Leggendo i giornali in questi giorni, si ha come l’impressione che l’Italia non esista più…
Quel patto sociale che ci teneva uniti e che ci costituisce Nazione si è sfaldato da tempo ed ora sembra giungere al capolinea.
La verità e il bene comune non sono più il criterio ultimo dell’agire politico-economico-religioso.
Tanti, troppi sono gli episodi che mostrano chiaramente il venir meno di questo patto di solidarietà di una società che rifiuta di crescere aprendosi al futuro accettandone i rischi (ma non dicevano i liberisti che senza rischio non c’è impresa?) per rifugiarsi invece nelle false sicurezze di un passato che perché passato non può che comunicare il proprio essere trapassato…
L’impressione che se ne ricava è un “fuggi-fuggi”, un “si salvi chi può” mentre la barca sta inesorabilmente affondando… La stazione di Viareggio è solo l’immagine visibile, di ciò che quotidianamente accade nel nostro Paese: ciascuno pensa per sé, ad accumulare per sé e per i propri amici e per gli amici degli amici…
Qualche episodio a caso?
Leggete questo articolo del Corriere: il criterio di giudizio, non è più la verità di un rapporto, di un ruolo istituzionale, il criterio è: «se lo hai fatto tu, posso farlo anche io!». Un partito fa una cosa? Allora ci si sente autorizzati a fare altrettanto, poco importa se sia bene o giusto… I festini di Berlusconi? Ma li fanno anche gli altri! La lottizzazione della Rai? C’è sempre stata! I respingimenti? Ma anche a sinistra li hanno fatti! La clandestinità è un crimine? Anche all’estero fanno altrettanto! Insomma, «Le tue malefatte giustificano le mie»… Come se la menzogna dell’altro annullasse la propria!
Che cosa c’è da leggere ancora di questa legge “immonda”? Una volta affermato il principio disumano, poco importa come lo si addolcisce: la merda resta merda, nonostante il profumo di parole che ci si sparge sopra! Un cristiano dovrebbe vergognarsi di pensarle certe cose, figurarsi poi se le fa diventare leggi! A Gesù Cristo cosa si dirà? Che le sue parole nel Vangelo non contano niente perché non sono state dette dal Vaticano? O ci si gongolerà coi sofistici distinguo dell’Azzeccagarbugli di turno su quali sono le parole “ufficiali” della Santa Sede? Se è per questo anche quelle del Vaticano non sono quelle di Gesù Cristo! E se un cristiano non sa quali prevalgono si illude se spera nella propria salvezza…
Se poi si gioca con le parole, allora vuol dire che la dignità è calpestata da tempo… Nessuno Stato può creare delle leggi per violare delle leggi, nemmeno le dittature – che infatti si creano delle leggi ad personam – figurarsi il Vaticano! Se uno conosce il significato della parola clandestino non fa fatica a capire che nessuno Stato al mondo fa entrare i clandestini: non si chiamerebbero clandestini! Ma un conto è fare rispettare le leggi e la legalità, un altro è calpestare le ragioni per cui le leggi e la legalità esistono: la giustizia vera e per tutti! E cercare di assecondare le esigenze di coloro che le leggi loro malgrado non sono in grado di rispettarle è compito della giustizia propria di uno “Stato di diritto”! Uno Stato che approva leggi che, invece di accoglierle, criminalizzano le vittime della nostra voracità coloniale è uno Stato immorale e criminale! Anche se si chiama Gran Bretagna o Francia o Italia o Spagna – con o senza Zappatero! Non solo li riduciamo in miseria riducendoli alla fame e quant’altro, corrompendo i loro governi e sfruttando le loro ricchezze, ma li sbattiamo in galera se cercano di fuggire dalla miseria a cui noi li abbiamo ridotti! Più immorali di così si muore: si vede proprio che noi europei siamo figli di negrieri!
