Certo rimanere nel sonno mentre c’è una bufera di vento e l’acqua invade la barca continuamente, è proprio sorprendente. Andavo a scuola tutte le mattine da ragazzetto in barca al mio paesello, e una scena così è assolutamente inimmaginabile: quando c’era vento altroché si era svegli, tutti, anzi, con una paura enorme.
Ma l’intento, appare evidente quando entriamo in preghiera di fronte a questo Vangelo (Lc 8, 22-25), l’intento non è quello di dire una cosa scioccante, che stupisce, è piuttosto quello di regalare una certezza: anche nei momenti duri di bufera e di tempesta, Lui c’è e dà pace. Mi pare proprio questo il cuore di questa pagina bellissima di Luca, tant’è che anche quando si apre un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli che sono impauriti e nel panico nella barca, il dialogo non avviene su cose eccezionali che sono accadute, ma su qualcosa che poi si decide nel cuore: sono due le espressioni che emergono. La prima è quella dei discepoli: “Chi è costui?”, “Mai vista una cosa così: chi è costui?”. L’augurio di Luca, che ci consegna questo racconto, è: “fallo il cammino per capire chi è Costui e fallo fino in fondo, e fallo con amore, perché uno così merita davvero di essere conosciuto, e bene, e da vicino. “Chi è costui?”, una domanda che questa mattina è bello tenere nel cuore, come regalo di questa celebrazione domenicale. E poi, l’altra espressione è di Gesù: “Ma, dov’è la vostra fede?”. Ecco, domanda la libertà della fiducia: “Sono qui, fidatevi però”. La vicinanza che sceglie di aver con i suoi, gli legittima la domanda: “Ma abbiate fiducia, abbiate fiducia!”. E qui avvertiamo subito che il Vangelo, questo Vangelo, è andato oltre questo episodio, è andato oltre quel momento, oltre quell’episodio, tant’è che questa mattina è impossibile udire questa pagina come se fosse un racconto che ha toccato altri. Certo che li ha toccati, ma questa pagina la stiamo udendo noi, noi adesso, e questa pagina, proprio per quello che esprime e che consegna, parla a noi, adesso: “Anche nelle situazioni più difficili Io ci sono, contateci!”. E’ dentro, facciamola fiorire la voglia di rispondere: “Chi è costui?” perché è, perché lo cerchiamo, perché camminiamo verso di Lui, perché ci lasciamo attrarre e persuadere dalla parola del suo Vangelo, perché la nostra vita diventa cammino, diventa ricerca, diventa viaggio. Vogliamo vederlo da vicino Costui a cui i mari e i venti obbediscono.
Del resto ci direbbe il testo antico che abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza (19, 6-9), del resto aveva già dato prova, meritava una fiducia così: quando in quella situazione del tutto improbabile ha fatto uscire all’asciutto attraversando il mare il popolo schiavo e gli ha dato la gioia di intraprendere l’esperienza dell’Esodo. Questo è il Signore: fedele nella sua Parola, che adempie le sue promesse. Veniva da lontano, quindi, un annuncio come questo; il Vangelo, certo, lo conduce a compimento, molto più in là di quanto noi avremmo osato sperare e tanto meno pretendere.
Ma è bello anche sentire con quale animo ce lo dice Paolo (Rm 8, 28-32) che vale la pena di fidarsi del Signore e vale la pena di cercare in tutte le nostre risorse, di intelligenza e di cuore, chi è il Signore. Questa pagina bellissima del capitolo 8 della lettera ai Romani enumera, quasi in una successione incalzante di verbi tutti i doni ricevuti, perché chiamati, conosciuti, predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio, e poi ancora, chiamati, giustificati, glorificati. Ha fatto questo, ha fatto questo, non l’ha solo promesso, questo è accaduto, questo è il dono della Pasqua. “Questo è accaduto in me, Paolo, che vi sto parlando”. E io a uno così non do credito? A una promessa che si compie in questo modo, non apro il cuore con una disponibilità vera? Ecco il dono della Parola di questa domenica, della Scrittura Santa che ci accompagna nell’Eucaristia e che fa da faro di riferimento per l’intera settimana.
Oggi è anche bello sentirsi in una comunione di preghiera con tutte le Chiese: celebriamo la domenica per la vita. E come mi piace dire soltanto questo: questo è davvero il Dio della vita, questo, il Dio dei viventi, e l’amore alla vita, e la custodia del dono della vita appassionata e intelligente, fraterna e sincera, trova qui la sua radice più profonda, che “Tu sei il Dio della vita! E da Te non l’abbiamo ricevuta. E a Te noi faremo ritorno, perché la vita non termina, nella Tua casa la vita continua definitivamente, ed è nella tua casa. Noi di questo, Signore, ti rendiamo grazie.”
