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domenica 13 gennaio 2008

Battesimo del Signore

Ecco il mio servo!...
Giovanni ha la sensazione che sta capitando qualcosa di assolutamente nuovo, quando nella fila dei battezzandi che ormai da tempo venivano a lui, vede Gesù, venuto anche lui a farsi battezzare! Ciò che Giovanni stesso aveva profetizzato di Gesù sta compiendosi in modo così misterioso che non riesce a coglierne il senso! E gli dice: Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? Gesù non ha nessun bisogno del suo battesimo di penitenza, anzi… semmai viceversa!
Giovanni conosceva i profeti e predicava una conversione secondo il loro linguaggio e il loro insegnamento, per preparare la via del Signore. E la gente accorreva a lui confessando i propri peccati, facendosi battezzare da lui nel fiume Giordano…

Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! … Fate dunque frutti degni di conversione …Già la scure è posta alla radice degli alberi: …Io vi battezzo con acqua, per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me… egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile (Mt 3,7ss)

Così infatti era la predicazione tradizionale della salvezza, legata ai frutti della conversione e alternativa alla eterna perdizione. Per cui l’uomo, anche desideroso di ascoltare il monito del profeta, ne riceveva la denuncia del suo peccato, ma non la forza di uscirne. Per cui questi “frutti degni della conversione” non riusciva a darli… E incombeva su tutti la minaccia apocalittica di finire nel fuoco inestinguibile. Il popolo che ascoltava la chiamata di Giovanni alla conversione, lavava nell’acqua i propri peccati, ma non ne traeva la forza per non ripeterli allo stesso modo…
Ecco dunque Giovanni che si vede venire incontro Gesù, l’unico estraneo a questo dramma insolubile di desiderio e di incapacità di conversione. Forse sta iniziando un’era nuova, quella predetta in modo misterioso dal profeta? Gesù è quel personaggio nuovo che usa misericordia e tenerezza, che non spegne lo stoppino fumigante e non spezza la canna incrinata? Giovanni non sa più che debba fare… e si affida a chi gli dice che sta iniziando “un altro livello di giustizia” tra gli uomini e Dio.

Colui che assume e porta i peccati del mondo
Gesù è simbolicamente l’ultimo della fila di tutti i battesimi di penitenza. Si chiude ogni ciclo e ogni tappa precedente e si apre il tempo definitivo, perché questo battesimo nuovo è l’unico veramente efficace, e rende superflui tutti gli altri, per sempre. Gesù non ha peccati da lavare nelle acque del Giordano, come la gente che va a purificarsi nei fiumi “religiosi”, lasciandovi i propri peccati, le loro macchie e la loro continuamente rinascente fragilità e malizia. Loro entrano nell’acqua sporchi e pregano per uscirne puliti. Gesù entra nell’acqua pulito e ne esce sporco, ludibrio delle genti, perché vi ha raccolto tutti i peccati del mondo, che gli si sono attaccati alla pelle, se li è caricati sulle spalle… E comincia così la sua vita pubblica di Messia, si avvia così alla sua sorte, con questo carico immenso, prima verso il deserto, alle tentazioni (come ridiventato sensibile a tutte le debolezze umane!), poi ad annunciare il Vangelo di misericordia per i poveri e i peccatori, inascoltato dai giusti e dai maestri di Israele, progressivamente rifiutato dal potere religioso politico economico… fino ad essere inchiodato sulla croce assieme ai delinquenti… La giusta fine, per colui che si era preso sulle spalle i nostri delitti!

