la chiamata alle cose impossibili…
Tutta la liturgia di oggi è sotto il segno della fede. È questo il tema delle letture scelte, nell'antico come nel nuovo patto, per far divenire la famiglia umana una nuova opera di Dio. Abramo è esaurito, stanco e sconsolato. Ha già designato come erede il suo domestico fidato. Del resto Sara è sterile… Ma Dio cambia un destino ormai inevitabile in modo inaspettato e fa rinascere in cuore la speranza con una nuova promessa. Questo episodio è fondamentale nell'evoluzione della relazione con Dio. Costituisce un passo discriminante dalle nostre tragiche, se pur inconsce, proiezioni umane ad una più pura concezione di Dio. Ebrei, cristiani e mussulmani vedono in questo episodio sintetizzato il lungo "momento" in cui Dio ha manifestato il suo rifiuto dei sacrifici umani! Dunque, pur ribadendo in modo così drammatico l'assoluto potere sull'uomo, Dio si rivela un potere salvifico, che spinge l'uomo alla vita e alla crescita, non certo alla rinuncia e alla morte. È diviene una luce su tutti i matrimoni e i legami sociali, nella loro innata tentazione di pretendere per sé, e manipolare come copie di sé, i figli. Il figlio è dono di Dio, rimane sempre suo, e quindi sono i suoi progetti che si devono realizzare. Il figlio è il progetto di Dio nella famiglia "nuova", che vuol credere in lui e… affidarsi alla scoperta progressiva, anche se sempre umanamente sconvolgente, della benevolenza creativa del Padre La famiglia non deve mai chiudersi, ma rimanere aperta ai disegni di Dio, che non sono i nostri.
Dio rinnega e sconsacra il sacrificio umano
Tutto questo cammino di fede nell'impossibile, nel diverso, nel nuovo, che appare sempre ostico alla mentalità corrente, viene portato alla provocazione suprema, umanamente intollerabile, con la richiesta del sacrifico di Isacco… Dio fa irruzione così nella famiglia che ha creata e salvata dalla sterilità, e
Dio che visita il suo tempio 'per la prima volta'!
… in veste di bambino, figlio di Dio e figlio dell'uomo! non è accolto dal sommo sacerdote per essere introdotto nel santo dei santi, che sarebbe stata la sua vera casa, rigorosamente "vuota" in attesa di lui. Ma è accolto da un umile popolano di Gerusalemme, che lo prende in braccio, a nome di tutta la gente che da sempre lo attendeva. Perché ripetutamente lo Spirito ha chiamato Simone per spiegargli cosa stava capitando. È un vero profeta: perché è in ascolto della Parola; sa capire cosa dice, ed è proteso ad accoglierne e trasmetterne a tempo giusto il messaggio, che è sempre sia di consolazione che di sofferenza. Di consolazione, perché è la caratteristica di Dio, di essere amore di benevolenza (scudo e ricompensa) – di sofferenza, perché i pensieri e i metodi di Dio sono troppo diversi dai nostri, e quindi sembrano contraddirci. Ma questa "contraddizione" dolorosa e benedetta non è solo la parola promessa che esplicitamente ci chiama a conversione, da Abramo in poi… Adesso è la sua presenza divina stessa, in forma di germoglio umano, che incarna e realizza in modo impensabile e incredibile l'anelito incancellabile dell'uomo, che vuole a tutti i costi un figlio che rappresenti il suo futuro oltre
Dall'economia della attesa a quella del compimento
L'evento che fonda Israele è il primato della fede, che trasforma l'infecondità di Abramo, in totale consegna di sé al Signore. E trova il suo compimento nella santa famiglia, che il vangelo vede riunita nel tempio. Dove l'ultimo mite ed silenzioso patriarca ha accettato di rinunciare anche lui alla sua paternità fisica, abdicazione impensabile per un ebreo, per tutto cedere e consegnare all'unica paternità creatrice. Diviene così profezia del supremo compimento della fecondità umana, che è custodire e accudire il mistero di Dio nel mondo.
Questo passaggio tanto lento quanto imprevedibile alla nuova strategia divina di salvezza, cioè all'economia della presenza, era iniziato dagli ultimi, i pastori, poveri e reietti. Ora il bimbo salvatore, finalmente arrivato, fa il suo ingresso ufficiale nelle grandi istituzioni di Israele, il tempio, la legge e
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