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giovedì 21 febbraio 2008

Il Signore è in mezzo a noi, sì o no? - Sono io! che ti parlo

il prototipo della fede... la donna di tanti mariti! ...presso un antico pozzo biblico, a mezzogiorno, fuori orario per andare ad un pozzo, arriva una donna mai vista prima, razza e religione diverse e conflittuali... Gesù, seduto lì, spossato dal viaggio, inizia un approccio sorprendente per lei (e anche per i discepoli, dopo). Un dialogo, ...come si impara una lingua ignota in terra straniera. Partendo dall’esperienza comune delle cose semplici e concrete, evidenti a tutte due, provoca l’intuizione di un significato nuovo, per successive ambiguità e spiegazioni, equivoci e chiarimenti. Smonta dolcemente un’impalcatura interiore di paure e pregiudizi, bisogni e desideri, legami e rimorsi... e le fa intravedere e le induce nel cuore una costellazione di orizzonti nuovi... e infine un totale sconvolgimento della vita.
il sentiero difficile dei fraintendimenti: l’acqua e la sete, l’amore e i mariti, Dio e la sua casa, il messia e il suo vangelo, il pane e la fame, il missionario e il salvatore... sono i passi di questa privilegiata catecumena, alla quale un catechista d’eccezione insegna il cammino per diventare... discepola e apostola, come lui la sogna. Un arduo viaggio interiore, per portarla a disseppellire una sorgente d’acqua viva per la sua sete, non chissà dove, ma nel proprio intimo, scavando nei sedimenti induriti che le impediscono la conoscenza di sé e quindi la conoscenza di Dio. Le due immagini infatti sono speculari dentro di noi, e solo nella purificazione e ricostruzione della propria immagine di sé s’illumina l’immagine di Dio, e viceversa. Il racconto vivace dei desideri e delle resistenze, dello stupore e delle riluttanze di questa donna, segna in filigrana i passi critici della fede.
l’umiltà di Dio e la sua voglia di amore...: dammi da bere! dice lui - Io a te?! domanda incredulo il credente. Ma da questo rovesciamento dell’istanza religiosa, nella scoperta di un Dio che umilmente ci domanda udienza, comincia il risveglio. Se tu conoscessi il dono di Dio. Le nostre domande sviano il dialogo con lui! Prima di essere risposta, Dio è proposta. Prima di parlare bisogna ascoltarlo, se no sta zitto, e aspetta. È timido e umile. È Dio che ha sete di noi! è il dono che ci rovescia in cuore non è la risposta immediata ai nostri bisogni. L’uomo dialoga con lui affermandosi, Dio offrendosi! Infatti lo cerca, non per esserne servito, ma per fargli scoprire l’amore! Se il credente non lascia perdere ogni schema passato (sei tu più grande del nostro padre Giacobbe?...) per accoglierne invece la sfida di provare adesso a “bere l’acqua che io gli darò”, rimarrà sempre impigliato in un oppressivo ingabbiamento culturale, che non farà mai sgorgare dentro di lui lo zampillo che disseta e porta gioia.
il narcisismo egocentrico. È un circolo vizioso. L’amore non funziona perché non si apre all’altro, ma cerca se stesso, cioè la propria immagine e il proprio soddisfacimento. Non incontrando nessuno che lo ami, la sete insaziata moltiplica i tentativi di dissetarsi e la conseguente frustrazione... Anziché patire una grande sete , sembra più comodo inseguirne molte, piccoli e inappaganti. Gesù non rimprovera la donna per i cinque mariti, le fa osservare la sua situazione senza aggressione moralistica... Sa che non ha imparato ad amare, perché nessuno l’ha mai amata gratuitamente, in perdita – per amore! È l’apprendimento più difficile e più importante della vita. Si impara ad amare per contagio, per esser venuti in contatto con chi ti fa sperimentare che amare vuol dire consegnarsi alla sete dell’altro. Questo amore accende una nuova dinamica interiore, che ha il suo senso e la sua garanzia in se stessa. Lo sappia o no, si è incendiata ad un Amore che genera e nutre ogni amore, senza fine.
