona o maligna, su un altro studente e poi gli è stato chiesto se avrebbe avuto voglia o meno di lavorare con la persona oggetto del pettegolezzo. Non solo, com’era ovvio aspettarsi, i ragazzi hanno tendenzialmente rifiutato di far coppia con coloro sui quali circolavano voci negativi, ma è emerso anche che la chiacchiera ha più effetto dell’informazione diretta sulla persona. Il 44% dei partecipanti infatti ha cambiato la propria opinione su una persona sotto l’influenza del gossip, anche quando le chiacchiere contraddicevano ciò che avevano visto di persona. (15 ottobre 2007) fin qui "la Repubblica.it"...
Cantava De Andrè: «La maldicenza insiste, batte la lingua sul tamburo». L’aveva già capito il cantautore genovese che il pettegolezzo è più potente della verità. I ricercatori del Max Planck Institute lo hanno dimostrato: usando studenti-cavia, psicologi tedeschi hanno confermato che «il gossip ha più effetto di ciò che abbiamo visto con i nostri occhi». Gli studiosi hanno coinvolto 126 studenti suddivisi in gruppi di nove ragazzi ciascuno, bersagliandoli di pettegolezzi sui giovani degli altri gruppi ed è emerso che le «cavie» tendevano sempre a credere di più alle maldicenze o alle lodi intessute da altri, piuttosto che a ciò che avevano potuto sperimentare di persona o che gia sapevano sul conto delle inconsapevoli vittime. E non è tutto. Secondo la ricerca, i gossip non influenzerebbero solo i giudizi sulle star dello spettacolo, ma inducono anche opinioni e comportamenti della vita comune. «Una recente indagine - spiega Ralf Sommerfeld dell’istituto di Plön in Germania che ha condotto la ricerca presto pubblicata sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze PNAS - ha evidenziato per esempio che due persone su tre credono il gossip una fonte per apprendere nuove cose: non importa se i pettegolezzi alla fine siano veri o meno. Diventano la realtà».
Gli studiosi hanno seguito dall’inizio alla fine il processo di gestazione delle chiacchiere degli studenti e il percorso di trasferimento di queste chiacchiere e i comportamenti conseguenti del fruitore del pettegolezzo. In pratica, ad ogni studente è stata passata una chiacchiera, buona o maligna, su un altro studente e poi gli è stato chiesto se avrebbe avuto voglia o meno di lavorare con la persona oggetto del pettegolezzo. Non solo, com’era ovvio aspettarsi, i ragazzi hanno tendenzialmente rifiutato di far coppia con coloro sui quali circolavano voci negativi, ma è emerso anche che la chiacchiera ha più effetto dell’informazione diretta sulla persona. Il 44% dei partecipanti infatti ha cambiato la propria opinione su una persona sotto l’influenza del gossip, anche quando le chiacchiere contraddicevano ciò che avevano visto di persona. (15 ottobre 2007) fin qui "la Repubblica.it"...
Ma guarda sti’ scienziati… scoprono l’acqua calda! Ma c’era proprio bisogno di “caviare” centoventisei poveri studentelli? Sarebbe bastato fare una visitina ai nostri conventi e monasteri... Così... tra una battuta e l’altra, sgranocchiando un buon dolcetto e sorseggiando una fresca bibita o un buon caffé, tac! la parola malevola si sarebbe insinuata, quasi distrattamente, sul malcapitato (o malcapitata) di turno!
Ma sì, dai... dopotutto, scagli la prima pietra, chi non si è mai lasciato andare almeno una volta a un liberante, malevolo, godereccio, pettegolezzo! L'importante è non esagerare e... non crederci troppo, altrimenti... si trasforma in calunnia! ;-)
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