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sabato 24 settembre 2011
mercoledì 16 marzo 2011
C'è sempre un'alternativa
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Centrale Nucleare in avaria a Fukushima in Giappone |
Il Corriere della Sera, così sensibile a questi interessi, si lancia oggi con un articolo demenziale di Edoardo Boncinelli. Mi dispiace dirlo perché Boncinelli, che ho incontrato personalmente a un convegno, normalmente sa usare il cervello, ma evidentemente qui mostra di aver perso quella lucidità che ha saputo dimostrare altrove.
Andatevelo a leggere! Io intendo contestare qui il suo delirante ragionamento: Il titolo del post è espressamente antitetico a quello dell’articolo.
Zombie
Le ferali notizie che ci giungono dal Giappone stanno portando tanto inopinatamente quanto perentoriamente alla ribalta le polemiche sull’utilizzazione delle centrali nucleari e i loro rischi.
Non se ne sentiva proprio il bisogno (sic!), in un momento in cui occorrerebbe fare appello a tutta la nostra lucidità e in un Paese che è sempre pronto a rinunciare a priori a questo o a quello a causa di una tremenda, paralizzante paura delle novità tecnico-scientifiche. È facile in questo momento abbandonarsi all’onda emotiva e rinunciare mentalmente a ogni progetto che coinvolga l’energia nucleare. Sotto la spinta di questa onda, anche alcuni governi non hanno potuto fare a meno di annunciare provvedimenti restrittivi e la chiusura di vecchie centrali. Ma proprio perché il coinvolgimento emotivo di tutti quanti noi è più che evidente, occorre fare appello a tutta la razionalità che abbiamo a disposizione per non lasciarsi portare fuori strada dalle emozioni e soprattutto dalle paure, le meno illuminanti delle emozioni.
Evidentemente Boncinelli si sente uno zombie e l’uomo vero per Boncinelli è lo zombie! Come definire altrimenti una tale antropologia? Per lui l’essere umano è tale solo se è morto dentro, se le sue emozioni non interferiscono nel suo ragionamento. L’uomo come pura razionalità, freddo e impassibile come un cadavere. Ambulante morto.
Che razionalità è, una razionalità che censura parte del reale? E si immagina il mondo e l’uomo non “influenzato” dalla propria realtà sentimentale? Vero è che l’occidente ha censurato il sentimento, diventandone così spesso schiavo! Salvo farvi appello nella pubblicità per la vendita di prodotti inutili. L’economia è fredda, a lei interessa solo il profitto anche a costo di perderci. Sembra paradossale, ma solo apparentemente. Infatti l’inquinamento con la necessità di creare infrastrutture disinquinanti rischia di diventare il gioco perverso di una economia che abbia come fine solo se stessa. Come la società sudafricana che da un lato vendeva mine antiuomo (a Saddam) e dall’altro forniva (per conto dell’Onu) la propria consulenza per disinnescarle. In pace o in guerra ciò che conta è guadagnare.
Ma torniamo alla pseudo lucidità razionale di Boncinelli e adepti (ricordate? tra questi c’è anche il freddo Fini).
Ciascuno è quel che è, il carattere uno alcune volte se lo trova addosso, e ci può fare ben poco per cambiarlo se non dopo anni e anni di ascesi. Ma un conto – mi si perdoni per l’esempio, ma è solo per dare l’idea – è essere pedofili, un altro è sostenere che la pedofilia sia la modalità corretta per amare!
Il sentimento non è dis-trazione dal reale, ma immersione e conoscenza profonda di quello che ci circonda. Anche la paura. Essa ci è data per salvarci la vita avvertendoci, prima ancora di avere il tempo di abbozzare un ragionamento, che siamo davanti a un pericolo. Senza questo sentimento pre-razionale, non credo che oggi ci sarebbero ancora degli esseri umani sulla faccia della terra. Che sia a questo a cui mirano i fautori del nucleare? Il sospetto è legittimo.
