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domenica 26 aprile 2009

Come imparare a raccontare una storia: la storia della salvezza!


...Storia di Gesù
…i discepoli di Gesù, quelli che più da vicino ne avevano condivisa l’avventura del giovane maestro che percorreva i sentieri della Galilea, predicando il regno di Dio e operando prodigi di misericordia, sono saliti con lui a Gerusalemme nel momento cruciale della sua vita, ma quando i poteri del mondo si coalizzano contro di lui, lo abbandonano per paura di essere travolti nella sua passione e morte. Di fatto, in due giorni, fu tradito, giudicato, torturato, crocifisso. E tutto è finito... in una tomba, come ogni avventura umana! Nel loro cuore, sui ricordi struggenti di questa esperienza, una lapide: Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele… (Lc 24,21). Ma ecco l’evento nuovo, incredibile: “alcune donne delle nostre ci hanno sconvolti… : “abbiamo visto” il Signore! E, dopo le donne, tutti i discepoli, in diversi modi incontrano il “crocifisso risorto!” ¬ e sono chiamati ad esserne testimoni! Una testimonianza speciale: Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio (At 1,3). Insegna loro, dunque, a capire e a rivivere il compimento delle Scritture che in modo impensabile si è avverato in lui, nella breve storia della sua vita, morte e risurrezione: lui stesso apre loro la mente (Lc 24,45) e infiamma il cuore (24,32) coinvolgendoli totalmente in questa storia, perché imparino a viverla e raccontarla.
L’autotestimonianza di Gesù
Nessun altro ha capito la sua storia, la sua missione nel mondo, nonostante innumerevoli tentativi di prevenire e poi spiegare il Regno di Dio… che in definitiva era Lui stesso! A noi è arrivata la testimonianza di chi finalmente, condotto per mano da Lui stesso, e poi dallo Spirito che ha alitato su di loro, ha colto la quintessenza di tutta la Scrittura, contenuta in questi avvenimenti. Nella sua vita, morte e risurrezione si sono condensate tutte le Scritture e si è illuminato il loro senso. È arrivato alla tappa definitiva il lungo millenario cammino. Gesù l’aveva predetto varie volte, ma le sue parole erano apparse incomprensibili: bisogna che si compiano le cose scritte su di me! Adesso la premura pedagogica di Gesù ha una premessa: togliere anzitutto dai discepoli la paura e i dubbi (Luca li chiama i “ragionamenti che salgono dal cuore”, che covano in ogni credente, almanaccando tutte le ipotesi possibili per…non arrendersi all’evidenza troppo coinvolgente: è un fantasma, un’allucinazione, la proiezione del desiderio…!?). Ma l’evidenza è incontrovertibile: vedere, toccare, parlare, mangiare sono il marchio di garanzia della sua permanente corporeità, altrettanto “fisica” quanto “libera” dalle leggi pesanti della materia di quaggiù. Un diverso modo di essere pienamente corpo! Di più non ci è spiegato e non è necessario alla fede! Ma colui che guardano, toccano e vedono mangiare è di certo la stessa “persona”, lo stesso uomo, il loro maestro che avevano visto crocifisso e deposto nel sepolcro!
Pietro disse al popolo…: fratelli, il Dio di Abramo… !
…finalmente ha imparato gli è cambiato la mente e il cuore in questi quaranta giorni! La sua fede era morta o paralizzata dalla paura e dallo scoramento, ma adesso è rinata e consolidata: è divenuta fede “cristiana”! Proprio il rifiuto e il ribrezzo della passione e morte del Signore era il veleno del rinnegamento, che inquinava la fede precedente, pure sincera e lodata dal Signore. Una fede che, però, vedeva solo la gloria del Messia potente! Adesso parla di Gesù chiamandolo con la convinzione e tenerezza di un approccio nuovo: il “servo” Gesù! Adesso il veleno si è sciolto. Pietro ha visto e toccato nelle piaghe gloriose del suo maestro, servo e signore, che umiliazione ed esaltazione, lavare i piedi ed essere maestro, morire sul legno maledetto ed attrarre tutti a sé – insomma, che morte e risurrezione, sono inscindibili. E la loro unione, il passaggio dialettico dall’una all’altra è la Pasqua di salvezza, il seme che marcendo sotto terra diventa fecondo! Capirlo e lasciarsene coinvolgere, è il segreto della fede cristiana. È il nodo