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venerdì 26 dicembre 2008

La nuova famiglia, sotto il segno della fede!

la chiamata alle cose impossibili…

Tutta la liturgia di oggi è sotto il segno della fede. È questo il tema delle letture scelte, nell'antico come nel nuovo patto, per far divenire la famiglia umana una nuova opera di Dio. Abramo è esaurito, stanco e sconsolato. Ha già designato come erede il suo domestico fidato. Del resto Sara è sterile… Ma Dio cambia un destino ormai inevitabile in modo inaspettato e fa rinascere in cuore la speranza con una nuova promessa. Questo episodio è fondamentale nell'evoluzione della relazione con Dio. Costituisce un passo discriminante dalle nostre tragiche, se pur inconsce, proiezioni umane ad una più pura concezione di Dio. Ebrei, cristiani e mussulmani vedono in questo episodio sintetizzato il lungo "momento" in cui Dio ha manifestato il suo rifiuto dei sacrifici umani! Dunque, pur ribadendo in modo così drammatico l'assoluto potere sull'uomo, Dio si rivela un potere salvifico, che spinge l'uomo alla vita e alla crescita, non certo alla rinuncia e alla morte. È diviene una luce su tutti i matrimoni e i legami sociali, nella loro innata tentazione di pretendere per sé, e manipolare come copie di sé, i figli. Il figlio è dono di Dio, rimane sempre suo, e quindi sono i suoi progetti che si devono realizzare. Il figlio è il progetto di Dio nella famiglia "nuova", che vuol credere in lui e… affidarsi alla scoperta progressiva, anche se sempre umanamente sconvolgente, della benevolenza creativa del Padre La famiglia non deve mai chiudersi, ma rimanere aperta ai disegni di Dio, che non sono i nostri.

Dio rinnega e sconsacra il sacrificio umano

Tutto questo cammino di fede nell'impossibile, nel diverso, nel nuovo, che appare sempre ostico alla mentalità corrente, viene portato alla provocazione suprema, umanamente intollerabile, con la richiesta del sacrifico di Isacco… Dio fa irruzione così nella famiglia che ha creata e salvata dalla sterilità, e la distrugge. Abramo né è sconvolto, ma non discute con Dio come per Sodoma e Gomorra. Crede che Dio sa cosa farà e si prepara a restituirgli tragicamente il figlio della promessa. Anche Sara, nella sua sterilità, si era preparata a questa fede, secondo la lettera agli Ebrei, perché si era affidata a colui che, in età impossibile, le promette la possibilità di diventare madre, "e ritenne fedele colui che glielo aveva promesso". Nasce la famiglia nuova, credente, ma sanguinante, pur di rimanere aperta al progetto di Dio nella storia degli uomini. Un Dio che, se davvero ti affidi a lui, ti fa scoprire che le tragedie e le contraddizioni (e l'incubo della morte) nel cammino millenario dell'uomo, non sono il capriccio della Sua volontà misteriosamente perversa, che ha bisogno di sangue innocente per placarsi. Ma sono il costo della lenta e drammatica evoluzione dell'uomo dalla sua innata competizione omicida, rivestita di sacro e proiettata in Dio, verso la conquista di una nuova Alleanza. Nella quale Dio si rivela sempre più come il garante della vita, il propulsore di una instancabile apertura verso il futuro, di una dilatazione dei traguardi raggiunti a tutte le genti… Abramo tocca il fondo del problema della fede, che morde sempre l'uomo che geme sotto la morsa del dolore, tormentata dal dubbio che "il Dio che ti chiama" ti porti via le cose più belle che ti ha donato. Ma Abramo rimane fedele e spinge la sua fiducia all'estremo, perché Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo. : Isacco dunque è simbolo di una promessa di Dio, indubitabilmente mirata alla nostra salvezza, ma che trapassa l'anima come una spada. Simone, nel vangelo di Luca lo sa, perché è della stessa stirpe "spirituale" dei patriarchi!

Dio che visita il suo tempio 'per la prima volta'!

