“Gesù è il centro di gravitazione universale!” …è la scoperta sconvolgente e incredibile dei discepoli: proprio Gesù, l’amico e il maestro, “… quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono” (1Gv 1,1)!- Lui l’aveva detto: “Io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”. Questo hanno capito, una volta che l’hanno rivisto risorto e hanno cominciato a ripensare tutto quanto aveva annunciato e fatto. La liturgia, come preparazione più ravvicinata alla Pasqua, ci riposta oggi a questo mistero originario della fede cristiana. Mistero… perché non è una gravitazione “di necessità”, come una legge fisica o psichica, ma è una gravitazione di amore. Perché passa attraverso il dramma insondabile della libertà umana, in una natura ferità, lacerata tra il fascino di questa attrazione salvatrice e la nostra appartenenza inscindibile ad una struttura interiore e tribale arcaica, dura come la pietra, abbarbicata alla propria salvezza, refrattaria al dono rischioso della propria vita… L’età della pietra e l’età del cuore, sono separate da quest’abisso insuperabile alle nostre forze. Eppure le due contrastanti dinamiche di vita sono compresenti nell’intimo di ogni uomo. La grazia del passaggio da una dinamica di vita all’altra, è, appunto, la “pasqua” a cui ci prepariamo… per rinnovare in noi quello che è avvenuto in Cristo. Un passaggio, fatto tante volte, rimesso altrettante volte in discussione e oscurato (o regredito o tradito) ogni volta che l’istinto di sopravvivenza ad ogni costo, si tramuta in paura — e, in fin dei conti, in rifiuto di rinnegare il proprio io… per lasciarci strappare “dolcemente” un pezzetto della nostra vita — e donarlo a chi ne ha fame.
La prima alleanza non è finita, ma si trasforma nella seconda! Ha raggiunto il suo compito, ma non è sparita storicamente, nel senso che non sia più presente nel cuore dell’umanità. Anzi è fenomenologicamente dominante, con tutte le sue tragedie sanguinanti senza fine. Il cammino del popolo d’Israele, simbolo dell’umanità tutta, prosegue anche dopo il dono della Legge sul Sinai, tra serpenti velenosi. Fino ad oggi, ancora la storia è un deserto disseminato di poche oasi e tanta sabbia. Perché la Legge, pur segno irrinunciabile di civiltà, è impotente a cambiare il cuore dell’uomo, e non può che difendersi con la sanzione, la punizione, la forza coattiva (violenta!), per far osservare ciò che gli uomini altrimenti violerebbero metodicamente. Non solo la legge e le istituzioni civili hanno bisogno della violenza coattiva, ma la legge religiosa e la Chiesa stessa sono impotenti, radicalmente inadeguate al loro stesso scopo fondamentale, che è la salvezza “per amore”, ricevuta e donata in Cristo! Per cui sono purtroppo ancora necessarie le sanzioni, le minacce, le scomuniche… L’età dell’Alleanza di amore, profetizzata da Geremia e dai suoi amici, profeti dell’esilio, è ancora di là da venire. O meglio, è già definitivamente stipulata ed efficace in Gesù, nostro salvatore. Il quale però, ha soltanto aperto le iscrizioni, perché l’adesione è e rimane libera e mai automatica, come fosse data una volta per sempre! La seconda Alleanza, infatti, è preceduta da una condizione sempre messa ben in chiaro da Gesù stesso: “se vuoi”!... L’aver dimenticato o messo in ombra questa premessa fondamentale dell’esser cristiano provoca le incomprensioni, i fraintendimenti, le pretese… e le delusioni, che spesso feriscono il singolo discepolo di Gesù e la chiesa! La quale non può fare a meno di usare dei mezzi ambigui di questo mondo in cui vive, ma dovrebbe essere conscia della radicale inidoneità di ogni mezzo “umano” alla logica evangelica, che può fiorire solo nell’adesione di una coscienza libera! Pagando sempre salato i costi di questa libertà… fino ai nostri giorni, quando ci tocca leggere l’amaro e patetico ritorno del lamento di Paolo: «Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!" Sono stato sempre incline a considerare questa frase come una delle esagerazioni retoriche che a volte si trovano in san Paolo. Sotto certi aspetti può essere anche così. Ma purtroppo questo “mordere e divorare” esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata. È forse motivo di sorpresa che anche noi non siamo migliori dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che dobbiamo imparare sempre di nuovo l’uso giusto della libertà? E che sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore?» [Benedetto XVI. Lett. ai Vescovi, 10.03.’09]. Non è ancora, dunque, come sperava Geremia, il tempo in cui non ci saranno più leggi e sanzioni , emarginazioni e scomuniche, il tempo in cui i credenti “non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore»… Ma appunto “sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore!”: Ma questo non avviene senza riappropriarsi ancora una volta della Pasqua!