necessità e rischio della religione, la religione può diventare una gabbia per la fede. Ci sono valori e priorità, insegnamenti e sacramenti, di cui bisogna tenere conto (la salvezza viene dai giudei!). Ma sono genuini e autentici se e indicano la strada e accompagnano e aiutano per arrivare allo scopo...ma non sono lo scopo. Lo scopo è credere e accogliere in Spirito e verità che “Dio è Padre”. Dio non abita sui monti o nei templi, nei catechismi o nei dogmi, e nessuno può sostituirti nel tuo cuore per ascoltarlo e parlare con colui. La garanzia di questa scoperta, che Dio ci sta cercando da ogni parte e in ogni modo - proprio ora! ‑ è lo Spirito di amore che ci è donato nel figlio, quello che insegna al nostro cuore il gemito dell’attesa, che invoca: abbà, Padre! questa è la verità che salva!
“Io sono, che ti parlo!”... Attaccato acriticamente ai Padri antichi, alle tradizioni del passato, non più vitali per lui, il credente fa fatica a scoprire il presente di Dio. E quindi va in crisi ad ogni sofferenza e si ribella: il Signore è in mezzo a noi o no? Rischia di regredire nella religione come schiavitù o di fuggir nel futuro apocalittico. Ma il Signore non vuole servi. Si offre come amico, che è presente adesso: io ci sono! è sempre la sua risposta. Ma poiché non sembra soddisfare i nostri bisogni, assecondare i nostri pensieri, percorrere le nostre strade, Dio non c’è! Mentre il Signore indica chiaramente i luoghi dove dice: “sono io!” la Parola, l’eucaristia, i poveri, il prossimo della vita quotidiana... È qui, in loro, che Gesù ci prega: dammi da bere, da mangiare, consolazione, perdono...
il pane, Gesù non ha soltanto un’altra acqua per la nostra sete, ha anche un altro pane per la nostra fame. Come la samaritana si domandava di che acqua mai parlasse per avere questo potere di dissetare per l’eternità, così i discepoli domandano di che pane parli... Gesù lo indica nella volontà del Padre, che lo ha mandato perché semini nel mondo il seme della salvezza – che poi i discepoli mieteranno – come frutto per la vita eterna! La semina sta compiendosi con la predicazione del Vangelo... fino nei campi lontani, pronti per la mietitura – quando la salvezza sarà offerta a tutto il mondo, perché questa è la volontà del Padre, che tutti siano salvi!
la prima missionaria... La donna ha capito bene che la salvezza è questo nesso tra il presente (l’acqua e il pane) ... e la vita eterna! e questo segreto gli esplode in cuore. Tutto il paese ne è contagiato... e accorre a Gesù, per conoscerlo personalmente. Con la diffusione dell’amore si compie in lei la parabola salvifica della fede cristiana.

“la fede contiene una speranza che appaga – non un vago presentimento del futuro – perché essa al di là di tutti gi stadi intermedi, afferra il proprio compimento, non è semplicemente afferrata da esso... non ha alcuna ragione di fuggir un presente che si pretende incompiuto per un futuro più perfetto. Essa perderebbe in tal caso insieme al presente, lasciato perdere come di poco valore, anche l’eternità che vi dimora. La fede si riempie di questa eternità, soltanto adempiendo la missione, che da questa eternità viene per ogni tempo: solo nell’oggi coincidono tempo ed eternità: Ma la missione che si sta adempiendo è una cosa sola con la preghiera: Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra! Con l’adempimento della missione, l’eternità viene nel tempo, sulla via del futuro. Quindi anche il tempo cammino sulla via dell’eterno; e nell’eterno sta già, come risorto, il tempo passato. ... Questo cammino, ricco di tensione, del credente attraverso il tempo, verso il Risorto, è il vero progresso del mondo!” [ H.Urs von Balthassar, Il tutto nel frammento, Jaka Book,1990, p.289]).

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