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mercoledì 16 dicembre 2009

E Maria pensò: "Ma questo angelo, avrà davvero ragione?"

In questa quarta e ultima domenica di Avvento la Chiesa ci propone di riflettere sull’episodio del vangelo di Luca, tradizionalmente titolato “La visitazione”: Maria – dopo aver ricevuto, da parte dell’angelo Gabriele, l’annuncio del concepimento di Gesù – parte «in fretta» per andare da Elisabetta, sua parente.
«Per quale motivo Maria si reca da Elisabetta? Secondo un diffuso sentire popolare, e anche secondo diversi esegeti, Maria sarebbe stata spinta dalla carità e dalla volontà di servizio. “Maria poteva aiutare sua cugina nelle sue occupazioni quotidiane, offrendole quei servigi che le donne usano rendersi in tali circostanze” [scrive L. Deiss, ne Elementi fondamentali di Mariologia]. La “Serva del Signore” si fa serva degli uomini, come è nella logica del vangelo, dove l’amore di Dio si dimostra e si verifica nell’amore del prossimo. E. Bianchi annota che l’intenzione caritativa di Maria si trasforma però – nel racconto di Luca – in un viaggio missionario: “Maria va per fare il bene e finisce per portare Cristo” [E. BIANCHI, Magnificat]. In realtà da nessuna parte del testo è suggerito che il viaggio di Maria sia stato motivato dal desiderio di aiutare Elisabetta. Tanto più che, come si è visto, Maria ritorna a casa sua prima della nascita del Battista (1,56). E l’espressione “Serva del Signore” (1,38) sottolinea l’obbedienza a Dio, non di per sé il servizio al prossimo. L’unico motivo, che può trovare un appoggio nel testo, è il desiderio di Maria di osservare il segno che l’angelo le ha indicato» [B. MAGGIONI, Il racconto di Luca, Cittadella Editrice, Assisi 2001, 36-37].