Il passaggio… “la Pasqua”, è avvenuta in Gesù!
La condizione storica dell’uomo è vivere sul crinale tra la legge scritta sulla pietra, e la legge iscritta nel cuore (noi diremmo nella coscienza che ama…). Il passaggio dall’una all’altra è il dramma appassionato descritto dalla lettera agli Ebrei: Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. La sua “carne terrena” era dello stesso impasto della nostra, rifiutava istintivamente, con grida e lacrime, lo stritolamento del meccanismo perverso del potere che lo voleva eliminare. Anche lui, come ogni uomo schiacciato dalla prepotenza del male (proprio e altrui!), si rivolge al Dio può liberarlo… Ma il Dio dell’onnipotenza è un idolo costruito dal “bisogno dell’uomo”, è la personalizzazione del gemito della creatura oppressa! La quale, invece, — l’abbiamo visto troppe volte! — si sente proprio abbandonata… alla sua sorte sulla terra! Anche Gesù, “pur essendo figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì”! Ha dovuto sperimentare l’abbandono del Padre, che non l’ha ascoltato nella sua implorazione di evitargli la morte. Pur pregando e sperando, con disperata speranza, come noi, ha dovuto “passare attraverso” il non senso della totale solitudine, del rifiuto, del dolore e della morte, senza che nessuno intervenisse, ad alleviarlo e curarsi di lui! Se non ci fosse passato dentro (cioè senza la passione della pasqua!) non l’avrebbe imparato — osa dire la lettera agli Ebrei! Perché l’adesione umana alla volontà del Padre è storica non virtuale, cioè si avvera e si rinnova nelle drammatiche vicende della vita! Il nuovo testo che dice: fu esaudito” per il pieno abbandono” al Padre, spiega bene, rispetto alla traduzione precedente cui eravamo abituati: per la sua pietà! Ma letteralmente si potrebbe dire: per aver “preso bene” ( dolcemente) la sua dolorosa vicenda — come volontà del Padre! Ovviamente non era la volontà del Padre che Gesù fosse ucciso dalla malvagità, vigliaccheria e gelosia dei rappresentanti del potere del tempo! Anche se da questi mali non l’ha liberato. Dio non ha mai avuto bisogno di questi sacrifici di sofferenza per soddisfare o compensare l’offesa della malvagità degli uomini. Sarebbe bestemmia pensarlo! Ma Gesù “fu esaudito”, per il fatto che, perseguitato dalla coalizione del male contro di lui, innocente e inerme, rimase fermo nella sua totale dedizione all’amore, alla verità, alla fedeltà… su cui si fonda la nuova Alleanza (il legame di amore indistruttibile con Dio e con gli uomini, anche suoi uccisori). A questo suo amore totale va il “compiacimento” di cui il Padre ha detto al battesimo e alla trasfigurazione e che qui rinnova. Per questo l’ha mandato nel mondo, a portare a compimento, con il suo sangue, l’antica Alleanza!
Se il chicco di grano… L’aveva detto e ripetuto ai discepoli, ma adesso è venuta l’ora di proclamarlo a tutte le genti, rappresentate da questo gruppetto di “greci” che vogliono vedere Gesù. Sta per iniziare il racconto dell’ultima cena e della successiva passione e morte, perché ormai è giunta l’ora di svelare “la sua gloria”: che letteralmente si potrebbe tradurre “il suo peso” — di baricentro gravitazionale dell’universo. Loro chiedevano di poterlo vedere! Ecco, guardate e ascoltate: questa è la sua identità più intima. È lui il seme che deve marcire sotterra per poter dare frutto… È lui che è costretto dalla morsa entro la quale lo schiacciano, a odiare la propria vita, cioè preferire d’esser torturato e ucciso, piuttosto che tradire o rinnegare l’amore, come invece faranno i suoi deboli discepoli, terrorizzati dalla paura di finire allo stesso modo! Questa totale fedeltà all’amore e alla verità (al Padre suo e ai suoi fratelli!) è l’alleanza nuova. Non è un nuovo patto con nuovi comandamenti: è il principio che da sempre muove la sua vita, la dinamica interiore o la forza propulsiva e pervasiva di tutto il suo cuore, di tutta la sua anima, di tutte le sue forze… Un mistero interiore così scarnificante (l’anima mia è angosciata), ma pure così determinato (per questo sono giunto a quest’ora!) che l’esito non può essere che l’implorazione e la consegna al Padre, “perché sia glorificato il suo nome”, come ha insegnato anche a noi, a pregare! E infatti scoppia — incompressibile a chi non crede! — la risposta dall’alto della vera gloria di Gesù, che è l’unione indissolubile tra la croce insanguinata e la resurrezione gloriosa che essa contiene. Oramai per il principe di questo mondo (il promotore della competizione e dell’odio tra gli uomini) la fine è segnata!
