E' di oggi questo articolo pubblicato su Avvenire, ci sembra una bella alternativa ai corsi di idraulica che alcune auspicano per la formazione permanente, pur senza precludere una simile preziosa manualità!!!
Le monache benedettine dell’Adorazione perpetua che tengono la Scuola di cultura monastica: «La clausura non è fuga dal mondo, ma servizio»
Lezioni di ebraico biblico in monastero DI ANNALISA GUGLIELMINO
Le finestre del monastero di via Bellotti non sono solo « aperte sul cielo». Fuori dalla clausura, c’è un mondo al servizio del quale si apre la chiesa delle benedettine dell’Adorazione perpetua: il corso elementare di ebraico biblico è l’ennesimo segno di questo servizio.
La «Scuola di cultura» per i laici è un’iniziativa che negli ultimi dieci anni, sotto il patrocinio del Pontificio ateneo Sant’Anselmo di Roma e dell’Istituto superiore di scienze religiose della Lombardia, ha offerto corsi di storia del monachesimo e delle Regole, d’iconografia, di arte delle miniature. Quest’anno il tema proposto è « Il monachesimo e il mondo » , che svilupperà l’ipotesi delle radici ebraiche del monachesimo cristiano (inizio: 20 ottobre). E per la prima volta, spiega la Priora del monastero, madre Maria Geltrude Arioli, « per ampliare le conoscenze del mondo ebraico e per fornire strumenti per lo studio approfondito della Parola di Dio, comincerà anche il corso di ebraico biblico » ( inizio: 23 ottobre). Ancora per alcuni giorni è possibile l’iscrizione.
«Una volta quando si parlava di monasteri, si evocava sempre l’immagine della “fuga dal mondo” – sorride madre Geltrude –. Ma questa definizione è assai parziale». La religiosa ricorda il recente intervento di Papa Benedetto XVI a Parigi, sulla funzione svolta dai monasteri benedettini nella edificazione della civiltà europea. «Anche oggi – aggiunge – questi elementi essenziali della vita benedettina sono attuali e vivi nelle realtà monastiche » . Come in via Bellotti, dove sorge il monastero delle benedettine del Santissimo Sacramento: proprio nel centro cittadino, le monache offrono la possibilità di frequentare la chiesa, sempre aperta, partecipando all’adorazione eucaristica, alla celebrazione della Messa cantata in gregoriano e delle ore liturgiche che ritmano il tempo delle giornate con il canto e la contemplazione della Parola di Dio. La sera che precede le più grandi solennità è poi possibile partecipare a veglie liturgiche secondo il rito latino o bizantino, animate dal canto di salmi o di inni orientali. Le stesse monache, inoltre, scrivono le icone sacre che adornano il monastero. «Tutto questo – conclude la priora – conferma che la clausura monastica è un modo per “aprirsi” di più, in modo solidale ed essenziale ai bisogni più veri delle persone ».
Le monache benedettine dell’Adorazione perpetua che tengono la Scuola di cultura monastica: «La clausura non è fuga dal mondo, ma servizio»
Lezioni di ebraico biblico in monastero DI ANNALISA GUGLIELMINO
Le finestre del monastero di via Bellotti non sono solo « aperte sul cielo». Fuori dalla clausura, c’è un mondo al servizio del quale si apre la chiesa delle benedettine dell’Adorazione perpetua: il corso elementare di ebraico biblico è l’ennesimo segno di questo servizio.
La «Scuola di cultura» per i laici è un’iniziativa che negli ultimi dieci anni, sotto il patrocinio del Pontificio ateneo Sant’Anselmo di Roma e dell’Istituto superiore di scienze religiose della Lombardia, ha offerto corsi di storia del monachesimo e delle Regole, d’iconografia, di arte delle miniature. Quest’anno il tema proposto è « Il monachesimo e il mondo » , che svilupperà l’ipotesi delle radici ebraiche del monachesimo cristiano (inizio: 20 ottobre). E per la prima volta, spiega la Priora del monastero, madre Maria Geltrude Arioli, « per ampliare le conoscenze del mondo ebraico e per fornire strumenti per lo studio approfondito della Parola di Dio, comincerà anche il corso di ebraico biblico » ( inizio: 23 ottobre). Ancora per alcuni giorni è possibile l’iscrizione.
«Una volta quando si parlava di monasteri, si evocava sempre l’immagine della “fuga dal mondo” – sorride madre Geltrude –. Ma questa definizione è assai parziale». La religiosa ricorda il recente intervento di Papa Benedetto XVI a Parigi, sulla funzione svolta dai monasteri benedettini nella edificazione della civiltà europea. «Anche oggi – aggiunge – questi elementi essenziali della vita benedettina sono attuali e vivi nelle realtà monastiche » . Come in via Bellotti, dove sorge il monastero delle benedettine del Santissimo Sacramento: proprio nel centro cittadino, le monache offrono la possibilità di frequentare la chiesa, sempre aperta, partecipando all’adorazione eucaristica, alla celebrazione della Messa cantata in gregoriano e delle ore liturgiche che ritmano il tempo delle giornate con il canto e la contemplazione della Parola di Dio. La sera che precede le più grandi solennità è poi possibile partecipare a veglie liturgiche secondo il rito latino o bizantino, animate dal canto di salmi o di inni orientali. Le stesse monache, inoltre, scrivono le icone sacre che adornano il monastero. «Tutto questo – conclude la priora – conferma che la clausura monastica è un modo per “aprirsi” di più, in modo solidale ed essenziale ai bisogni più veri delle persone ».
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