Nell'uomo sentimento e razionalità, sono esigite entrambi, perché ciascuno aiuta l’altro a orientare l’uomo nella conoscenza vera di ciò che in generale si chiama Vita. Ma il sentimento arriva prima, di quello che è e sarà, o rischia di essere, il nostro presente e futuro. A volte agisce come un uragano che rischia di far perdere ogni razionalità, ma non per questo esso è irrazionale… solo ha bisogno di essere incanalato verso uno sbocco concreto, che non si limiti a essere solo emozione. Ma una razionalità che ignori il sentimento, porterà l’umanità verso l’autodistruzione. Perché, forse non ci abbiamo mai pensato, ma è il sentimento, l’emotività, che rende razionale la razionalità! Senza il sentimento, l’emotività, e persino la paura, la ragione è cieca e capace solo di sragionare, perché devia dal suo percorso vitale che solo il sentimento tiene desto.
Come le argomentazioni simili a quelle di Boncinelli evidenziano.
Definire l’Italia come un paese che è sempre pronto a rinunciare a priori a questo o a quello a causa di una tremenda, paralizzante paura delle novità tecnico-scientifiche, è un a priori che definisce solo la propria cecità. Faccio solo un esempio: Il fatto che siamo il paese con il più alto numero di telefonini sebbene non siano mai venuti meno i dubbi sulla sua capacità di produrre cancro al cervello, non aiuta a smontare dogmi ideologici funzionali ai propri interessi? Evidentemente no! Se gli interessi si contano in migliaia di miliardi di euro.
Compito della ragione è trovare la ragione delle proprie paure. Perché tutto sta a vedere se esse siano reali e immaginarie. Per questo bisogna domandarsi qual è il vero “oggetto” della paura. E non rimuoverla!
Non quindi la novità in sé fa paura agli italiani (anche se il meccanismo del nuovo porta sempre in sé un sospetto legittimo, da cui si capisce – ammesso che ci sia buona fede – la svista di Boncinelli), ma esattamente il contrario: il fatto che non ci sia reale novità!
Non c’è novità in una politica asservita al potere economico…
Non c’è novità in una scienza che continua ad essere finanziata dalle industrie…
Non c’è novità in una economia che pensa solo al profitto…
Non c’è novità in un progresso che non miri al vero progresso dell’uomo ma solo al suo conto in banca (per finanziare i prodotti dell’industria!).
Ditemi voi se c’è mai stato un disastro ecologico che non abbia coinvolto queste non-novità!
Politici inaffidabili…
Non la politica, ma i politici! Come ci si può fidare di politici disposti a rinunciare alle proprie idee e ideali per servire solo i propri interessi? I continui cambi di casacca dei politici italiani, possono ispirare fiducia nel giudizio e nelle scelte di questi politici e di chi li accoglie a braccia aperte? Quanti di questi politici sono veramente sganciati dagli interessi economici delle lobby economiche? In questo quadro, come poter credere alla loro buona fede? Il conflitto di interessi va ben oltre Berlusconi… È un problema mondiale il fatto che la politica non sia in grado, in questa economia, di riformare se stessa. I due terzi del Congresso americano sono in mano alle lobby. E l’Italia non è da meno. Non è una novità che nel disastro di Fukushima non siano esenti responsabilità anche dei politici giapponesi. Che tutto sapevano e tutto han nascosto. E non oso pensare cosa accadrebbe in Italia se questo è potuto accadere in un mondo politico dove un ministro è stato costretto a dimettersi per aver preso 400 euro di offerta! Come si può dare la responsabilità del nostro futuro a degli irresponsabili? Quello che sta accadendo in Libia non è ulteriore prova della loro inettitudine ad agire sulla storia per il bene comune delle popolazioni innocenti? Fin che si tratta di far andare in orario i treni, passi pure qualche ritardo… ma giocare col fuoco atomico con questi senza-coscienza (avete mai notato che a sentir loro, hanno sempre la “coscienza pulita”?) è sì il massimo di irrazionalità. Si ritorni alla vera politica e poi ci risentiremo sul nucleare!