La prima alleanza non è finita, ma si trasforma nella seconda! Ha raggiunto il suo compito, ma non è sparita storicamente, nel senso che non sia più presente nel cuore dell’umanità. Anzi è fenomenologicamente dominante, con tutte le sue tragedie sanguinanti senza fine. Il cammino del popolo d’Israele, simbolo dell’umanità tutta, prosegue anche dopo il dono della Legge sul Sinai, tra serpenti velenosi. Fino ad oggi, ancora la storia è un deserto disseminato di poche oasi e tanta sabbia. Perché la Legge, pur segno irrinunciabile di civiltà, è impotente a cambiare il cuore dell’uomo, e non può che difendersi con la sanzione, la punizione, la forza coattiva (violenta!), per far osservare ciò che gli uomini altrimenti violerebbero metodicamente. Non solo la legge e le istituzioni civili hanno bisogno della violenza coattiva, ma la legge religiosa e la Chiesa stessa sono impotenti, radicalmente inadeguate al loro stesso scopo fondamentale, che è la salvezza “per amore”, ricevuta e donata in Cristo! Per cui sono purtroppo ancora necessarie le sanzioni, le minacce, le scomuniche… L’età dell’Alleanza di amore, profetizzata da Geremia e dai suoi amici, profeti dell’esilio, è ancora di là da venire. O meglio, è già definitivamente stipulata ed efficace in Gesù, nostro salvatore. Il quale però, ha soltanto aperto le iscrizioni, perché l’adesione è e rimane libera e mai automatica, come fosse data una volta per sempre! La seconda Alleanza, infatti, è preceduta da una condizione sempre messa ben in chiaro da Gesù stesso: “se vuoi”!... L’aver dimenticato o messo in ombra questa premessa fondamentale dell’esser cristiano provoca le incomprensioni, i fraintendimenti, le pretese… e le delusioni, che spesso feriscono il singolo discepolo di Gesù e la chiesa! La quale non può fare a meno di usare dei mezzi ambigui di questo mondo in cui vive, ma dovrebbe essere conscia della radicale inidoneità di ogni mezzo “umano” alla logica evangelica, che può fiorire solo nell’adesione di una coscienza libera! Pagando sempre salato i costi di questa libertà… fino ai nostri giorni, quando ci tocca leggere l’amaro e patetico ritorno del lamento di Paolo: «Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!" Sono stato sempre incline a considerare questa frase come una delle esagerazioni retoriche che a volte si trovano in san Paolo. Sotto certi aspetti può essere anche così. Ma purtroppo questo “mordere e divorare” esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata. È forse motivo di sorpresa che anche noi non siamo migliori dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che dobbiamo imparare sempre di nuovo l’uso giusto della libertà? E che sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore?» [Benedetto XVI. Lett. ai Vescovi, 10.03.’09]. Non è ancora, dunque, come sperava Geremia, il tempo in cui non ci saranno più leggi e sanzioni , emarginazioni e scomuniche, il tempo in cui i credenti “non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore»… Ma appunto “sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore!”: Ma questo non avviene senza riappropriarsi ancora una volta della Pasqua!
Il passaggio… “la Pasqua”, è avvenuta in Gesù!