Ecco il vero relativismo! Non più i valori della persona – e le sue lacrime - come assoluto, persino di Dio (ma lo leggiamo il Vangelo?); non più il bene – e le sue ferite - di questo disgraziato pianeta (ma la leggiamo la Bibbia?); non più la ricerca autentica di ciò che è bene, vero, giusto per tutti (ma li leggiamo i documenti del Magistero che sono “parola ufficiale della Santa Sede”?)! Ma alleanze; corporazioni; lobby; opportunità… Apparenza senza sostanza?… Peggio! Quando non ci si preoccupa più nemmeno di salvare l’apparenza siamo allo sfascio, al decadimento di una nazione, allo sfaldamento di un patto di convivenza civile, all’immoralità fatta sistema!…
Basta entrare in un ospedale o salire su un treno o su un taxi o entrare in un ufficio o avere bisogno per qualche ragione dello “Stato” e dei suoi cittadini… per accorgersi di tutto questo, per accorgersi che lo Stato non c’è più, se non per battere cassa – elettorale o tributaria – per usarti!… e ti senti come un estraneo tra gente che credevi se non amici, almeno non nemici… e ti senti servo invece di essere servito… prigioniero di un sistema che si alimenta della tua umiliazione… E poi c'è chi si giustifica parlando di diffusa antipolitica... La vera antipolitica la fanno coloro che non si occupano del bene della polis!
Tassisti, notai, avvocati, professori universitari, medici, sono solo alcune delle categorie che solo a pronunciarle si trasformano in incubi… Gli onesti, oramai, sono dei martiri!
Per non parlare delle Banche e delle schifezze che ci fanno mangiare quelli dell’industria alimentare…
Se la mafia, come diceva il card. Pappalardo, è un modo di pensare prima che un’associazione a delinquere, questa è “mafia”… È come se tutta una nazione ne avesse assunto lo schema mentale di fondo… Quando leggo sui giornali che è stato sgominato un clan mafioso, mi vengono i brividi: lo Stato lo ha sconfitto perché lo combatte o perché ne ha integrato la mentalità? …
È come se tutto fosse diventato un “interesse privato in atti d’ufficio”… per questo la corruzione e l’evasione fiscale sono inarrestabili… Non sono le tasse che sono troppo alte, è il senso comune che è troppo basso! Il resto poi…
Il Parlamento? Sembra più una fabbrica di ingiustizie, che un luogo dove si cerca “prima di tutto la giustizia” se non del “Regno di Dio”, almeno degli uomini, del Paese o di quel che ne rimane… Così, l'anfiteatro della politica diventa l’arena dell’antipolitica... Il luogo per eccellenza della democrazia, diventa il laboratorio del suo disfacimento… Perché la democrazia è ancora questo: il potere è nelle mani del popolo che lo esercita anche attraverso i suoi rappresentanti… Ebbene qui c’è una diabolica originalità: Se le dittature “classiche” si fondano sulla sottrazione di questo potere al popolo, per darla a uno solo che decide per tutti… oggi il metodo è più subdolo e perverso, non si sottrae più il potere al popolo, si “sottrae” il popolo, disfacendone il tessuto che lo costituisce tale, la solidarietà! In fondo è questa la mentalità del leghismo: dividi gli italiani in lombardi, veneti, terroni… togli cioè il demo, il popolo, e otterrai automaticamente la crazia, il potere da gestire in conto proprio! Le leggi e i decreti di attuazione di questa mentalità sempre più maggioritaria non sono altro che la sua pianificazione… No! non è fascismo, è molto peggio, è il suicidio di un intero popolo attraverso la morte della sua millenaria cultura nata da infiniti incroci etnici e culturali, razziali e religiosi… È l’eclissi di un popolo, sradicandone i fondamenti della sua stessa ragion d’essere! Una forma di democraticidio attraverso un genocidio culturale. Nazionalismo senza Nazione! E osano parlare di «Leggi per il bene degli italiani»! Quali italiani? Con queste leggi si sta distruggendo la possibilità stessa di definirsi tali!
Altro che radici cristiane! Ironia della sorte, per paura di perdere i valori cristiani stanno uccidendo persino quel poco di cristiano che c’era nelle nostre istituzioni… Come in ogni totalitarismo: destinati a regnare su un mucchio di ceneri!…
E la Corte costituzionale? L’impressione è che sia più una Coorte d’altri tempi, con stipendi e privilegi e amicizie che la sensibilità odierna (anche di ieri per la verità!), rifiuta come offensive della dignità di un uomo “per bene”, figurarsi di un giudice “sopra le parti”… Certo che i “poteri” devono pur dialogare e incontrarsi, ma ci sono sedi opportune alla luce del sole dove questo può e deve essere fatto senza anche lontanamente dare l’impressione di essere “di parte”. Se non altro fatteci vedere che vi sforzate di esserlo! Mentre ora si ostenta il non esserlo! Perché così fan tutti? Ma è proprio per questo che non va fatto!