Pochi versetti prima infatti – durante l’annuncio dell’angelo a Maria («Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine», Lc 1,30-33) – Egli aveva aggiunto, quasi a indicare una traccia di attendibilità del suo messaggio: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,35-37).
Maria che «diversamente da Zaccaria [come annota ancora Maggioni], non ha chiesto un segno», individua nelle parole dell’angelo un’indicazione: un’indicazione che «nasconde un invito. Il segno e la sua verifica fanno [infatti] parte della logica delle rivelazioni. Dio mostra [N.B. “mostra” NON “dimostra”] la sua verità e non vuole che l’assenso della fede avvenga al buio»!
Precisamente in queste ultime indicazioni – purtroppo abitualmente soffocate dal continuo rilancio della lettura di questo brano che vede in Maria l’esempio di carità da seguire, accontentandosi ancora una volta di proporre semplicemente i luoghi comuni di una religiosità che troppo disinvoltamente fa “tornare i conti” della drammatica evangelica – sta la straordinarietà e – mi sia permesso – la spregiudicatezza di questo testo.
Esso infatti – precisamente mentre sta descrivendo il paradigma della fede di ogni credente: Maria, appunto – non ha paura di mostrare come la fede – cioè la relazione dell’uomo al suo Dio – non sia assolutamente da intendere come una fede cieca! Questa constatazione – che è un’evidenza che emerge da ogni interstizio evangelico – purtroppo ancora nel 2009 risuona come una prospettiva sospetta: la catechesi neoscolastica degli ultimi secoli ha infatti radicalmente fatto sedimentare nelle nostre menti l’idea che se di fede si tratta, non c’è spazio per l’esercizio della ragione… Essa è “un salto nel buio”, se no che fede è?
“Curiosamente” invece proprio Maria – da sempre cantata come l’esempio della fede di ciascun cristiano – a fronte di una rivelazione di Dio, di un “farlesi” incontro di Dio, di un imbattersi in Dio, si appiglia all’unica “traccia” che l’angelo le ha lasciato per andare a constatare se effettivamente l’esperienza che ha vissuto ha una sua attendibilità. Il problema di Maria è infatti quello di ciascuno: “Questa rivelazione, questa lieta notizia, questo vangelo, – in ultima analisi –, questo Dio, è un Dio affidabile, è un Dio credibile, è un Dio degno di fede, della mia fede? Vale la pena dedicargli la vita, instaurare con Lui una relazione che diventi l’orizzonte di senso in cui comprendere il reale, incarnare la sua logica che conduce al dono della mia vita per amore dei fratelli?
L’angelo aveva parlato di Elisabetta… E Maria, «in fretta», va da lei!
Altro che fede cieca (che tra l’altro il Concilio Vaticano I ha stigmatizzato – con la Costituzione dogmatica Dei Filius – come inaccettabile)! La relazione che il Signore propone all’uomo onora fino in fondo la caratura pienamente umana (e dunque anche razionale) dell’uomo! Nessun salto nel buio, ma il paziente riconoscimento del farsi prossimo di Dio, l’intercettazione, nel nostro ordine degli affetti, di una promessa di senso lì contenuta, il credito dato a questa intuizione e il conseguente sbilanciamento verso un approfondimento della conoscenza di questo suo rivelarsi (fatto anche – non solo, ovviamente – di faticosa indagine sui testi, che invece molti cristiani non solo non hanno mai studiato, ma nemmeno mai letto…), la verifica di ciò che attraverso lo studio (Parola di Dio), il dialogo personale (preghiera), la vita ecclesiale (sacramenti), il volto dei fratelli (storia) emerge come volto del Dio di Gesù Cristo… per giungere ad un assenso consapevole… che riapre la circolarità appena descritta, dove infatti il consenso raggiunto, diventa occasione di nuove illuminazioni nell’ordine degli affetti, credito concessogli, ecc…
Ecco perché questo testo è coraggioso, perché non ha paura di mostrare come – per entrare in relazione con Dio – non ci sia affatto bisogno di uscire dalla carne, di censurare i nostri dubbi, di spegnere la nostra razionalità, di rispettare la nostra umana natura che prevede che per “farci” uomini, diventare uomini, ci si immerga nella storicità…
Maria – donna a tutti gli effetti, fatta di carne e sangue, sudore e fatica, gambe per andare in fretta da Elisabetta, “voce forte” per salutarla, entusiasmo e trepidazione per l’annuncio dell’angelo in cui le è capitato di imbattersi, tenerezza per il figlio che porta in grembo, desiderio di dirlo a qualcuno (a qualcuna…) –, l’esempio di fede dei cristiani di ogni generazione, non risulta affatto l’eterea semi-dea a cui spesso purtroppo ancora oggi è spesso ridotta dalla devozione popolare, colpevolmente alimentata da chi mente sapendo di mentire, ma ci appare – aprendoci ad un sorriso compiaciuto e tenerissimo – la ragazza a cui è capitato di tenere in pancia Dio, colma di paura e trepidazione, sospetti e incomprensioni, che non ha avuto paura di andare a vedere se davvero quell’angelo diceva il vero su Elisabetta! Perché forse – se diceva il vero su Elisabetta – diceva il vero anche a lei…
E così Luca ci regala l’indimenticabile pagina della rivelazione del Signore (Elisabetta è la prima che chiama Gesù con questo titolo nel vangelo di Luca), chiusa fra le quattro mura di una casa normalissima, con protagoniste due donne – una ragazza madre e una donna sfiorita – e le loro pance (con i rispettivi abitanti) che si parlano di una gioia incontenibile: è il Signore che viene, nel mondo laico delle donne, nella quotidianità di quelli che non contano, nel cuore dell’umanità.

17 commenti:

.Cecilia ha detto...

ho riportato e commentato il tuo intervento qui:
http://lasaladathe.splinder.com/post/21894625/%22ma+questo+angelo%2C+avr%C3%A0+davve

grazie,
C.

Mario ha detto...

Cara Cecilia non è assolutamente necessario che tu posti il link al tuo blog… Sei libera di copiare quello che vuoi e di postarlo dove vuoi. Basta che citi la fonte, come già fai.

Semmai ti invito a postare qui i tuoi commenti… mi sembra anche un aiuto (rispetto?) a quei lettori che abitualmente ci seguono… Ciao ;o)

.Cecilia ha detto...

certo, purché ci siano i credits la licenza che avete adottato mi consente di ri-pubblicare, anche senza avvisare.
ma mi sembra buona cosa, a meno che non vi siano precisi motivi per non farlo, avvisare un autore quanto faccio uso di un suo testo; specialmente se non si tratta di un autore di scritti protetti.
mettere un link a quel che io scrivo partendo da parole altrui è il minimo: è trasparenza tra autori - cosa che purtroppo in rete spesso viene a mancare - e la forma più elementare di rispetto per i prodotti intellettuali di altre persone.

in alcuni casi ho commentato direttamente qui i vostri interventi perché volevo dialogare su di essi con voi, in altri (come questo) ho elaborato un pensiero più articolato e personale in merito, il che rende normale che venga pubblicato nel mio spazio: ma proprio perché voglio permettere che venga letto e condiviso da chi ne abbia l'intenzione e la curiosità; ho aggiunto il collegamento web.
credo di aver praticato il maggiore rispetto possibile per autori e lettori; non trovi?
in parallelo, anch'io gradirò che - rispettosamente - chi vuole conoscermi più a fondo si muova per venirmi incontro.