La condizione storica dell’uomo è vivere sul crinale tra la legge scritta sulla pietra, e la legge iscritta nel cuore (noi diremmo nella coscienza che ama…). Il passaggio dall’una all’altra è il dramma appassionato descritto dalla lettera agli Ebrei: Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. La sua “carne terrena” era dello stesso impasto della nostra, rifiutava istintivamente, con grida e lacrime, lo stritolamento del meccanismo perverso del potere che lo voleva eliminare. Anche lui, come ogni uomo schiacciato dalla prepotenza del male (proprio e altrui!), si rivolge al Dio può liberarlo… Ma il Dio dell’onnipotenza è un idolo costruito dal “bisogno dell’uomo”, è la personalizzazione del gemito della creatura oppressa! La quale, invece, — l’abbiamo visto troppe volte! — si sente proprio abbandonata… alla sua sorte sulla terra! Anche Gesù, “pur essendo figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì”! Ha dovuto sperimentare l’abbandono del Padre, che non l’ha ascoltato nella sua implorazione di evitargli la morte. Pur pregando e sperando, con disperata speranza, come noi, ha dovuto “passare attraverso” il non senso della totale solitudine, del rifiuto, del dolore e della morte, senza che nessuno intervenisse, ad alleviarlo e curarsi di lui! Se non ci fosse passato dentro (cioè senza la passione della pasqua!) non l’avrebbe imparato — osa dire la lettera agli Ebrei! Perché l’adesione umana alla volontà del Padre è storica non virtuale, cioè si avvera e si rinnova nelle drammatiche vicende della vita! Il nuovo testo che dice: fu esaudito” per il pieno abbandono” al Padre, spiega bene, rispetto alla traduzione precedente cui eravamo abituati: per la sua pietà! Ma letteralmente si potrebbe dire: per aver “preso bene” ( dolcemente) la sua dolorosa vicenda — come volontà del Padre! Ovviamente non era la volontà del Padre che Gesù fosse ucciso dalla malvagità, vigliaccheria e gelosia dei rappresentanti del potere del tempo! Anche se da questi mali non l’ha liberato. Dio non ha mai avuto bisogno di questi sacrifici di sofferenza per soddisfare o compensare l’offesa della malvagità degli uomini. Sarebbe bestemmia pensarlo! Ma Gesù “fu esaudito”, per il fatto che, perseguitato dalla coalizione del male contro di lui, innocente e inerme, rimase fermo nella sua totale dedizione all’amore, alla verità, alla fedeltà… su cui si fonda la nuova Alleanza (il legame di amore indistruttibile con Dio e con gli uomini, anche suoi uccisori). A questo suo amore totale va il “compiacimento” di cui il Padre ha detto al battesimo e alla trasfigurazione e che qui rinnova. Per questo l’ha mandato nel mondo, a portare a compimento, con il suo sangue, l’antica Alleanza!
Se il chicco di grano… L’aveva detto e ripetuto ai discepoli, ma adesso è venuta l’ora di proclamarlo a tutte le genti, rappresentate da questo gruppetto di “greci” che vogliono vedere Gesù. Sta per iniziare il racconto dell’ultima cena e della successiva passione e morte, perché ormai è giunta l’ora di svelare “la sua gloria”: che letteralmente si potrebbe tradurre “il suo peso” — di baricentro gravitazionale dell’universo. Loro chiedevano di poterlo vedere! Ecco, guardate e ascoltate: questa è la sua identità più intima. È lui il seme che deve marcire sotterra per poter dare frutto… È lui che è costretto dalla morsa entro la quale lo schiacciano, a odiare la propria vita, cioè preferire d’esser torturato e ucciso, piuttosto che tradire o rinnegare l’amore, come invece faranno i suoi deboli discepoli, terrorizzati dalla paura di finire allo stesso modo! Questa totale fedeltà all’amore e alla verità (al Padre suo e ai suoi fratelli!) è l’alleanza nuova. Non è un nuovo patto con nuovi comandamenti: è il principio che da sempre muove la sua vita, la dinamica interiore o la forza propulsiva e pervasiva di tutto il suo cuore, di tutta la sua anima, di tutte le sue forze… Un mistero interiore così scarnificante (l’anima mia è angosciata), ma pure così determinato (per questo sono giunto a quest’ora!) che l’esito non può essere che l’implorazione e la consegna al Padre, “perché sia glorificato il suo nome”, come ha insegnato anche a noi, a pregare! E infatti scoppia — incompressibile a chi non crede! — la risposta dall’alto della vera gloria di Gesù, che è l’unione indissolubile tra la croce insanguinata e la resurrezione gloriosa che essa contiene. Oramai per il principe di questo mondo (il promotore della competizione e dell’odio tra gli uomini) la fine è segnata!
2 commenti:
Di fronte ad un commento così ampio, vero, toccante..... solo due risonanze: l'impotenza e inidoneità umana, con la disperata speranza solo... se vuoi.
Grazie
Questo mio commento non riguarda in particolare il post dove rispondo: mi trovo davanti ad un problema tecnico! "I testimoni del nulla" non compare nel mio schermo, sul cui tema ha risposto 'ntonia. Così come non mi appare l'indicazione "posta un commento" sul tema Meretrix, di conseguenza non riesco a commentare nulla. Come mai questa stranezza? Ciao a tutti!
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