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giovedì 1 ottobre 2009

Famiglie in Valcuvia 2009

Questa estate, l'Eremo ha vissuto momenti di convivenza con un gruppo di famiglie di Cajello... Riceviamo e volentieri pubblichiamo alcune loro riflessioni...

La vacanza per le famiglie quest’anno è partita in sordina, da una parte per il fatto che si presentava come prosecuzione naturale del percorso fatto durante l’anno con padre M. dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi e l’alloggio era presso il Carmelo di Valcuvia e non in qualche località famosa, dall’altra per l’attrattiva esercitata dal pellegrinaggio in Turchia.
Tuttavia ha avuto un’importanza fondamentale nella vita delle famiglie e credo anche della comunità di Cajello.
Una prima novità è stata l’assenza del parroco. Il coordinatore riconosciuto spontaneamente da tutti nelle vacanze fatte in precedenza a Lizzola e Marina di Massa era stato don Giorgio (anche se aveva cercato in tutti i modi di smarcarsi), ora che aveva chiesto giustamente di poter avere del tempo di vacanza personale, chi era il riferimento?
Padre M. cogliendo questo problema, nell’omelia della domenica a messa a partire dalle letture, ci ha subito spronati con una raffica di riflessioni: ogni cristiano ha già ricevuto un mandato dallo Spirito Santo e perciò perché aspettate un’investitura da qualcun altro? Non si può rimanere sempre cristiani bebè aspettando che altri mastichino la Parola per poi darcela sminuzzata e farci capire quello che hanno capito. Siete una comunità di adulti, corresponsabili con il parroco e il vescovo, in ricerca attraverso la Parola, per costruire nel mondo quelle relazioni d’amore a immagine e somiglianza di Dio.
Le varie persone delle varie età si sono così attivati secondo le capacità e gli interessi di ciascuno, cercando di coprire tutti gli aspetti necessari e ludici, per passare una straordinaria vacanza. Qualcuno si è occupato della distribuzione delle camere, qualcun altro in cucina ha fatto valere il suo “peso” (Ottavio, Gianantonio e Stefano per esempio…); qualcuno alla programmazione di massima delle attività: momenti di incontro riflessione, gite, orari della liturgia dei frati a cui si poteva partecipare; qualche altro all’animazione dei più piccoli (Stefania, Federica, Natasha e Alessandro…); l’organizzazione dei turni di servizio a tavola e sicuramente sto dimenticando qualcuno a cui chiedo scusa...
Una sinergia d’intenti resa possibile dall’obiettivo comune che si coglieva in tutti i momenti delle giornate: condividere quello che si è e che si ha.
L’umiltà e la sincerità tra le persone hanno fatto apprezzare ogni momento vissuto: a tavola, le chiacchierate sotto il portico, gli incontri con padre M. e con Chiara, i turni a lavare i piatti…
Certo nell’aria rimaneva una certa tensione carica di interrogativi sul futuro della pastorale famigliare e della comunità di Caiello in generale.
Molte parole dette tra di noi e le richieste di pareri alla comunità dei frati sono servite, se non a chiarire, almeno a farsi un’idea di quello che ci serve per poter scrutare l’impresa futura con tranquilla determinazione. (Le immagini che mi appaiono sono quelle del figlio di un pescatore che ha sempre aiutato il padre a preparare la barca per stare in mare diversi giorni ma ora per la prima volta deve farlo da solo, ma come anche il preparare una vacanza in campeggio, una lunga arrampicata, un conto è vederlo fare senza averne la responsabilità un altro è doverlo fare avendo la responsabilità non solo di se stessi ma anche di altri o di un’intera comunità).