Altro che abbassare i toni! Non sono ancora sufficientemente alti! Si ha paura “della cattiva immagine” ignorando che l’immagine si può migliorare solo cambiandola, non nascondendola con un velo! Ecco il vero scandalo: non denunciarli, gli scandali! e volerli coprire, seppur provvisoriamente, per opportunità politica, diplomatica, istituzionale o qual si voglia altra ragione… È come voler rimandare la cura a dopo… nel frattempo il malato ci muore tra le dita… Si avranno mille ragioni, ma nessuna è tanto vera come quella della verità! E la verità la si difende rivelandola! Che guarda caso è esattamente l’opposto - non solo etimologico - di ipocrisia! E la giustizia per sua natura esiste là dove la si attua, non dove “la si rimanda”! Verità e giustizia sono parte integrante della “res publica”, senza le quali non c’è convivenza civile e valori costituzionali che tengano. E se non si è “garanti” di ciò, di cosa si è garanti? Si attui verità e giustizia e ci sarà pace e i “toni” si abbasseranno: ma non si può domandare a chi si vede cavare la dignità di non gridare dal dolore, usassero almeno l’anestetico!… Abbassare solo i toni, serve all’autarchia ad innalzare il proprio potere che indisturbato si crogiola nella menzogna e nell’ingiustizia che queste sì divorano la pace!
L’Italia di oggi? Una succursale di Rebibbia! Dove non puoi fare un gesto senza pagarne il corrispettivo… Dove se provi a dire qualcosa, se provi a domandare giustizia per tutti anche per lo straniero, sei disfattista, qualunquista, cattocomunista, persino “pessimista”… E se provi a non essere ipocrita, a non nascondere la verità dietro una maschera di perbenismo? Pura intimidazione! Chissà cosa direbbe questa gente leggendo certe espressioni di Gesù nel Vangelo, tipo “Guai a voi…”! L’avrebbero arrestato per intimidazione? Sicuramente!
E ci si chiede pure di “abbassare i toni”!
In tutta buona coscienza questi giudici, questi politici, questi economisti, si rivoltano nel fango dell’apologia della propria menzogna… Chissà con quale vangelo se la sono formata! Il bene comune avrebbe dovuto educarli almeno a questo: se non è comune non è bene!
Invece l’incuria generale, che si vede in ogni angolo della strada… dice oramai che siamo un popolo che è passato dal “fai da te” al “fai per te”… nell’illusione di potersi salvare nel giardinetto di casa propria e con qualche zattera di un conto estero!
E in tutto questo, gli equilibrismi clericali di un episcopato incapace di essere coralmente annunciatore di una novità altra rispetto alla pulsione autodistruttiva di un popolo… E tutto quello che sanno dire è, diplomaticamente: “porterà molto dolore” o peggio “non basta all’ordine pubblico”… Non si è capace di dire che queste leggi sono una “schifezza immonda indegna di un popolo civile e degna solo per gente destinata alla discarica (Geenna) eterna”? o sa troppo di cristianamente profetico?
Siamo dunque, noi testimoni, destinati alla stessa sorte di Edith Stein? Che condivise i destini del suo popolo (è così che una massa di persone diventa “popolo”: quando qualcuno se ne sente parte e agisce di conseguenza), senza poter fare niente per cambiarli?… Con un’aggravante in più, ora, gli aguzzini, non appartengono “a un altro popolo” (almeno dal versante degli aguzzini in quanto gli ebrei si sentivano parte integrante del popolo che li perseguitava), ma al tuo, carne della tua carne e sangue del tuo sangue… Le mani “assassine” non sono quelle del nemico, ma di coloro che continuano a proclamarsi tuoi amici…
Sta accadendo l’inverosimile: gli italiani si stanno costruendo con le proprie mani, le leggi e i forni con i quali si inceneriranno da soli… Se non ci “cambieremo mentalità” (questa è la conversione), faremo – anzi la stiamo già facendo – la fine di Atlantide: la nostra grandezza ridotta a mitologia seppellita negli abissi della storia!
Quel patto sociale che ci teneva uniti e che ci costituisce Nazione si è sfaldato da tempo ed ora sembra giungere al capolinea.
La verità e il bene comune non sono più il criterio ultimo dell’agire politico-economico-religioso.
Tanti, troppi sono gli episodi che mostrano chiaramente il venir meno di questo patto di solidarietà di una società che rifiuta di crescere aprendosi al futuro accettandone i rischi (ma non dicevano i liberisti che senza rischio non c’è impresa?) per rifugiarsi invece nelle false sicurezze di un passato che perché passato non può che comunicare il proprio essere trapassato…
L’impressione che se ne ricava è un “fuggi-fuggi”, un “si salvi chi può” mentre la barca sta inesorabilmente affondando… La stazione di Viareggio è solo l’immagine visibile, di ciò che quotidianamente accade nel nostro Paese: ciascuno pensa per sé, ad accumulare per sé e per i propri amici e per gli amici degli amici…
Qualche episodio a caso?