ineludibile, il fuoco centrale, la dinamica propulsiva della vita di Cristo, che proprio così porta a compimento quanto tutta la storia anela, nel suo gemito di attesa che tutto si compia. Le promesse sempre rimandate e le attese deluse, seminate nel cuore dell’uomo e in particolare nel cammino del popolo di Israele, attendevano di vedere, capire … e vivere!. E Pietro, adesso per primo davvero, impara la storia della salvezza. Ed ecco che racconta la storia di Gesù, perché è diventata inscindibilmente la sua propria storia, la storia del suo popolo, la storia dell’umanità che ritrova la speranza: “Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe,… ha glorificato il suo servo Gesù, … Avete ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti… e noi ne siamo testimoni…”. Questa è la storia che ci salva, coinvolgendoci!
raccontare la storia… fondare la chiesa
… adesso, mentre parla al popolo di Gerusalemme, è già in funzione in Pietro l’apertura di mente operata da Gesù (Lc 24,45), e già lo spinge il fuoco che gli ardeva in petto, che ha bruciato ogni paura e dubbio. Impara a parlare e a spiegare cosa è successo, perché ha trovato in Gesù morto e risorto la chiave, la luce, il senso della storia raccontata nelle Scritture. La realizzazione della Promessa antica. E insieme, in questo incontro con il crocifisso risorto, ha ritrovato “il dono del perdono totale” dal suo Signore rinnegato. Proprio perché, senza fargli pesare per niente il suo peccato, l’ha rinnovato nell’intimo, sradicandolo dai complessi di colpa e attraendolo in una dinamica di amore smisurato (mi ami tu di più…!?). Ecco perché può annunciare e coinvolgere tutti in questa storia. A partire dall’obiettivo centrale della missione di Gesù : il perdono dei peccati, sperimentato personalmente nella lacerazione del suo cuore troppo fragile! Dalla sua testimonianza viva, ove si mescola l’avventura personale e la missione istituzionale, nasce la comunità cristiana, nelle sue caratteristiche sorgive fondamentali:
  • la conversione e il perdono dei peccati” – Non è un’operazione di igiene spirituale asettica. È uno struggente rapporto di affidamento e di consegna al Signore, “che ha dato la sua vita per me”! È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo
  • Contemporaneamente, dallo stesso intenso rapporto, nasce il cambiamento di mente e l’inversione di rotta del senso della vita (metanoèsateepistrepsate di At 3,18) : nasce una comunità di ri/conoscenti, legati tra loro dallo stesso perdono e salvezza - in Cristo – dallo stesso vangelo!
  • Adesso il peccato, che è ancora in noi come fragilità e debolezza, non uccide il rapporto con Cristo, né tra di noi. Gesù, anzi, ce ne difende con tenerezza e sollecitudine, come avvocato presso il Padre… La fede però si realizza nella sempre rinnovata fedeltà personale e comunitaria ai “suoi” comandamenti (il nuovo statuto evangelico). Dunque, nella prassi faticosa e condivisa della vita, non tanto nella certezza di una dottrina o di una gnosi… ma nella ricerca comune di trovare le nuove strade di prassi e di annuncio dell’amore salvifico di Gesù al mondo.
  • La comunità cristiana è chiamata a cogliere la presenza nuova di Dio sulla sua strada in quel viandante che si fa riconoscere attraverso i segni fondamentali per la sua sopravvivenza, ma per vita del mondo: le Scritture, lette in chiave Cristologica e la frazione del pane (Lc 24, 1-33). La storia umana, spazio privilegiato dell'azione di Dio, è storia di salvezza che attraversa tutte le situazioni umane.
È Dio, infatti, che in Cristo dirige misteriosamente la storia; è lui che opera l'evangelizzazione e guida il cammino dei suoi. L'evangelista dei confini del mondo - da Adamo al regno, da Gerusalemme all’estremità della terra - è anche l'evangelista dei giorni feriali. La salvezza radicale dell'uomo è nel liberarsi incessantemente dal suo cuore di pietra, che sempre rinasce, e nel ricevere un cuore nuovo, il che comporta un dinamismo che liberi da ogni forma di schiavitù. Ma subito trova il suo impegno di riconoscenza e la sua pacificazione nel donare agli altri il perdono e la speranza che ha ricevuto! Raccontando la propria storia!

