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martedì 25 dicembre 2012

Buon Natale!... Forse

 
Forse mai come in questo Natale 2012 ci sentiamo così vicini a Gesù, a Maria, a Giuseppe.

Guardiamo il presepe… molto bello certo, ma quello vero non è mai così bello, così ricco di luci… con la bolletta dell’Enel che non si riesce a pagare…

Forse… oggi capiamo meglio cosa vuol dire restare soli, senza un soldo in tasca, senza un lavoro degno di questo nome…
Forse… oggi capiamo meglio cosa vuol dire essere cacciati da un alloggio caldo e accogliente in cui si cercava rifugio per una sola notte…
Forse… ora capiamo meglio la sensazione di disagio che ha provato Maria… con le doglie imminenti e l’assenza di acqua per potersi lavare.
Forse… ora capiamo meglio l’angoscia di Giuseppe… la sua impotenza davanti all’ostilità degli uomini e della storia. Capiamo meglio l’angoscia di un padre che non riesce a proteggere come vorrebbe le persone che ama…

Forse… capiamo meglio l’ingiustizia patita da Gesù…
In fondo Lui ha sempre vissuto così: “da cacciato via”… da straniero… Ha sempre fatto fatica Gesù a trovare una casa accogliente, Lui che non aveva neanche una pietra dove posare il capo, Lui che non aveva neanche – diversamente dagli animali – una tana dove rifugiarsi… Qualche volta la trovava a Betania, a casa di Lazzaro, ma ha sempre vissuto da rifugiato… anche a Nazareth. In fondo ci era andato per nascondersi dal potente di turno, tanto insignificante era quel posto.

Sta per nascere Gesù... e l’unico posto in cui ha potuto nascere è la nuda roccia di una grotta, di una caverna… la stessa roccia fredda che accoglierà il suo corpo… ciò che restava di una vita consegnata…
Appena madre e ancora ragazza Maria... e già si esercita a compiere quel gesto che trent’anni dopo dovrà fare per custodire le spoglie del figlio amato, avvolgendolo in fasce.

Forse… oggi capiamo meglio cosa vuol dire, non trovare rifugio sicuro e stabile per poter condurre una vita dignitosa.
Forse… oggi capiamo meglio cosa vuol dire vivere al freddo riscaldati dal tepore e fetore degli animali… E da genitori indifesi e infreddoliti, stanchi e affamati…

Forse… oggi capiamo meglio quella solidarietà che Gesù ha voluto vivere con il nostro disagio…
Forse ora comprendiamo che cosa voleva dire quando ci invitava a essere solidali con chi, per una ragione o per l’altra, è emarginato…
Forse… oggi, i disagi di quest’anno e la speranza di un futuro migliore che sembra spegnersi, ci fanno scoprire che abbiamo qualcosa in comune con le persone che fino a ieri incontravamo solo per far loro l’elemosina, “la carità”. Forse ora ci accorgiamo che abbiamo molte cose in comune con loro… Con molte cose da dirci, più che da darci.

Forse oggi, invece di chiedere qualcosa – a Gesù, agli altri – avremo voglia di dire qualcosa: che ci siamo anche noi, solidali come Lui, perché cominciamo a capire che cosa si prova a trovarsi ai margini della storia…
E forse oggi abbiamo voglia di ringraziarlo per questo, perché da stasera, forse, abbiamo capito grazie a Lui, che per vivere felici, senza perdere la propria dignità, non si ha bisogno di molte cose: basta un bue, un asinello, una madre affettuosa anche se inesperta, un padre premuroso anche se spaventato e qualche pastore, qualche povero disprezzato, che venga a farci compagnia.

Buon Natale! Forse…

1 commento:

maria sole ha detto...

Finalmente parole vere............
ma per me la più vera è quel "FORSE".
Siamo ancora troppo impegnati a "fare", a stare bene con gli amici di sempre. Come facciamo a "vedere" quelli che si trovano in quelle situazioni? Ma può essere un amico che hai vicino, che si vergogna di dirti che ha bisogno.
Pensiamo sempre che ci manchi qualcosa, siamo sempre alla ricerca di qualcosa...... ma tutto è lì, davanti a noi, alla nostra portata..... eppure.........
Grazie

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