… in veste di bambino, figlio di Dio e figlio dell'uomo! non è accolto dal sommo sacerdote per essere introdotto nel santo dei santi, che sarebbe stata la sua vera casa, rigorosamente "vuota" in attesa di lui. Ma è accolto da un umile popolano di Gerusalemme, che lo prende in braccio, a nome di tutta la gente che da sempre lo attendeva. Perché ripetutamente lo Spirito ha chiamato Simone per spiegargli cosa stava capitando. È un vero profeta: perché è in ascolto della Parola; sa capire cosa dice, ed è proteso ad accoglierne e trasmetterne a tempo giusto il messaggio, che è sempre sia di consolazione che di sofferenza. Di consolazione, perché è la caratteristica di Dio, di essere amore di benevolenza (scudo e ricompensa) – di sofferenza, perché i pensieri e i metodi di Dio sono troppo diversi dai nostri, e quindi sembrano contraddirci. Ma questa "contraddizione" dolorosa e benedetta non è solo la parola promessa che esplicitamente ci chiama a conversione, da Abramo in poi… Adesso è la sua presenza divina stessa, in forma di germoglio umano, che incarna e realizza in modo impensabile e incredibile l'anelito incancellabile dell'uomo, che vuole a tutti i costi un figlio che rappresenti il suo futuro oltre la morte. Dio glielo dà, non solo all'altezza di tutte le sue attese e speranze, ma facendo del proprio Figlio il figlio dell'uomo! Tutto è nascosto nei segni simbolici e nei riti di purificazione che vedono in fila con gli altri il bimbo di Dio… non a purificarsi, ma a manifestare per noi la carica potente che contiene. Il segreto del bambino offerto da Maria e Giuseppe, dilaterà questa famiglia oltre ogni misura pensabile e per far arrivare la sua salvezza a tutta la famiglia umana. Ma anche la Madre incarna in sé il destino di qualunque credente che vuol essere al servizio di questa dilatazione del Regno Sarà coinvolta in questo progetto ormai avviato, che è il destino del Figlio, quindi non solo perderà il Figlio, ma sarà trafitta da una spada che gli attraverserà l'anima. Ritroverà la sua funzione materna (trafitta) quando sotto la croce del figlio sarà chiamata a divenire madre di tutta l'umanità.

Dall'economia della attesa a quella del compimento

L'evento che fonda Israele è il primato della fede, che trasforma l'infecondità di Abramo, in totale consegna di sé al Signore. E trova il suo compimento nella santa famiglia, che il vangelo vede riunita nel tempio. Dove l'ultimo mite ed silenzioso patriarca ha accettato di rinunciare anche lui alla sua paternità fisica, abdicazione impensabile per un ebreo, per tutto cedere e consegnare all'unica paternità creatrice. Diviene così profezia del supremo compimento della fecondità umana, che è custodire e accudire il mistero di Dio nel mondo.

Questo passaggio tanto lento quanto imprevedibile alla nuova strategia divina di salvezza, cioè all'economia della presenza, era iniziato dagli ultimi, i pastori, poveri e reietti. Ora il bimbo salvatore, finalmente arrivato, fa il suo ingresso ufficiale nelle grandi istituzioni di Israele, il tempio, la legge e la profezia. Ma anche qui, è silenziosa e insieme incontenibile la sua radicale diversità, pur nella scrupolosa osservanza delle norme e dei riti, perché il fermento della sua presenza è inarrestabile e fa scoppiare la contraddizione irrisolvibile che cova in queste istituzioni, pure sacre e necessarie. La contraddizione è questa: di essere fatte per accompagnare l'uomo alla meta della sua vita, ma di essere inadeguate allo scopo che li costituisce e per cui esistono. Appena, da grande, Gesù comincerà a parlare e agire, la contraddizione diventerà tensione esplosiva. Il tempio fatto per essere casa di Dio per gli uomini, è diventato spelonca di ladri. La legge che doveva essere lo strumento principe dell'educazione di Israele a camminare nell'Alleanza, diventa una denuncia drammatica del peccato, da cui non sa liberare gli uomini. La profezia continua a rimproverare a Israele il tradimento della giustizia e dell'amore, ma non riesce a ricondurre il popolo alla conversione. Ma la nuova economia ha il suo motore nello Spirito, che adesso sempre interviene… fino a spingere al tempio Simeone, che rappresenta tutti coloro che cercavano Dio in un tempio vuoto! È infatti arrivato colui che non soltanto conosce la strada per andare a Dio, ma "è la strada, la verità e la vita!". E rende felici tutti coloro che faticano e soffrono per trasformare un pezzo di mondo da tenebra in luce, pur sapendo che la strada del compimento finale è lunga: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.


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