Scienziati inaffidabili…
Non la scienza ma gli scienziati! Come ci si può fidare del giudizio degli scienziati quando questi sono al servizio degli interessi delle società che li finanziano? Altro che conflitto di interessi qui! Senza parlare che gli stessi scienziati sono divisi nel giudizio non per amore di verità scientifica, ma perché le società che finanziano le loro ricerche sono in concorrenza tra loro! Come ci si può fidare ancora del giudizio degli scienziati sulle centrali nucleari, quando sempre degli scienziati hanno dichiarato sicuri medicinali che non lo sono mai stati o hanno mentito sulla nocività di questo o quel prodotto?… O quando hanno dichiarato sicure centrali nucleari che si sono rivelate insicure?… Si sganci la scienza dai mastodontici interessi dell’industria e poi ci risentiremo sul nucleare! Certo che i tagli di Berlusconi-Bossi-Tremonti, non aiutano di certo a rendere autonoma la scienza. Se poi le lobby adesso entrano nel consiglio di amministrazione delle università (legge Gelmini), ben presto gli scienziati dichiareranno mangiabile anche la merda! In fondo è naturale e fa crescere le piante!
Industriali ed economisti inaffidabili…
Non l’economia e non l’industria in sé sono un problema, ma questa economia e questa industria! Come fidarsi ancora di questi industrialotti che passano il tempo a corrompere la politica e la scienza pur di ottenere il loro tornaconto?
Ma le leggiamo le notizie sui disastri ecologici? C’è n’è forse uno che non sia colpa loro? Non ultimo quello del Golfo del Messico? Dove i controllori erano benevoli perché vedevano nei controllati il loro futuro professionale. E questo negli USA, immaginiamoci da noi dove la corruzione imperversa! Eppoi mi vengono a parlare di pregiudizi sugli industriali, questi non sono pregiudizi, ma giudizi basati su fatti concreti.
Le società che costruiscono centrali nucleari, e quelle che le gestiscono, sono veramente al di sopra di ogni sospetto? La nostra è solo paura irrazionale? E non è vero invece che la paura ci sta avvertendo di qualcosa di irrazionale all’orizzonte? Le società private e non, che gestiscono le centrali nucleari, hanno sempre fatto gli interessi dello stato per il quale sono state costruite? Direi proprio di no! La Tepco che gestisce anche quella di Fukushima ha sempre mentito sui veri rischi della centrale. E chi ci dice che si dica il vero sulle altre? La Tepco non è un’eccezione, anzi, per gli industirali mentire è la regola. Si sa che anche quelle francesi, vivono di omertà! Per questo risultano sempre sicure anche se non lo fossero… E come credere che non sia solo fumo negli occhi il test di verifica (stress test) che tutte le capitali si apprestano a fare? Chi ci assicura che sia veritiero? E non sia come quello benevolo che la BCE ha fatto sulle banche? Fumo negli occhi che alla prima crisi pagheremo con la vita.
Eppoi chi ci dice che ciò che è sicuro oggi, sia ancora sicuro domani? La centrale elettronucleare giapponese Fukushima-1 è uno dei 25 maggiori impianti nucleari del mondo, costruito su progetto di General Electric, ed era considerato una delle strutture del genere fra le più sicure esistenti (fonte ANSA). Quando l’americana General Electric ha progettato il contenitore di acciaio (vessel) della centrale di Fukushima lo si credeva sicuro. Solo ora (ore 17,11 del 15 marzo fonte ANSA) si scopre che gli scienziati americani (sic!: ma non erano scienziati americani anche quelli che l’avevano progettata?) lo dichiarano progettualmente antiquato! Tante grazie, col senno di poi ci ero arrivato anch’io! E perché la politica, l’economia e la scienza non hanno fermato subito un impianto non più sicuro al 99,99 %? E chi ci dice che il crimine commesso in Giappone non si stia consumando altrove?