Ma l’intento, appare evidente quando entriamo in preghiera di fronte a questo Vangelo (Lc 8, 22-25), l’intento non è quello di dire una cosa scioccante, che stupisce, è piuttosto quello di regalare una certezza: anche nei momenti duri di bufera e di tempesta, Lui c’è e dà pace. Mi pare proprio questo il cuore di questa pagina bellissima di Luca, tant’è che anche quando si apre un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli che sono impauriti e nel panico nella barca, il dialogo non avviene su cose eccezionali che sono accadute, ma su qualcosa che poi si decide nel cuore: sono due le espressioni che emergono. La prima è quella dei discepoli: “Chi è costui?”, “Mai vista una cosa così: chi è costui?”. L’augurio di Luca, che ci consegna questo racconto, è: “fallo il cammino per capire chi è Costui e fallo fino in fondo, e fallo con amore, perché uno così merita davvero di essere conosciuto, e bene, e da vicino. “Chi è costui?”, una domanda che questa mattina è bello tenere nel cuore, come regalo di questa celebrazione domenicale. E poi, l’altra espressione è di Gesù: “Ma, dov’è la vostra fede?”. Ecco, domanda la libertà della fiducia: “Sono qui, fidatevi però”. La vicinanza che sceglie di aver con i suoi, gli legittima la domanda: “Ma abbiate fiducia, abbiate fiducia!”. E qui avvertiamo subito che il Vangelo, questo Vangelo, è andato oltre questo episodio, è andato oltre quel momento, oltre quell’episodio, tant’è che questa mattina è impossibile udire questa pagina come se fosse un racconto che ha toccato altri. Certo che li ha toccati, ma questa pagina la stiamo udendo noi, noi adesso, e questa pagina, proprio per quello che esprime e che consegna, parla a noi, adesso: “Anche nelle situazioni più difficili Io ci sono, contateci!”. E’ dentro, facciamola fiorire la voglia di rispondere: “Chi è costui?” perché è, perché lo cerchiamo, perché camminiamo verso di Lui, perché ci lasciamo attrarre e persuadere dalla parola del suo Vangelo, perché la nostra vita diventa cammino, diventa ricerca, diventa viaggio. Vogliamo vederlo da vicino Costui a cui i mari e i venti obbediscono.
Del resto ci direbbe il testo antico che abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza (19, 6-9), del resto aveva già dato prova, meritava una fiducia così: quando in quella situazione del tutto improbabile ha fatto uscire all’asciutto attraversando il mare il popolo schiavo e gli ha dato la gioia di intraprendere l’esperienza dell’Esodo. Questo è il Signore: fedele nella sua Parola, che adempie le sue promesse. Veniva da lontano, quindi, un annuncio come questo; il Vangelo, certo, lo conduce a compimento, molto più in là di quanto noi avremmo osato sperare e tanto meno pretendere.
Ma è bello anche sentire con quale animo ce lo dice Paolo (Rm 8, 28-32) che vale la pena di fidarsi del Signore e vale la pena di cercare in tutte le nostre risorse, di intelligenza e di cuore, chi è il Signore. Questa pagina bellissima del capitolo 8 della lettera ai Romani enumera, quasi in una successione incalzante di verbi tutti i doni ricevuti, perché chiamati, conosciuti, predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio, e poi ancora, chiamati, giustificati, glorificati. Ha fatto questo, ha fatto questo, non l’ha solo promesso, questo è accaduto, questo è il dono della Pasqua. “Questo è accaduto in me, Paolo, che vi sto parlando”. E io a uno così non do credito? A una promessa che si compie in questo modo, non apro il cuore con una disponibilità vera? Ecco il dono della Parola di questa domenica, della Scrittura Santa che ci accompagna nell’Eucaristia e che fa da faro di riferimento per l’intera settimana.
Oggi è anche bello sentirsi in una comunione di preghiera con tutte le Chiese: celebriamo la domenica per la vita. E come mi piace dire soltanto questo: questo è davvero il Dio della vita, questo, il Dio dei viventi, e l’amore alla vita, e la custodia del dono della vita appassionata e intelligente, fraterna e sincera, trova qui la sua radice più profonda, che “Tu sei il Dio della vita! E da Te non l’abbiamo ricevuta. E a Te noi faremo ritorno, perché la vita non termina, nella Tua casa la vita continua definitivamente, ed è nella tua casa. Noi di questo, Signore, ti rendiamo grazie.”
don Franco Brovelli, omelia al Carmelo di Concenedo, 1 feb ’09, IV domenica dopo l’Epifania
3 commenti:
Come di consueto, don Franco Brovelli non si smentisce offrendoci toccanti e coinvolgenti omelie. Poichè da alcuni giorni sono influenzata, con grande dispiacere non ho potuto partecipare all'Eucarestia, ed ho così seguito la S. Messa in tv.Questa riflessione è un contributo notevole che riempie il vuoto di una giornata senza la gioia di aver partecipato personalmente alla Messa. Non ho particolari commenti da fare, il mio è solo un ringraziamento per questo servizio che avete scelto di proporre ai vostri lettori del blog.
" Ma dov'è la vostra fede? Sono qui fidatevi" Sono una domanda ed un'esortazione vitali del nostro viaggiare .... in Sua compagnia. Ogni tanto mi chiedo e gli chiedo: Ma, Signore Gesù, il mio cammino voglio farlo con te, alcune volte è facile comprenderlo, seguirti... Altre volte non capisco e mi sento su quella barca sbattuta un pò qua ed un pò la. Ma voglio esserci o, almeno voglio restarci con tutta me stessa aggrappata, qualche volta scivoli, risali, navighi ..... E' accettare e vivere bene, pienamente la vita donata con tutto quello che accade.
Ringrazio anch'io, anche se spesso non commento ma le leggo tutte le omelie.
Contente che il servizio di trascrizione di quando don Franco ci dona sia utile e di stimolo per la preghiera, la riflessione e la meditazione. Grazie a voi per avercelo comunicato.
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