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domenica 20 giugno 2010

Contra stultos

Fa veramente impressione la lettura attenta del contratto che il capitalismo italiano sta imponendo agli italiani…
Perché non dico Fiat e lavoratori? Perché se questo contratto si impone come modello (come vorrebbero gli stolti: cfr Salmo 92,6) esso va oltre la Fiat e va oltre i lavoratori di Pomigliano e va oltre i soli operai italiani…
Qui si tratta di un “modello” su cui, nelle intenzioni, si intende plasmare l’Italia futura e l’uomo futuro: sul modello originale “cinese” e fotocopie “polacche”.

Se è vero che l’uomo fa il lavoro è anche vero che il lavoro fa l’uomo (cfr G.P. II). E allora non possiamo fare a meno di constatare che questo modello di lavoro, ha come intento di foggiare un anthropos nuovo, un uomo nuovo… Ci domandiamo, quale? Quale typos di uomo, quale idea, quale concetto, quale forma di uomo emerge da un contratto simile? quale filosofia, quale ideologia, quale credo c’è nel modello di uomo che si sottende in una tipologia contrattuale del genere?
Ciò che conta è l’efficienza, la produzione, la domanda del mercato, a cui tutti, capitale e lavoratore gli sono sottomessi… il resto è, appunto, secondario! Il capitale, pur di accrescersi, fagocita se stesso e il lavoratore… Se non è cannibalismo questo che cosa è?

Le giustificazioni non mancano.
Si ha fame, si dice, (di soldi, di lavoro, di tutto), e si omette di dire “chi” ci ha portati alla fame: coloro che tanto si premurano di volerci ora saziare!
Si dice anche che alcuni ne hanno approfittato: scioperi selvaggi, assenteismo ingiustificato. E così per colpire gli abusi di alcuni, si abusa di tutti! La violazione della legge, non autorizza nessuno a violare la legge!

Ma queste sono scuse e lo sappiamo noi come lo sanno loro (Marcegaglia, Marchionne, Mammona), servono solo a chi detiene il potere economico per nascondere la propria avidità… Ci sono gli strumenti e se non ci sono si creano, per colpire chi da semplice operaio si sente in diritto di comportarsi come un deputato al Parlamento o come un dirigente della Confindustria: che diamine stia al suo posto! E non faccia, lui, il mafioso, che già ce ne sono troppi di furbi tra i sindacalisti stupidi e gli imprenditori arroganti…

Ma c’è poco da ironizzare… Le conseguenze vanno forse al di là delle già poco buone intenzioni: non è un ritorno a 50 anni fa, come si legge in alcune analisi seppur fortemente critiche… è un ritorno all’uomo pre-biblico: è come bruciare tutte le bibbie! (altro che Fahrenheit 451!)… Quello che emerge è un’idea di uomo, di vita, di lavoro, che uccide l’uomo: è un ritorno all’Egitto (biblico), là dove è iniziata la nostra storia.
Siamo alla ri-nascita del non-uomo: il tentativo del potere mammonico di creare l’uomo a sua immagine e somiglianza. Perché se vince il capitale, muore l’uomo in quanto umano! E se è un uomo senza capitale, muore anche fisicamente come la manovra berlusco-tremontiano-bossiana insegna: tartassiamo i poveri, tanto quelli ci sono abituati! E poi ce lo chiede l’Europa, che – Vandana Shiva dixit – per salvare l’euro uccide gli europei: Come sempre il capitale mira al capitale ed esige lavoro anche a costo della vita di chi lo fornisce.

Siamo anche all’antitesi di quello che ha espresso ed esprime da anni tutto il magistero ecclesiale e non ultimo l’appello di ancora ieri di Benedetto XVI: occorre salvare il capitale umano (solo così si fa pace tra capitale e lavoro: Tremonti impari!).

È l’annullamento tout-court di migliaia di anni di progresso umano. Non è soltanto l’abolizione di alcuni diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo o di qualsivoglia altro pezzo di carta seppur solenne foss’anche sacro: è la nullificazione di quel processo di riconquista di sé e delle relazioni con l’altro (liberazione) che dalla “fuga” di Abramo dalle false sicurezze del proprio villaggio, ha portato un frammento di umanità derelitta (schiava!) a costituirsi “Popolo” che via via sotto la guida di Mosè fino a oltre l’avvento di Gesù di Nazaret ha costruito la propria identità nel riconoscersi depositaria e creatrice di un futuro nuovo (promessa) che va oltre se stessa: prima di ogni altro possibile immediato progresso. Perché il progresso non è progresso se non custodisce l’uomo. O per dirla con Carlo Clericetti: Resta da capire a cosa mai possa servire la crescita, se comporta un peggioramento delle condizioni della maggior parte dei cittadini.

Non è inevitabile tutto questo, si può e si deve rifiutare… non per dire no e basta, ma per ritornare a un futuro veramente nuovo per tutti…
Troveranno sempre un popolo disposto a vendersi anche l’anima per molto meno di 30 monete d’argento… ma non possiamo accettare di farlo anche noi “perché se no lo fanno loro”… perché la dignità umana non ha prezzo. Perché la vita a qualunque costo non vale più di un morire per difenderla… Se c’è una testimonianza (martyria) cristiana da vivere oggi, è questa!

Sarebbe un calcolo e un pensiero, cieco e sordo agli insegnamenti della storia (non solo biblica), ingoiare il rospo, non eviterebbe il peggio, ne accelererebbe l’arrivo.
Si deve vomitare a qualunque costo, altrimenti ci avvelenerà… per incominciare ad aiutare anche l’uomo cinese a liberarsi di un modello che lo porterà e ci porterà per paura di morire di fame, alla morte per eccesso di lavoro (se ancora si può chiamarlo così!)…

1 commento:

greg50 ha detto...

Caro Mario,
sono ovviamente d' accordo con te: anch' io, pur non essendo un economista ma vendo lavorato 30 anni nelle fabbriche, cerco di seguire questo in particolare sul sito 'La voce.info' (che consiglio perchè cercano di rendere chiaro una materia ostica, ed in modo corretto, mi pare.
Dal punto di vista cristiano, mi sfugge come mettere in pratica la Speranza, la piccola grande Virtù Teologale che ritengo alla base del cristianesimo nei momenti 'bui' o del 'silenzio di Dio'. Ed infatti non mi pare che ne parli.
Da un punto di vista di analisi, se così si può dire, negli scorsi mesi ho letto LE ORIGINI DEL TOTALITARISMO di Hannah Arendt: lettura non facile, tomo impegnativo, ma poi mi pare di aver intuito il suo filo logico che stende fino a dire che la democrazia non è data una volta per tutte ed eliminati Hitler e Stalin il mondo è al sicuro. Il punto che mi ha più colpito è la lunga analisi che la Arendt fa di Hobbes, si quello di homo homini lupus (spero sia corretto il latino) e del suo Leviatano, che percorre la Storia fino al Controllo Totale del Vincitore Finale quindi uno si immagina che, pur in un mondo terrificante, la Storia termini così ( ricorda un po' THE CLASH OF CIVILITATION). NO, per Hobbes il Leviatano (l' ultimo rimasto) distrugge se stesso perchè non può esistere neanche un SE STESSO TOTALIZZANTE che non si esplichi in una eterna lotta 'all' ultimo sangue'. Non sono per nulla certo di aver capito bene, anzi, avverto te ed altri che vorranno leggermi che quanto scritto è da 'prendere con potenti pinze'. Ho voluto però scrivere questo post, che sta diventando troppo lungo: magari ti può servire da spunto.
Un caro saluto. Greg

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