…I SEGNI dello Spirito nella Chiesa del N.T. sono spesso vistosi e manifesti (miracolosi) - come prima in Gesù: ma poi si “normalizzano”. Servivano dunque da “segnali indicatori” di ciò che “può avvenire” ancor oggi nel cuore dell’uomo e dell’umanità… e quindi come si deve imparare a credere e accettare la sfida dello Spirito in mezzo ai conflitti e tribolazioni della storia quotidiana grande e minuscola. Ancora oggi sono questi: la conversione del cuore (non nel battesimo, ma da grandi!), la pacificazione (nel perdono), la comunione delle lingue (nella diversità), il servizio dei poveri e dei malati (nell’amore reciproco, invece che nella competizione e nell’abbandono)… ‘Cacciare’ o allontanare i demoni e ‘non aver danno’ da serpenti e veleni, sono diventati rispettivamente l’aspetto positivo e negativo del camminare nella storia drammatica degli uomini senza esserne travolti né inquinati….
…il FRUTTO dello Spirito (il suo influsso nel cuore e nella comunità) è variamente descritto nel Nuovo Testamento, e dispiegato in Gal 5,22 nelle sue diverse espressioni affettive, intellettive e operative: amore, gioia, pace, longanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé… Si tratta di atteggiamenti (stranamente) tutti LAICI, cioè senza particolari caratteristiche religiose o sacrali o rituali. Accessibili, quindi, a piccoli e grandi, consacrati o semplici cristiani, credenti di diverse fedi o atei, uomini e donne, padroni e schiavi… Ripetutamente gli Apostoli, anch’essi duri a capire, si sono scontrati con questa misteriosa libertà anarchica che lo Spirito semina nel discepolo che lo accoglie, del quale poi odi la voce (vedi i segni e il frutto) ma non sai donde venga né dove vada (non sta dentro gli schemi prefissati).
… Si può dunque, nella vita feriale, camminare secondo lo Spirito, disinquinando la storia dal basso – cominciando dalle piccole cose accessibili agli uomini senza potere, che però sono assuefatti ai segreti del Regno. E imparando a lasciarsi abitare e guidare da Lui. Così cresce il germe divino che dimora in noi, negli appuntamenti silenziosi e nascosti della vita d’ogni giorno…ove lo Spirito stesso viene in aiuto alla nostra debolezza…
e intercede con insistenza per noi, con “aneliti senza rumore”.
QUANDO?:…
quando dobbiamo fare tante piccole cose senza senso, come sorridere a qualcuno, mentre tutto ci amareggia o ribolle dentro
quando lasciamo ad altri un minuscolo successo o affermazione, senza ritorsioni, per lasciarli crescere… in pace
quando silenziosamente condividiamo la passione dei sofferenti e disperati della terra - seduti per terra con loro
quando sperimentiamo il desiderio e insieme l’impossibilità di uscire dalle gabbie della carne e dall’egoismo - e confidiamo lo stesso che la liberazione è vicina e non ci sarà negata
quando la fame di compagnia e tenerezza ci rode la carne - e la solitudine sembra l’unica assurda risposta
quando facciamo i conti della nostra vita e vediamo un passivo incolmabile scavato nell’anima - e ci fidiamo che un Altro, inafferrabile, pareggerà
quando stiamo dentro l’amara realtà quotidiana sino alla fine, sottomettendoci con fatica alla monotonia corrosiva di una vita che si svuota
quando ci ostiniamo a pregare, sicuri di essere in ogni caso esauditi, anche se nessun segno ci perviene
quando la caduta diventa l’estremo umano modo di camminare, che ci rimane - perché sempre di nuovo chiediamo di essere accolti, amati, sollevati
quando affidiamo la domanda irrisolta e il desiderio inesaudito al mistero di grazia che tutto avvolge - dove Qualcuno, nel buio o nel disagio interiore, ci chiama con il nostro nome
quando ci esercitiamo nei disappunti delle faccende quotidiane, per imparare a morire con serenità ed amore - vivendo, appunto, come vorremmo morire
quando ci sono offerte scintille di gioia e compiutezza, e cerchiamo di condividerle …
DOVE?:…
dove è nascosta la possibilità piccola, ma qualitativamente essenziale, della nostra libertà - di donarci
dove incontriamo… il diverso – perché l’alterità è la casa dello Spirito, “dove si manifesta la verità ‘più’ intera e le cose future”
dove siamo chiamati al coraggio di atteggiamenti nuovi… per “abbeverare di Spirito la nostra carne”, aprendola a gusti diversi, in vista della redenzione del nostro corpo
dove è nascosta la mistica quotidiana, perché questa accoglienza dello Spirito … è l’unione con Dio, l’eterno che scorre nella nostra storia!
dove si può gustare la sobria ebbrezza dello Spirito, di cui parlano i Padri e l’antica Liturgia: sobria, perché vissuta laicamente e sommessamente nella storia d’ogni giorno; ebbrezza, perché è una strana forza interiore, che vuole mandarci ‘fuori’… dagli angusti schemi mondani.
[…. su un testo di K Rahner…]
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