Recentemente la Corte di Cassazione ha accolto l'ultimo degli otto ricorsi legali del padre e della madre di Eluana Englaro e ha ammesso, per la prima volta in Italia, la possibilità di lasciar morire i pazienti nelle sue stesse condizioni .
Ci sembra importante sentire anche la voce di chi "fa e ascolta" ciò che dice il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Riportiamo un intervento del Rav Riccardo Di Segni pubblicato sul sito: http://www.torah.it/
In relazione alla recente decisione della magistratura italiana e alle relative discussioni, si ritiene opportuno fornire questo chiarimento halakhico e legislativo.
"Tutti i decisori hanno stabilito che è proibito interrompere la somministrazione di cibo e liquidi a pazienti gravi allo scopo di affrettarne il decesso, e questo anche se si tratta solo di astenersi da atti (come non rinnovare infusioni ecc, ndt). Il motivo è che l'alimentazione è considerata una cosa naturale necessaria a tutti gli esseri umani e agli esseri viventi e chi toglie il cibo alle persone è considerato omicida; secondo i Maestri la morte per fame è la peggiore. Se il paziente rifiuta di mangiare, bisogna convincerlo e spiegargli l'importanza del cibo. Se ciò malgrado insiste nel rifiuto, c'è chi ha scritto che non bisogna costringerlo, se è adulto e cosciente; e c'è chi ha scritto che bisogna nutrirlo anche contro la sua volontà. In ogni caso a un malato che secondo la valutazione dei medici non ha speranza di vita e soffre si può interrompere il nutrimento per via endovenosa e nutrirlo per mezzo di un sondino nasogastrico o anche limitarsi a somministrare acqua e zuccheri endovena.
Pertanto è chiaro che bisogna dare da mangiare e bere al malato nei modi, nella misura e nella qualità tale che non si verifichino fenomeni negativi o danni a causa dell'alimentzione carente"
A. Steinberg, Entziklopedia hilkhatiti refuit, voce notè lamut
In una decisione del 5755 firmata dai Rabbini Eliaishiv, Auerbach, Wozner e Karelitz è stabilito che
"Non bisogna assolutamente affrettare la fine di un malato terminale, allo scopo di diminuirne le sofferenze, togliendogli nutrimento o terapie. Bisogna nutrire il malato terminale, quando necessario anche con sonda nasogastrica o gastrostomia"
Può essere interessante sapere che secondo la recente legge israeliana (2039 del 15.12.2005; si noti bene che è una legge laica, votata dal parlamento, non religiosa), un paziente cosciente può rifiutare i trattamenti, ma bisogna cercare di convincerlo ad accettarli; un paziente incosciente e sofferente di cui può esere dimostrata la volontà precedentemente espressa di rifiuto di trattamenti non va trattato ma deve essere comunque alimentato, a meno che la somministrazione di liquidi non provochi ulteriori sofferenze (cap.4, siman 3, art. 15-17).
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