11 commenti:

cris Cam ha detto...

All'uomo d'oggi lo sforzo richiesto per abbandonarsi al mistero d'amore di Dio è grande; forse superiore alle sue misere foze. Perchè noi non possiamo vedere toccare parlare mangiare, come fu per i discepoli, noi dobbiamo abbandonarci completamente ed unicamente alla testimonianza di altri. Non abbiamo altro a cui aggrapparci per trovarlo che un testo, una storia tradotta ed interpretata da altri. Mai la sua parola diretta per fondare le nostre certezze sempre e solo un abbandono totale all'altro che al di fuori di noi.

'ntonia ha detto...

Da questo commento il mio cuore raccoglie un invito: quello di rinascere ogni giorno nel nome del Signore Gesù. Ogni giorno affidare a Lui la mia giornata, accogliendo quello che di buono, bello, di non bello, di brutto, di faticoso, di facile, di semplice .... Come? Facendo scorrere il mio sguardo innanzitutto di ringraziamento per la Sua Parola Viva; cercando di vivere come posso, nel bene e nel male e di accogliere le persone che incontro SOLO NEL SUO NOME.

Danila ha detto...

Cara "ntonia",davvero un bell'impegno, imparare ad accogliere le persone SOLO NEL SUO NOME. Ciò significa tenere lo sguardo costantemente puntato su Lui. Una sfida da raccogliere subito! Grazie per le belle parole, di cui in questo momento ne avevo un estremo bisogno, anche se tu non lo sapevi. E questo mi conferma ancora una volta che lo Spirito soffia dove è più necessario!!

'ntonia ha detto...

Non so se è giusto, corretto, cristiano, ecc. tutto da verificare nelle sedi più opportune per ognuno di noi... ma la mente ci gioca brutti scherzi. Quando si continua a girarci intorno su una situazione, su un problema, su una fatica, su una malattia, su qualsiasi aspetto bello o brutto della vita. Ma ogni volta cerco di trovare conforto, aiuto, consiglio nelle Letture del Giorno, nelle Preghiere del giorno, chiedendo aiuto a Lui. Magari non capisci, magari capirai dopo, magari cambierai idea, magari cambierai aspetto nel vedere.... Questo per me significa affidarsi a Lui ed impararlo giorno per giorno, senza molte pretese, anzi con la predisposizione all'attesa di qualcosa che nel Suo Nome avverrà. Non chiedetemi se è giusto perchè non lo so ... In questo periodo per me è così e non ho la pretesa di insegnare ma solo testimoniare quello che provo.
Ciao Danila, un abbraccio a tutti

Danila ha detto...

I teologi ti diranno se è giusto o no, però secondo me hai ragione! Non per nulla si celebrano le S. Messe quotidiane, dove la lettura evangelica è presente. E chi non ha la possibilità recarsi in chiesa ogni giorno, può riferirsi alla Parola, leggendo il Vangelo. C'è chi apre la Bibbia a caso, pensando che nella pagina che leggerà troverà la risposta che cerca. Ma così è un po' affidarsi al fato, mentre leggere la Parola del giorno è volersi anche mettere in comunione col mondo orante intero. E mai come in questi tempi c'è bisogno di preghiera e comunione, di ascolto della Parola di Dio che insegna ad accettare la vita con ciò che ci manda. E chiedersi: cosa farebbe Gesù in questo frangente? significa vivere con zelo alla Sua presenza, sentire che ti prende per mano e ti conduce. Ciao "ntonia e mi unisco all'abbraccio tuo con tutti!

'ntonia ha detto...