Mario ha detto...

Un conto è che tu all’interno di un dibattito ci rimandi ad articoli di terzi… un altro è che tu ci rimandi ai tuoi post… questo blog non può diventare, col tempo, un indice di quello che posti o riposti nel tuo blog. Se devi fare commenti, lunghi e articolati falli qui, in fondo ti basta un copia e incolla… In altri siti, proprio per questo sono vietati e figurano come spam. Naturalmente noi non saremo così fiscali pur avendo ben capito le tue ragioni, che esprimi benissimo anche in fondo al tuo commento: ma come saprai basta cliccare sul tuo nome ed accedere a tutti i tuoi siti e blog… e, chi lo desidera, potrà da lì iniziare un rapporto “diretto” con te.

.Cecilia ha detto...

continuo a non vedere il problema, Mario.

un link è sempre un articolo "di terzi", anche se è l'autore stesso a postarlo.
a meno che tu non ritenga che io mi faccia pubblicità in giro, cosa che non corrisponde ai termini in cui ho inserito quel link... certo che chiunque può raggiungermi, ma cosa c'entra?
non tutte le piattaforme lo adottano, ed in particolare non funziona tra piattaforme diverse, ma di norma i blog non solo permettono i commenti, notificano anche automaticamente tutti i riferimenti incrociati tra blog e blog - a questo ho supplito io.
se fossi stata iscritta su blogger.com vi sarebbe arrivato nè più nè meno un avviso.

ripeto: non è questione di "fatica" o voglia di farsi rincorrere (ho la sensazione che si arrivi a pensare questo...); ma i copia-incolla di questo tipo non mi piacciono e non servono.
se si è in grado di aprire una pagina web sicuramente se ne possono aprire pure due: ognuna ha un suo perché.

Mario ha detto...

Eppure basta che rileggi quello che ho scritto e vedrai il problema che ci vedo "io".
Per il resto fai come credi... io mi arrendo! ;o)

Mario ha detto...

PS: L'autore che posta non è mai "terzo", ma secondo o primo...

.Cecilia ha detto...

ho letto, e credo che per te il problema sia che preferisci avere a disposizione, qui e ora nel blog, il pensiero di tutti coloro che lo frequentano; per raccoglierci qui e non disperderci, noi e quel che abbiamo da dire, ai quattro venti.
io ti ho risposto altrettanto chiaramente che personalmente preferisco altrimenti, anche perché il web è strutturato proprio in questa maniera: diffusiva e non accentratrice.

primo, secondo, terzo... un terzo è di "terzi" quando l'autore non fa parte del gruppo di autori che conducono il blog su cui si esprime.
in questo caso il blog è vostro, io non ne sono autrice ma lettrice. dunque sono una terza, in questo senso e nulla più.
accanirsi anche su questo fa di te, non di me, un pedante.
e la tua resa mi suona solo come un'accusa verso di me: a dire il vero ho la sensazione che tu mi consideri presuntuosa ed incapace di ascoltare; ma ti invito a pensarci su.

.Cecilia ha detto...

* un testo, sorry.

Danila ha detto...

Toc toc, permesso? posso intromettermi? Sono estranea a questo battibecco, ma posso ringraziarvi perché mi sono molto divertita?
Io credo che Mario abbia ragione: se leggo un post e rispondo con un commento, lo faccio sul blog di chi l'ha postato, non su altri, nè miei né di terzi. Mi spiego: se devo rispondere a Mario, o a Chia, commento su "Il Carmelo un luogo..."
Se devo rispondere a pinco pallino, rispondo sul sito o blog di pinco pallino!!
Poi se l'argomento mi intriga profondamente, posso anche inserirlo nel mio, per dialogare con altri amici, o su quello della mia amica preferita, tanto per spiegarmi meglio!
Che poi Mario sia un po' pignolo, questo è anche vero, e se poi si arrende, dipende dal fatto che si trova a dover combattere contro un muro di gomma!! Tutto per amore di verità!! Non sono di parte, mi sono proprio divertita alle vostre sfrecciatine!! Buon Natale, che sia di Pace e d'Amore per tutti!!!