Leggete questo articolo del Corriere: il criterio di giudizio, non è più la verità di un rapporto, di un ruolo istituzionale, il criterio è: «se lo hai fatto tu, posso farlo anche io!». Un partito fa una cosa? Allora ci si sente autorizzati a fare altrettanto, poco importa se sia bene o giusto… I festini di Berlusconi? Ma li fanno anche gli altri! La lottizzazione della Rai? C’è sempre stata! I respingimenti? Ma anche a sinistra li hanno fatti! La clandestinità è un crimine? Anche all’estero fanno altrettanto! Insomma, «Le tue malefatte giustificano le mie»… Come se la menzogna dell’altro annullasse la propria!
Che cosa c’è da leggere ancora di questa legge “immonda”? Una volta affermato il principio disumano, poco importa come lo si addolcisce: la merda resta merda, nonostante il profumo di parole che ci si sparge sopra! Un cristiano dovrebbe vergognarsi di pensarle certe cose, figurarsi poi se le fa diventare leggi! A Gesù Cristo cosa si dirà? Che le sue parole nel Vangelo non contano niente perché non sono state dette dal Vaticano? O ci si gongolerà coi sofistici distinguo dell’Azzeccagarbugli di turno su quali sono le parole “ufficiali” della Santa Sede? Se è per questo anche quelle del Vaticano non sono quelle di Gesù Cristo! E se un cristiano non sa quali prevalgono si illude se spera nella propria salvezza…
Se poi si gioca con le parole, allora vuol dire che la dignità è calpestata da tempo… Nessuno Stato può creare delle leggi per violare delle leggi, nemmeno le dittature – che infatti si creano delle leggi ad personam – figurarsi il Vaticano! Se uno conosce il significato della parola clandestino non fa fatica a capire che nessuno Stato al mondo fa entrare i clandestini: non si chiamerebbero clandestini! Ma un conto è fare rispettare le leggi e la legalità, un altro è calpestare le ragioni per cui le leggi e la legalità esistono: la giustizia vera e per tutti! E cercare di assecondare le esigenze di coloro che le leggi loro malgrado non sono in grado di rispettarle è compito della giustizia propria di uno “Stato di diritto”! Uno Stato che approva leggi che, invece di accoglierle, criminalizzano le vittime della nostra voracità coloniale è uno Stato immorale e criminale! Anche se si chiama Gran Bretagna o Francia o Italia o Spagna – con o senza Zappatero! Non solo li riduciamo in miseria riducendoli alla fame e quant’altro, corrompendo i loro governi e sfruttando le loro ricchezze, ma li sbattiamo in galera se cercano di fuggire dalla miseria a cui noi li abbiamo ridotti! Più immorali di così si muore: si vede proprio che noi europei siamo figli di negrieri!
Ecco il vero relativismo! Non più i valori della persona – e le sue lacrime - come assoluto, persino di Dio (ma lo leggiamo il Vangelo?); non più il bene – e le sue ferite - di questo disgraziato pianeta (ma la leggiamo la Bibbia?); non più la ricerca autentica di ciò che è bene, vero, giusto per tutti (ma li leggiamo i documenti del Magistero che sono “parola ufficiale della Santa Sede”?)! Ma alleanze; corporazioni; lobby; opportunità… Apparenza senza sostanza?… Peggio! Quando non ci si preoccupa più nemmeno di salvare l’apparenza siamo allo sfascio, al decadimento di una nazione, allo sfaldamento di un patto di convivenza civile, all’immoralità fatta sistema!…
Basta entrare in un ospedale o salire su un treno o su un taxi o entrare in un ufficio o avere bisogno per qualche ragione dello “Stato” e dei suoi cittadini… per accorgersi di tutto questo, per accorgersi che lo Stato non c’è più, se non per battere cassa – elettorale o tributaria – per usarti!… e ti senti come un estraneo tra gente che credevi se non amici, almeno non nemici… e ti senti servo invece di essere servito… prigioniero di un sistema che si alimenta della tua umiliazione… E poi c'è chi si giustifica parlando di diffusa antipolitica... La vera antipolitica la fanno coloro che non si occupano del bene della polis!