Non solo i teologi Danila, io pensavo ad una guida spirituale, un confessore, si parla poco di queste figure che pure esistono. Da un pò di tempo ci penso, qualcuno che abbia tempo e pazienza di seguire il tuo cammino, perchè alcune volte i miei ragionamenti girano in tondo su se stessi. Hai tanti dubbi, tante domande.....
Ci penserò ancora e visto che sei l'unica che risponde, chiedo il tuo parere. Sembra un dialogo a distanza il nostro.. prima o poi ci incontreremo. Buona domenica

Danila ha detto...

Carissima, penso sia un'utopia e lo dico con amarezza nel cuore. Una guida spirituale - da non confondersi col confessore - è più unica che rara. I sacerdoti non hanno più tempo per queste cose, assorbiti come sono da mille impegni pastorali di ordine generale e i confessori non intendono confondere il sacramento della Riconciliazione con l'impegno di grande responsabilità di seguire spiritualmente le anime. Così se hai la fortuna di trovare (ho bussato mille volte e mi sono sempre sentita rispondere che non avevano tempo a disposizione, o non se la sentivano) chi ti vorrà prendere per mano e guidarti, spesso non lo trovi a due passi da te. La mia guida-amico spirituale si trova a chilometri di distanza, è un Padre Carmelitano e comunichiamo via email, e quando può fa un salto da me. In passato mi sono sentita dire che, con il cammino che sto facendo, non ho bisogno di guide di alcun genere. Come se ci fosse un punto di arrivo!!!Tutti abbiamo bisogno di aiuto, lungo la via ci sono momenti di stasi, cadute, dubbi. Non so dove tu abiti, ma hai pensato a P. Mario? Mi dicono che è eccezionale in veste di guida spirituale, e se non avessi già qualcuno che mi ascolta e mi consiglia, mi rivolgerei a lui senza remore di sorta. Non so neppure che genere di cammino stai effettuando, se appartieni a qualche gruppo, per poterti aiutare concretamente, ma se operi in qualche associazione, sicuramente c'è un sacerdote responsabile e potresti chiedere a lui. Anche se io ritengo che, per questioni di privacy, preferirei non confidarmi con colui con li quale ho un rapporto quotidiano. Però penso anche che a volte bastino amici che amano il Signore, anche laici, per prendersi per mano e camminare insieme, correggendosi fraternamente e dolcemente. E non da ultimo, sostenendosi e confortandosi. Persone che non giudicano ma che amano dell'Amore di Cristo. Mi piacerebbe conoscerti personalmente, incontrarti, penso che ci sia un buon feeling tra noi!!! Chiedi a P. Mario il mio indirizzo email, mandami il tuo e scriviamoci direttamente, così potremo accordarci per un incontro, ne sarei felice!!!

'ntonia ha detto...

Grazie Danila.

Danila ha detto...

Di nulla! Ma guarda un po'! Sembra che questo blog sia diventato di nostro unico dominio: nessuno che commenta, i vecchi amici dove sono finiti? Fatevi vivi!!!! Ci mancate!

chia ha detto...

siamo impegnati a salvare il mondo :o)

scherzo.

non mi inserisco nei vostri discorsoni, volevo solo mandarvi un saluto, per testimoniare che siamo ancora vivi!!

abbraccio a tutte e due!

Danila ha detto...

Cara Chia, magari se ti inserivi, potevi darci qualche dritta, visto che sei più esperta di noi. Mi sentivo un po' colei che sfrutta un sito non mio per discorrere solo con "ntonia, mentre mi pareva interessante sentire anche il parere di altri. Mario è deceduto? Perchè non mi avete avvisato che sarei venuta alle sue esequie? Anch'io scherzo, naturalmente, ma mi mancano i suoi post così graffianti, intelligenti e provocatori! Anche lui impegnato a salvare il mondo? Tutti dobbiamo tirarci su le maniche, perchè mi pare che ci sia un gran bisogno di affiancare Cristo nella Salvezza! Meno male che almeno tu pubblichi qualche post, Chia, su cui riflettere! Ciao ciao

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