Ma ve la vedete voi un’Italia che costruisce un ostello per studenti universitari all’Aquila che si accartoccia alla prima “scossetta” di terremoto perché non avevano messo abbastanza cemento e omesso qualche pilastro, costruire centrali atomiche sicure? Eppoi la mafia non avrebbe niente da fare che guardare sfuggirle un affare colossale? È razionale pensare che la mafia stia a guardare o pensare che in qualche modo ci metta lo zampino costruendo come si sono costruiti gli impianti di riciclaggio che inquinano le falde a Napoli? Che si emargini la mafia e si riformi l’economia e poi ne riparleremo…
Ci sono sempre delle alternative
Dice ancora Boncinelli: Alla base della mia posizione a favore del nucleare ci sono due considerazioni elementari: al nucleare non ci sono vere alternative e le nazioni più sviluppate e civili ce lo hanno e lo usano da anni.
Certo che non ci sono alternative quando non le si cercano e ancor meno si finanziano! Se si investisse da subito per la ricerca di fonti alternative, dirottando i soldi per il nucleare per la riprogettazione dei “motori” per ridurre lo spreco (lo si è fatto con le lampadine e gli elettrodomestici che si aspetta a farlo col resto sviluppando ulteriormente la ricerca). Ma questo domanda allo stesso tempo una revisione dell’economia capitalista che si fonda sullo spreco. Ma a furia di sprecare stiamo per essere sommersi dai nostri detriti, non solo nucleari. Questo esige di porsi una buona volta la domanda sulla qualità del nostro progresso… E questo è compito anche della politica. Ma abbiamo visto da quali politici è abitata.
In quanto poi alla presunte nazioni più sviluppate e civili mi chiedo se Boncinelli ci inserisce il Giappone. In tal caso si risponde da sé…
Civile e sviluppata è una nazione che non si fonda sullo spreco, sul rischio della salute dei propri cittadini… Che punta sulla qualità della vita e non sulla quantità degli utili… ma qui il discorso rischia di diventare astratto oltre che allargarsi troppo.
Certo che in alcuni punti l’articolo rasenta il ridicolo, Come quando afferma che noi italiani vogliamo fare sempre di testa nostra, senza guardare a quello che fanno gli altri. Ma come, ci hanno sempre accusati di esterofilia! Diciamo che lo siamo spesso e volentieri nel copiare i difetti dei nostri vicini, aggiungendovi dei nostri. Molto più pigri nell’imitarli nelle virtù. A cominciare dal livello di trasparenza e di partecipazione dei cittadini al controllo del territorio e dell’operato dei suoi rappresentanti. La lista sarebbe troppo lunga di come da noi, azioni anche legali contro l’arroganza del potere politico ed economico, sono continuamente frustrati. D’altronde che attendersi da politici che sempre si auto-esonerano dalla responsabilità delle proprie azioni! E si permettono di sindacare su quella dei PM che vorrebbero richiamarli (in nome della legge che i politici hanno approvato!) alle proprie responsabilità almeno davanti alle loro leggi!
Ed è proprio per questo che è falso affermare come fa Boncinelli che il rischio si può contenere e controllare. Non questo rischio e non con questa fauna politica ed economica.
Quando parliamo poi di rischio col nucleare, non parliamo di rischio petrolchimico, dove al massimo si deve evacuare un territorio limitato (cfr Seveso), parliamo di rischio apocalittico di dimensioni planetarie, e sinceramente non possiamo permettercelo proprio perché, come dice Boncinelli, non è, e mai sarà, pari allo zero.
E questo direi che tagli la testa al toro! E chiude definitivamente il discorso: Di zero qui c’è soltanto l’azzeramento totale di ogni tipo di vantaggio davanti ad un rischio seppur piccolo di azzerare tutta la specie umana e un ritorno all’età della pietra per quei poveri deformati dalle radiazioni che sopravviverebbero. Altro che progresso!