Questi è il mio figlio prediletto.
Quando Gesù emerge dall’acqua, con sulle spalle e in cuore questa sua destinazione, sente su di sé il sigillo dello Spirito. Adesso tutta la storia della dannazione dell’umanità (la giustizia!) si è compiuta, sotto il segno della misericordia e della pace… tra il Padre e questo uomo, suo figlio, divenuto fratello di tutti gli uomini, di cui ha assunto la debolezza e il peccato. Finalmente la colomba della pace che aspettava da millenni di trovare dove posarsi, scende su di lui, che preserva per sempre l’umanità dal diluvio, dalla scure, dal ventilabro e dal fuoco inestinguibile.
Il Padre riconosce e conferma di fronte al mondo (a chi lo ascolta!) il nuovo motore dell’universo, il mistero nascosto fin dall’origine del mondo: - è questo il segreto cristiano, il Cristo! L’inversione, appunto, del spinta propulsiva del mondo, che non era possibili si manifestasse, se non adesso, quando il mondo è arrivato misteriosamente alla pienezza dei tempi. L’universo intero era fondato (rimane materialmente fondato) sull’assorbimento (la fagocitazione!) dell’energia fisica e vitale dall’altro, più debole di te, perchè della sua morte, o diminuzione, tu hai bisogno per “sopravvivere”! Ogni essere vive dell’energia rubata all’altro, sussiste per assorbimento dell’altrui identità… In Gesù invece si manifesta pienamente una nuova “alleanza”, una nuova “luce”… preannunciata dai profeti. Il nuovo motore che cambierà definitivamente le sorti del mondo, a partire dal suo livello umano più alto, quello dello spirito, è questa grazia, questo “dono” divino – la possibilità di donare la propria vita, la propria energia vitale all’altro più debole di te, assumerne la debolezza per soccorrerla e accudirla con il tuo amore. Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici!

…Nel quale mi sono compiaciuto!
Nel Padre, che è l’origine eterna della vita, c’è un sussulto di gioia, perché qui si manifesta per la prima volta pienamente nella storia, la sua realtà più intima, misteriosa e irraggiungibile per noi, ma non incomprensibile. La sua intima realtà trinitaria di circuito d’amore, dove il dono totale dell’uno all’altro fino allo sprofondamento di sé che ci è stato rivelato nel figlio, non è causato della necessità sacrificale, come sempre l’uomo ha interpretato Dio, ma dalla forza esplosiva del dono di sé che genera la vita dell’altro. La gioia del Padre è che il Figlio ha assunta la debolezza degli uomini sulle proprie spalle e riporterà a lui tutti i suoi figli, coinvolgendo quelli che accettano di seguirlo su questa strada – e saranno segnati anche loro da questo originale sigillo battesimale “cristiano”, che è l’assumersi il peccato altrui… e donare la propria vita per fare vivere gli altri.

Adesso sto rendendomi conto che…
Pietro è il modello del nostro incerto e nello stesso tempo volonteroso cammino di fede. Uscire dalla religione contrattuale, moralistica, rituale… che tende a sottomettere Dio alle nostre modalità storiche e culturali di avvicinarci a lui, ci sconvolge sempre, di nuovo. Quando l’impatto con altre modalità ed altre culture (oggi come mai nella storia dell’umanità!) ci fa vedere che lo Spirito (l’Amore aperto in Dio e negli uomini) si trova dappertutto, non ha confini, mette in crisi la nostra fragile fede, che aveva già imprigionato la potenza dello Spirito nelle nostre storiche devozioni e impostazioni, prassi e regolamenti… Allora bisogna che l’amore ai “volti” che incontriamo sia più forte di questo smarrimento … per poter riaprire il cuore e dire, anche noi: Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. Altrimenti eleveremo gli steccati o le condanne (o i roghi!) e faremo della grazia che il Signore ci ha donato, un’assurda barriera di esclusione dalla salvezza proprio di coloro che Gesù nel Vangelo ci ha insegnato a privilegiare d’amore: i poveri, i peccatori, i prigionieri, gli afflitti dal male e dal dolore, troppo più grande di loro.

Mentre adesso – in questo nostro tempo! ‑ come mai, stanno maturando i tempi i cui i cristiani possono rimisurare la salvezza portata da Gesù Cristo sulle misure infinite dell’universo.

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