Tassisti, notai, avvocati, professori universitari, medici, sono solo alcune delle categorie che solo a pronunciarle si trasformano in incubi… Gli onesti, oramai, sono dei martiri!
Per non parlare delle Banche e delle schifezze che ci fanno mangiare quelli dell’industria alimentare…
Se la mafia, come diceva il card. Pappalardo, è un modo di pensare prima che un’associazione a delinquere, questa è “mafia”… È come se tutta una nazione ne avesse assunto lo schema mentale di fondo… Quando leggo sui giornali che è stato sgominato un clan mafioso, mi vengono i brividi: lo Stato lo ha sconfitto perché lo combatte o perché ne ha integrato la mentalità? …
È come se tutto fosse diventato un “interesse privato in atti d’ufficio”… per questo la corruzione e l’evasione fiscale sono inarrestabili… Non sono le tasse che sono troppo alte, è il senso comune che è troppo basso! Il resto poi…
Il Parlamento? Sembra più una fabbrica di ingiustizie, che un luogo dove si cerca “prima di tutto la giustizia” se non del “Regno di Dio”, almeno degli uomini, del Paese o di quel che ne rimane… Così, l'anfiteatro della politica diventa l’arena dell’antipolitica... Il luogo per eccellenza della democrazia, diventa il laboratorio del suo disfacimento… Perché la democrazia è ancora questo: il potere è nelle mani del popolo che lo esercita anche attraverso i suoi rappresentanti… Ebbene qui c’è una diabolica originalità: Se le dittature “classiche” si fondano sulla sottrazione di questo potere al popolo, per darla a uno solo che decide per tutti… oggi il metodo è più subdolo e perverso, non si sottrae più il potere al popolo, si “sottrae” il popolo, disfacendone il tessuto che lo costituisce tale, la solidarietà! In fondo è questa la mentalità del leghismo: dividi gli italiani in lombardi, veneti, terroni… togli cioè il demo, il popolo, e otterrai automaticamente la crazia, il potere da gestire in conto proprio! Le leggi e i decreti di attuazione di questa mentalità sempre più maggioritaria non sono altro che la sua pianificazione… No! non è fascismo, è molto peggio, è il suicidio di un intero popolo attraverso la morte della sua millenaria cultura nata da infiniti incroci etnici e culturali, razziali e religiosi… È l’eclissi di un popolo, sradicandone i fondamenti della sua stessa ragion d’essere! Una forma di democraticidio attraverso un genocidio culturale. Nazionalismo senza Nazione! E osano parlare di «Leggi per il bene degli italiani»! Quali italiani? Con queste leggi si sta distruggendo la possibilità stessa di definirsi tali!
Altro che radici cristiane! Ironia della sorte, per paura di perdere i valori cristiani stanno uccidendo persino quel poco di cristiano che c’era nelle nostre istituzioni… Come in ogni totalitarismo: destinati a regnare su un mucchio di ceneri!…
E la Corte costituzionale? L’impressione è che sia più una Coorte d’altri tempi, con stipendi e privilegi e amicizie che la sensibilità odierna (anche di ieri per la verità!), rifiuta come offensive della dignità di un uomo “per bene”, figurarsi di un giudice “sopra le parti”… Certo che i “poteri” devono pur dialogare e incontrarsi, ma ci sono sedi opportune alla luce del sole dove questo può e deve essere fatto senza anche lontanamente dare l’impressione di essere “di parte”. Se non altro fatteci vedere che vi sforzate di esserlo! Mentre ora si ostenta il non esserlo! Perché così fan tutti? Ma è proprio per questo che non va fatto!
Altro che abbassare i toni! Non sono ancora sufficientemente alti! Si ha paura “della cattiva immagine” ignorando che l’immagine si può migliorare solo cambiandola, non nascondendola con un velo! Ecco il vero scandalo: non denunciarli, gli scandali! e volerli coprire, seppur provvisoriamente, per opportunità politica, diplomatica, istituzionale o qual si voglia altra ragione… È come voler rimandare la cura a dopo… nel frattempo il malato ci muore tra le dita… Si avranno mille ragioni, ma nessuna è tanto vera come quella della verità! E la verità la si difende rivelandola! Che guarda caso è esattamente l’opposto - non solo etimologico - di ipocrisia! E la giustizia per sua natura esiste là dove la si attua, non dove “la si rimanda”! Verità e giustizia sono parte integrante della “res publica”, senza le quali non c’è convivenza civile e valori costituzionali che tengano. E se non si è “garanti” di ciò, di cosa si è garanti? Si attui verità e giustizia e ci sarà pace e i “toni” si abbasseranno: ma non si può domandare a chi si vede cavare la dignità di non gridare dal dolore, usassero almeno l’anestetico!… Abbassare solo i toni, serve all’autarchia ad innalzare il proprio potere che indisturbato si crogiola nella menzogna e nell’ingiustizia che queste sì divorano la pace!