Da una parte da adulti, da padri e madri di famiglia siamo abituati a progettare, programmare, organizzare, decidere dopo attenta analisi o d’impulso prendendoci le nostre responsabilità e verificando le nostre scelte, dall’altra l’esperienza in parrocchia ci porta a riscontrare che l’ultima parola sulle decisioni l’ha il parroco e che la corresponsabilità è tutta ancora da capire.
A ferragosto arrivano i nostri da Caiello per una grigliata insieme (i nostri cuochi anche questa volta ci hanno viziato in tutti i modi possibili… grazie), c’è anche don Giorgio che tutti abbracciamo con lo sguardo curioso di chi cerca risposte e che lui da a suo modo con una scritta sulla maglietta: Dio esiste, ma rilassati non sei tu!
Tutti siamo necessari ma nessuno è indispensabile se non il Padre Eterno, Lui deve crescere e io diminuire… è tutto un programma di vita.
Altra risposta viene alla sera con la proposta di un rosario a conclusione delle feste mariane con una preghiera di affidamento alla Madonna della Comunità di Caiello.
Credo che lì inginocchiato su rami secchi, terra e sassi, davanti alla statua della Vergine ha cercato di essere una volta ancora testimone coerente del fatto che l’essenziale è il lasciarsi andare appassionatamente a una vita felicemente consacrata al Padre (nel sacerdozio o nel matrimonio) e tutto il resto è importante va fatto ma non deve diventare affanno e ansia.
E come capita in famiglia quando un figlio è in ricerca ci si trattiene dal dargli le soluzioni ma gli si fa sentire il sostegno discreto di persone su cui si può contare, anche in quell’occasione nessuno si è mosso a tirarlo su perché si sporcava le ginocchia o i pantaloni, o perché per un uomo della sua età non era conveniente, ma tutti siamo rimasti lì ammutoliti da tanta devozione consapevoli del fatto che in una prossima occasione dovremmo essere noi capaci di proporre il rosario insieme e a inginocchiarci dove capita davanti a Maria per chiedere di affidare a suo Figlio la nostra vita, la vita dei nostri figli e la vita della comunità cristiana intera.
Il ritorno da Cassano Valcuvia è stato pigro. Come sempre quando vivo esperienze di serenità profonda, la prospettiva di tornare alla normale quotidianità mi deprime un poco, ma ci sono ancora talmente tante cose da ruminare che i rimpianti si trasformano presto in idee e parole che chiedono di confrontarsi con gli altri amici.
Settembre è alle porte e ci chiede di essere comunità cristiana adulta, chiamata a costruire il Regno di Dio secondo la Sua volontà in uno stile di corresponsabilità con i nostri pastori, interrogandosi e rispondendo riguardo a ciò per cui ci chiama lo Spirito Santo tramite la Parola di Dio, perciò arrivederci in Caiello in parrocchia e al prossimo incontro per le famiglie…

3 commenti:

'ntonia ha detto...

Che cos'è: un sogno?

'ntonia ha detto...

Aggiungo: "Quando il mio, il tuo, il nostro, il loro centro è ritrovarsi in nome di quella relazione amiocale, fraterna evocata da Gesù, allora non è più un sogno, ma la realizzazione di tutto quello che è, dovrebbe essere".
E' possibile? Una persona cara mi ha risposto che con fatica è possibile. Vorrei proprio spendermi....vorrei proprio faticare..... per vivere qualche giorno di QUELLA FRATERNITA', anzi sto già faticando per tutto questo.
Credere e seguire Gesù è una "bella" utopia: che ogni giorno si rinnova, si ferma, si arresta, torna indietro e ricomincia a muoversi in avanti.

'ntonia ha detto...

Chiedo scusa e penso di concludere ma su tutto e su tutti non dimentichiamolo che è LA SUA GRAZIA.
Parlo per me: nel mio agire, spesso, mi trovo sempre dopo ad interrogarmi ed interrrogarLo sulla Sua volontà e non ho ancora capito adesso com'è.
Sono una bella testa dura, Signore. Ma anche Te, quanta pazienza con me, infinita.
Un abbraccio a tutti

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