Proprio perché, come ci invita a fare Boncinelli, noi guardiamo dritti in faccia i problemi noi sappiamo che quello nucleare ha come unica soluzione il suo bando totale (Bartolomeo I) che ci obbliga a investire risorse umane e finanziare per finalmente trovare le soluzioni che portino a un vero cambiamento, per un vero progresso di tutta l’umanità e non solo di alcuni oscuri personaggi che giocano con la menzogna sulla pelle degli altri e propria. Di questo bando totale, l'Italia dovrebbe farsi promotrice, come lo fece a suo tempo per la pena di morte!
Le persone favorevoli al nucleare mi sembrano come quei piloti che decidono di suicidarsi schiantando l’aereo con tutti i passeggeri a bordo! Ora se i nuclearisti sono stanchi di vivere e proprio non riescono a farvi una ragione del perché vivere, possono sempre spararsi un colpo in testa! Assicuro, da sacerdote, che la misericordia di Dio perdonerà certamente un peccato così orrendo, se lo fanno per lasciar vivere chi ancora lo vuole!
Per non scandalizzare i “piccoli”, informo che questo mio consiglio è moralmente lecito! In teologia morale questo invito consiste nel fatto che “non potendo impedire il male è lecito consigliare il male (che resta male!) minore”! Amen!
martedì 13 ottobre 2009
E le dita dei bambini poveri?
Come sempre bastava pensarci... peccato che lo si faccia solo quando c'è da guadagnarci un sacco di soldi... Avrei voglia di qualche battuta... ma poi mi direbbero che le faccio sulle dita dei bambini poveri... e allora me la tengo per me! sic!
venerdì 2 novembre 2007
Dalla mediocrità all’eccellenza: lo “scambio”

Il problema principale è quello dell’accoglienza della diversità, sempre esaltata come ricchezza, come ciò che mi completa, sorgente di scambio, di innovazione e di creatività per il genere umano. La mia identità può, nella sua formazione e manifestazione dipendere dell’altro? Il diverso è forse alienante? Perché l’altro ci destabilizza, ci spaventa, ci provoca, ci “ruba spazio” e ci toglie il “muro di sicurezza” che ci circonda?
Il Vangelo, la narrazione credente del fatto Gesù, che non è solo un luogo del credo, ma la storia di un uomo, (senza escludere altri linguaggi storicamente dati), nello svelare l’originaria energia comunicativa dell’evento linguistico, ci offre spunti per radicarci in una prospettiva nuova in vista dell’accoglienza-ascolto dell’altro, dove è l’altro a dirmi la verità su me stesso.
L’alterità per non cadere nella reificazione assolutista dell’altro, presuppone una reciprocità, segno di complementarità e di accoglienza vicendevole, perché l’alterità è una componente essenziale della reciprocità. Quindi trattandosi dei “volti” che si incontrano è preferibile l’uso del termine di “scambio” per sottolineare la sete di complementarità dell’altro che mi compie e mi determina…
Nella fede si radica, (si rende operante) l’alterità che Dio opera in me, le fede intesa qui come anticipazione dell’indisponibile. Nella fede infatti noi accogliamo la diversità di Gesù come riferimento ultimo di noi stessi. Più propriamente ancora, la fede costituisce l’esperienza di un lasciarsi accogliere nella diversità di Cristo, come anche afferma san Paolo: “non sono io che vivo, è Cristo che vive in me”. Questo è il senso della nostra consacrazione battesimale o religiosa.
“Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.”
La comunione di amicizia che la presenza della diversità divina stabilisce tra di noi, evidenzia la manifestazione stessa di ciò che Dio è: la sua “epifania”. Il motivo dell’accoglienza della diversità ultima, non è quindi un adattamento estrinseco a un altro, ma è proprio ciò che ne mette allo scoperto l’identità ultima.
Il compito della fede cristiana è quindi per sua stessa natura un’assunzione di alterità, un rifacimento di soggettività attraverso uno “scambio”. Il rapporto tra due realtà radicalmente diverse, tra quella di Dio e quella dell’uomo, è il fondamento stesso della fede ed è costitutivamente un’assunzione dell’alterità.
Assimilato questo ci eviteremo tante guerre e discordie...
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