E gli faceva eco il ministro Frattini: "non hanno mai usato la forza". "Non c'è stato alcun ordine al capo di Stato maggiore della Marina o al comandante della nave Spica, che è quella che ha fatto i riaccompagnamenti, ad usare la forza. E la forza non è mai stata usata, non c'è stata mai alcuna azione coercitiva, si è rispettata l'antica legge del mare che è un dovere per un marinaio: quello di accompagnare nel porto più vicino chi è in difficoltà, se vuole essere accompagnato. Questo è successo e io sentirmi dire che l'Italia, attraverso i marinai, si comporta in modo inumano...".
Ecco la delicatezza ammirabilmente umanitaria con cui i marinai, e persino il comandante (il primo con gli occhiali a destra) della nave "Bovienzo" hanno gentilmente accompagnato "chi è in difficoltà"... appare anche con tutta evidenza quale bramosia avessero queste persone in difficoltà di essere aiutate dai nostri marinai...!
Giudicate voi, quanto siano affidabili le parole di due ministri della Repubblica italiana...
L'articolo, per ora in francese in attesa di trovare il tempo di tradurlo, lo trovate qui sul sito di ParisMatch e sono di Enrico Dagnino, pubblicate nel N° 3130 del 14 al 20 maggio 2009...
Io oltre alle foto del sito, aggiungo nel tempo quelle scannarizzate dalla rivista acquistata in edicola... Credo che le foto possano ampiamente anticipare il contenuto stesso dell'articolo e forse ne rendono persino inutile la traduzione...
Qui sotto vi riporto i tre links con cui potete direttamente leggere l'articolo e vedere il filmato che commenta le foto... (in attesa che concluda la pubblicazione)...
Immigrati: il sogno infranto
Il dramma dei clandestini
I segreti di uno scoop
Ancora fino a ieri, i naufraghi li salvavano. L’equipaggio della «Bovienzo» temeva il momento in cui i clandestini si sarebbero resi conto dell’inganno. Ma non hanno scelta. Anche il comandante Acero (con gli occhiali, a destra) partecipa allo sbarco dei suoi passeggeri.
1 commento:
N'est pas possible! Quel horreur...nous sommes des betes! Che figura con gli altri Stati, ma soprattutto come ci giustificheremo davanti a Dio? Cosa possiamo fare per impedire altri atti tanto infami?
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