L’Italia di oggi? Una succursale di Rebibbia! Dove non puoi fare un gesto senza pagarne il corrispettivo… Dove se provi a dire qualcosa, se provi a domandare giustizia per tutti anche per lo straniero, sei disfattista, qualunquista, cattocomunista, persino “pessimista”… E se provi a non essere ipocrita, a non nascondere la verità dietro una maschera di perbenismo? Pura intimidazione! Chissà cosa direbbe questa gente leggendo certe espressioni di Gesù nel Vangelo, tipo “Guai a voi…”! L’avrebbero arrestato per intimidazione? Sicuramente!
E ci si chiede pure di “abbassare i toni”!
In tutta buona coscienza questi giudici, questi politici, questi economisti, si rivoltano nel fango dell’apologia della propria menzogna… Chissà con quale vangelo se la sono formata! Il bene comune avrebbe dovuto educarli almeno a questo: se non è comune non è bene!
Invece l’incuria generale, che si vede in ogni angolo della strada… dice oramai che siamo un popolo che è passato dal “fai da te” al “fai per te”… nell’illusione di potersi salvare nel giardinetto di casa propria e con qualche zattera di un conto estero!
E in tutto questo, gli equilibrismi clericali di un episcopato incapace di essere coralmente annunciatore di una novità altra rispetto alla pulsione autodistruttiva di un popolo… E tutto quello che sanno dire è, diplomaticamente: “porterà molto dolore” o peggio “non basta all’ordine pubblico”… Non si è capace di dire che queste leggi sono una “schifezza immonda indegna di un popolo civile e degna solo per gente destinata alla discarica (Geenna) eterna”? o sa troppo di cristianamente profetico?
Siamo dunque, noi testimoni, destinati alla stessa sorte di Edith Stein? Che condivise i destini del suo popolo (è così che una massa di persone diventa “popolo”: quando qualcuno se ne sente parte e agisce di conseguenza), senza poter fare niente per cambiarli?… Con un’aggravante in più, ora, gli aguzzini, non appartengono “a un altro popolo” (almeno dal versante degli aguzzini in quanto gli ebrei si sentivano parte integrante del popolo che li perseguitava), ma al tuo, carne della tua carne e sangue del tuo sangue… Le mani “assassine” non sono quelle del nemico, ma di coloro che continuano a proclamarsi tuoi amici…
Sta accadendo l’inverosimile: gli italiani si stanno costruendo con le proprie mani, le leggi e i forni con i quali si inceneriranno da soli… Se non ci “cambieremo mentalità” (questa è la conversione), faremo – anzi la stiamo già facendo – la fine di Atlantide: la nostra grandezza ridotta a mitologia seppellita negli abissi della storia!
1 commento:
Parole più sante e più vere non le ho ancora lette, dovevo trovarle su questo blog per merito di Mario!! Scuotere gli animi che sono diventati stracci imbevuti di sporco liquame è indispensabile da parte della Chiesa, e se dai vescovi ci pervengono solo parole "diplomatiche", che non sottolineano la gravità di quanto sta accadendo, che non difendono gli insegnamenti di Cristo, siamo fritti!!! Davvero sono persuasa che, se anche Cristo non fosse quel Dio dei cristiani, è comunque un Grande Maestro di umanità. Un Maestro da imitare, perchè nel suo Vangelo non si trova una sola virgola che non sia fatta di Amore per il genere umano. E se coloro che hanno il dovere di difendere la Sua Parola, temono il confronto con le istituzioni politiche, sono convinta che sono i primi ad essersi scristianizzati. Sono diventati a loro volta uomini di potere. Non posso definirli "politici", poichè sono persuasa che chi si occupa di politica, dovrebbe pensare al bene comune della sua gente, invece che al bene individuale. Perciò ritengo che ora esistano solo etichette che identificano erroneamente "cristiani" e "politici". Chi approva certe leggi, non è nè un buon cristiano nè un buon politico. E' solo un pavido, o un grandissimo egoista. E meno male che c'è la voce di Mario che esce dal coro, denunciando le schifezze nelle quali ci stiamo impantanando!
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