… una sapienza che viene da lontano
La sapienza è un'attitudine di certi anziani retti che si sono lasciati istruire dalla esperienza della vita. Hanno assaporato sofferenze e gioie, conquiste e fallimenti. La loro è sapienza che viene da dentro, quella che elaboriamo noi, che viene dopo di noi. La Sapienza di cui parla la Bibbia è quella che viene prima di noi, che ci è regalata, perché è da sempre prima di noi. È la capacità di progettazione creante di Dio, che assapora e gusta quello che fa, e gli vien voglia di comunicarlo. È uscita dalla bocca dell'Altissimo… che le ha fatto posare la tenda in mezzo agli uomini… Giovanni, al culmine della maturazione lunghissima di tutta la storia della salvezza,
Non abbiamo altre metafore per dire il desiderio d'amore comunicativo che è in Dio e che è Dio. A qualche giorno dal Natale siamo invitati a rimetterci di fronte al presepio di cui parla Luca, un ricovero di animali, ove due giovani coniugi disagiati, in mancanza di meglio, han messo il figlio neonato nella mangiatoia. E qui riascoltare, più nel cuore che nella memoria, le letture di oggi: dalla "sapienza" primordiale che dagli abissi, alle nubi, sulle onde del mare… è arrivata a piantare la sua tenda in Israele e diviene carne… ed è deposta in una mangiatoia! Dio ricomincia da Betlemme. La sapienza però non è più il suo desiderio creativo che modella l'universo: è questo bimbo, cui porranno nome Gesù, Salvatore! Lo sguardo umano, anche il più ben disposto, è trasecolato. Per questo l'Apostolo prega che il Padre della gloria "vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente …
L'immagine di Dio: la struttura dinamica di tutto ciò che esiste
"Ogni profondo rinnovamento religioso – se non vogliamo rimanere alla periferia della religione ‑ consiste nel ri-scoprire, nel ri-trovare la purezza dell'immagine di Dio, perché questa possa generare ogni vita spirituale… Dio è il logos. Logos è una parola intraducibile, che io intendo come "immagine pura della pura essenza di Dio", qual'é il Figlio. Il Vangelo di Giovanni dice: Tutte le cose furono fatte per mezzo del Logos, dell'immagine di Dio che è il Figlio, e nulla senza di lui è stato fatto. Ciascuno di noi porta in sé questa immagine di Dio, come dice S. Giovanni nella prima lettera, "Un germe divino è dentro di noi", germe seminato nella zolla oscura del nostro essere, che emerge dal nulla e dall'oscurità originaria… Per opera dello Spirito, il Logos, cioè l'immagine di Dio, si fa carne - come la carne, analogamente, per opera dello Spirito, diventa Logos, si spiritualizza, diventa trasparenza, sacramento dello Spirito, del volto di Dio. Il Logos che si fa carne, la carne che si fa Logos, questa è la legge fondamentale, applicata a tutta la vita del cristiano, compresa
un frammento di Logos in ogni carne…
Da allora c'è qualcosa di Dio in ogni uomo. C'è santità, almeno incipiente, e luce in ogni vita. Dio accade ancora nella carne della vita,
"… Ecco, io sono l'uomo dei dubbi, ma non esorcizzo i dubbi: li tengo e cerco faticosamente e lentamente di chiarirli, di lasciare che emerga un po' di luce. Ho tanti dubbi, ma una sicurezza: se devo affidarmi ad una zattera, in questa traversata, questa è la zattera dell'Evangelo. Sento con una sicurezza assoluta che l'immagine che Gesù ci ha dato di Dio, dell'uomo e del destino dell'uomo, chiamato a diventare uno con Dio e in Dio, è la più alta, la più nobile, la più affascinante avventura che si possa immaginare : È l'unica immagine meritevole di essere vera. Amici, datemi un'immagine più alta, più meritevole di essere vera, più degna del mio dono totale, di questa che Gesù ci ha portato. Questa per me è la zattera su cui tenermi saldo: è la mia scelta evangelica. Che cosa significa dunque credere, che cosa significa fede? Vuol dire avere il coraggio di salire sulla zattera di questa divina, altissima rivelazione che Gesù ci ha portato. Più in alto l'intelligenza dell'uomo non può spingersi, nè il cuore dell'uomo può anelare. Per questo sono cristiano! (p. 136)
è Cristo la chiave ermeneutica totale
…in Dio era il Logos: tutto è stato fatto per mezzo di lui … e tutto il resto, noi, le cose, il cosmo intero, il tempo e ogni spazio, non ci saremmo se non ci avesse fatti… e non continuasse a farci, in lui! … perché al di fuori di Cristo non c'è nulla. Dio ha dato consistenza, al di fuori di sé, a una cosa sola, solo al Cristo, al "Verbo fatto carne!" Tutto il resto dipende da lui, altrimenti non avrebbe sussistenza autonoma. L'uomo è una meteora che appare e sparisce nel degrado generale dell'universo che l'ha prodotto. Ma è stato agganciato alla zattera unica che congiunge tempo ed eternità, che ha reso fertile di eternità il tempo presente, nel Natale del figlio dell'uomo e figlio di Dio. Nel naufragio (o entropia) dell'esistente, della materia e di tutto ciò che ne deriva, uno è arrivato a riva eterna, ha sconfitto l'ultimo nemico che è la morte … e trascina con sé chi a lui si aggrappa.
I nostri giorni sulla terra
… non sono altro che questo: il procedere incessante, malgrado la nostra ottusità e la nostra resistenza, e lasciarsi portare a quel momento compiuto in cui l'incontro tacito e inconsapevole con lui, nel battesimo, si attualizza per ciascuno nell'eucaristia natalizia! Perché dal Natale parte questa commistione salvifica di Dio nella nostra carne, nella quale ognuno di noi incontra misteriosamente… il desiderio che di lui ha il Verbo di Dio nel seno del Padre… E così mangiando e nutrendoci di questo pane / amico, che è carne umano/divina, in dialogo con lui, diventiamo anche noi figli per questa connaturalità a cui ci chiama l'unigenito… .Entrare in questo mistero è il culto spirituale, l'adorazione vera di ciò che il Figlio ha visto nel senso del Padre, e che è venuto a "raccontarci!
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