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sabato 18 ottobre 2008

La bellezza dei semplici


Verranno beatificati domani, 19 ottobre, a Lisieux i genitori di santa Teresa

Domenica 19 ottobre, verranno beatificati, nella basilica di Lisieux (Francia), Luigi Martin (1823-1894) e Zelia Guérin (1831-1877), genitori di santa Teresa del Bambino Gesù, dottore della Chiesa, patrona delle missioni e della Francia (insieme a santa Giovanna d'Arco). Il rito sarà presieduto dal vescovo di Bayeux et Lisieux, mons. Pierre Pican, mentre la formula di beatificazione sarà pronunciata dal card. José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi.
Luigi e Zelia avevano entrambi pensato alla vita religiosa, prima di incontrarsi e di sposarsi il 12 luglio 1858. Cristiani ferventi, ebbero nove figli, di cui quattro morirono nei primi mesi o anni di vita. Nel 1865, Zelia fu colpita da un cancro, ma non per questo rinunciò a nuove maternità; all'età di 41 anni diede alla luce l'ultimogenita, Teresa, che aveva poco più di quattro anni quando la madre morì. Luigi seguì la crescita umana e spirituale delle figlie e diede il suo consenso alla loro vocazione religiosa. Nel 1888, iniziò per lui la prova di una malattia, durata fino alla morte. La quotidianità più semplice e, se si vuole banale, è quella domestica, della propria casa, della propria famiglia: padre, madre e prole. Un ritmo che batte intenso lo scorrere del tempo e delle giornate. L'esperienza della vita, dell'esistenza che inizia e che si conclude, donando a ciascuno un volto, un'educazione, un sentire specifico per cui si può dire "noi".
"Noi" Martin appunto. Luigi e Zelia e una schiera di bimbi, purtroppo con sole cinque figlie sopravvissute all'alta mortalità infantile di allora. Borghesi lavoratori: orologiaio e gioielliere lui, imprenditrice lei. Orari precisi, commerci da sviluppare. Zelia, donna dalle mani d'oro, aveva appreso un famoso punto detto Alençon, un traforo di pizzo straordinario. Non si accontentava però di produrlo, era capace di farlo produrre da una serie di operaie a domicilio. Per sé riservava la parte più ardua: unire i diversi pezzi senza che le cuciture risaltassero all'occhio. Lavoro massacrante e "detestato" perché sottraeva energie, ricercato però perché educare e accasare ben cinque figlie non era impresa da poco, neppure nella seconda metà dell'Ottocento.
Luigi, pur lui uomo dalle mani d'oro, prosperava con il suo negozio, coltivava l'hobby della pesca e dei viaggi. La richiesta però del pizzo l'indusse a diventarne l'incaricato delle vendite (così viaggiava ancora!!) e il conto in banca dei Martin si ingrossava notevolmente. Una bella casa, una domestica, qualche vacanza al mare, gli "status symbols" della vita borghese si notavano tutti. Eppure, in questo contesto, così ovvio e scontato, vibrava ben altro: il centro della vita dei genitori era il loro amore radicato nell'Amore di Dio. Non era il succedaneo della domenica o delle feste, quel tocco natalizio e pasquale che, via, allora non poteva mancare nella Francia cattolica. Era atmosfera, aria che si respirava a pieni polmoni. Senza costrizione, senza rigore, con piena e sovrana libertà: Luigi rideva e giocava con le sue bimbe, Zelia a fatica si separava da lui durante le vacanze al mare. In casa risuonava il canto della bella voce di Luigi, il chiacchiericcio delle piccole, i loro bisticci infantili presto corretti e riportati alla pace. I rapporti umani, solidi e veri, erano il terreno più fecondo perché l'amicizia di Dio pervadesse tutto. Niente di strano che da questo piccolo ambiente scaturisse la grande santa Teresa di Gesù Bambino.
Un quotidiano portato a santità, un quotidiano vissuto nella relazione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, senza forzature ma con piena riconoscenza e adesione.
Spesso i genitori chiedono: come fare a trasmettere la fede ai figli? Talvolta, diventa un interrogativo dilaniante che si scontra con il muro del rifiuto opposto proprio da chi nella vita è più caro perché gli si è data la vita stessa. Luigi e Zelia forse non se lo sono mai chiesto, semplicemente hanno vissuto la loro testimonianza. Teresa scrive di non aver mai avuto bisogno di imparare a pregare, le era sufficiente guardare il volto di suo padre orante per capire come pregavano i santi. E non si sbagliò, neppure in questo! Santi entrambi i genitori, santi nel vincolo del matrimonio, del loro reciproco affetto.
Una società, per molti aspetti, sdolcinata e legata a forti condizionamenti borghesi, illuminata dalla luce del Vangelo, avrebbe prodotto il frutto della semplicità più rara: una coppia di amanti, di genitori attenti, di cristiani volti al servizio di chiunque avesse bisogno. Prestare ingenti somme, intaccando il capitale in banca per soccorrere qualche persona caduta nell'indigenza, non è una decisione facile, neppure per un single, figurarsi per una famiglia con cinque figlie! Alzarsi in tempo per la prima messa delle 5 e 30, malgrado il cancro divorante che per ben 12 anni annientò il fisico di Zelia, senza per questo sottrarsi a nessuno compito lavorativo ed educativo, non è "normale". Prestarsi nelle mansioni più umili (in concreto: svuotare i pitali della famiglia!) era per Luigi compito onorevole, quanto l'Adorazione notturna e un bel viaggio/pellegrinaggio. Temperamento coraggioso e irascibile il suo, eppure reso mite dalla grazia: lo si vedeva arrossire ma non trascendere. Quanto gli costò separarsi da Zelia e rimanere solo con cinque giovani figlie, lo dissero le lacrime copiose; decise anche, generosamente, di lasciare Alençon, dove aveva cari amici ed era stimato, per avvicinare le figlie alla cognata a Lisieux.
Luigi e Zelia: il volto feriale, borghese, di una coppia trasfigurata dall'Amore e divenuta festa di santi.

C. Dobner in Sir, 15 ottobre 2008

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