.Cecilia ha detto...

nessuna intromissione, Danila, anzi mi solleva sapere che la querelle ha almeno divertito qualcuno.
devi (dovete) sapere - e se non sarò creduta, pazienza - che se insisto nel controbattere è semplicemente perché è stata sollevata una questione; e mi sembra il minimo darvi una risposta. ho voluto spiegare perché non ho commentato qui, e se è vero che non fatto i ghirigori alle parole non si può dire però che sia stata poco educata.
se ti sembra che sia stata un muro di gomma, a mio parere, è da attribuire al fatto che ho dovuto restituire la palla ad un altro muro - ma, a costo di tirarla per le lunghe, sono abituata a rispondere personalmente e senza negarmi, quando mi si fa un appunto. con questo non sto dicendo che Mario si neghi, eh, sto dicendo che avendomi chiamato in causa è lecito aspettarsi che si accolli la mia reply.

io credo non sia ancora del tutto chiara una cosa: un commento ad un preciso intervento su questo blog, ed un nuovo intervento - sia pure nato sull'onda del primo - pubblicato su un altro blog, sono cose diverse con scopi diversi.
quello che io ho scritto altrove non è solo un commento volante a questo testo, è un nuovo testo, che ha ragione di esistere solo sul mio blog - copiarlo qui non sarebbe arricchente, sarebbe invasivo.
ovviamente avrei potuto anche commentare qui, magari mettendoci gli stessi pensieri ma riassumendoli per esempio. capita però che non si trovi nulla da aggiungere, o che fare un riassuntino risulti impossibile, riduttivo. ed allora ci si ferma, ma correttamente - è che così che funziona in rete, di norma - si fa presente che si è utilizzato l'intervento all'autore dello stesso.
non è una scelta egoistica, dipende piuttosto da caso a caso.

e buon natale ;)

Mario ha detto...

Allora si deve citare il blog là dove si pubblica (a questo servono i "permalink" qui "link a questo post") senza "invadere" il sito originario con i links al proprio post! Così funziona la rete (che ha un minimo di ordine)! Tanks ;o)

Danila ha detto...

Ehi, ragazzi, io volevo farvi smettere questa diatriba!!! E farvi sorridere, che tra poco è Natale! Non intendevo sollecitare un nuovo battibecco! Non sono esperta come voi di blog, mi sono limitata ad usare la logica!! Io la penso così: se un argomento postato su questo blog mi interessa, e ne voglio discutere, magari anche opponendomi all'autore, lo faccio solo ed esclusivamente su questo blog. Se desidero condividere l'argomento con altri, suggerisco agli amici di aprire QUESTO blog,di leggere ed eventualmente commentare. Mi pare la strada più sensata, al di là di conoscere o meno come funziona la rete!!!
Vi abbraccio!!!

Mario ha detto...

Tranquilla tutto a posto... E naturalmente condivido e per questo, per chi volesse approfondire l'argomento può leggersi le istruzioni della Guida Blogger andando qui.

.Cecilia ha detto...

@ Danila: ed è proprio ciò che ho fatto (e ciò che faccio sempre): ho condiviso sul mio blog citando la fonte ed indirizzando qui i miei lettori, e mi sono "presentata" qui tra i vostri commenti.
un commento senza parole? certo, come già detto non sempre si vuole o si trova il modo di commentare - io mi auguro che nessuno di voi si senta obbligato a farlo... e penso certo di no.

@ Mario: ultima cosa, con la speranza che davvero si chiuda questo discorso: avrei utilizzato i permalink, che sono fatti apposta come tu giustamente noti, se avessi un blog su questa stessa piattaforma ed avessi scritto lì il mio intervento.
ma invece sono iscritta a Splinder, e non mi basta avere un account su Blogspot per utilizzare i permalink. ergo, anche volendo non avrei potuto notificare lì la cosa.
pur non avendo consultato la guida, mi è bastato provarci per scoprirlo.

passo e chiudo... ed un buon natale anche a te -.^

Mario ha detto...

Buon Natale a tutte voi! ;o)

'ntonia ha detto...

Dopo aver approfondito il tuo commento Chiara, con la commozione che tu ben conosci, ringrazio il Signore Gesù del dono della tua lettura, al di là di qualsiasi "cherelle"..... E' immergersi nel vangelo di oggi. Grazie ancora e Buon Natale a tutti

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