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giovedì 8 ottobre 2009

Il mandato che non c'è!

La Corte Costituzionale, organo supremo a difesa della volontà popolare
C’è un ritornello che continua a far capolino in bocca al nostro Presidente del Consiglio e ai suoi sostenitori… e che addirittura è diventato uno degli argomenti usati persino dagli avvocati nella difesa del cosiddetto “lodo Alfano” davanti alla Corte Costituzionale: L’investitura popolare conferisce in qualche modo a colui che ne è investito un mandato che di fatto lo sgancia da ogni possibile forma di controllo che non sia il responso delle urne.

Ecco questo principio, indegno persino in una monarchia moderna, è fondamentalmente il vulnus posto alla nostra democrazia…
Infatti! A parte il fatto che non si capisce perché questo non valga per ogni rappresentante democraticamente eletto (come ad esempio i presidenti di regione, i sindaci e gli stessi deputati e senatori). A parte il fatto che non si capisce perché questo valga solo per il mandato di una carica (il “lodo Alfano” diceva espressamente che la sospensione del processo non valeva se l’eletto cambiava carica: che so da presidente del senato a presidente del consiglio… Il che sembra dar ragione a quanti sostenevano che quella legge così “incoerente” sia una legge di fatto ad personam)… A parte il fatto che può capitare, come le cronache ci insegnano, che il “mandato popolare” possa non essere affatto “popolare” e che si sia costretti a dover “commissariare” intere giunte comunali e regionali in “odor di mafia” (Ecco una delle ragioni della divisione dei poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – in uno Stato “intelligente e saggio”!)…

A parte tutto questo ed altro ancora…
Democrazia, come dice il nome, è potere del popolo… Ma questo popolo non può esercitare il proprio potere “a capriccio” e in modo contraddittorio, cioè al di sopra delle stesse leggi che si è dato, a cominciare da quella che si è scelto come legge fondamentale: la Costituzione!
La Costituzione non è immutabile: lo stesso popolo italiano che l’ha approvata, l’ha fatto inserendo articoli che ne specifichino il modo!
Ora: Può un uomo politico – senza contraddirsi – forte della propria legittima investitura popolare, non obbedire allo stesso popolo che lo ha investito sottomettendosi in tutto alle leggi che lo stesso popolo ha approvato? In primis alla Costituzione e agli organi che la stessa Costituzione ha previsto a propria attuazione e a difesa della stessa volontà popolare? E può lo stesso popolo italiano essere chiamato a sostenere – senza suicidarsi – un uomo che dice di non prendere in considerazione le decisione degli Organi che la Legge Suprema che lo stesso popolo italiano – a cui dice di appellarsi –, ha scelto per se stesso e per chiunque altro lo rappresenti? Sì? Ma allora non chiamatela più democrazia!

PS: È a dir poco bizzarro che degli uomini politici che invocano continuamente – foss’anche a ragione – il rischio in Italia di “golpe” comunista, rosso e di sinistra, di fatto invochino per sé una forma di governo e una riforma delle istituzioni, che ricorda da vicino le “democrazie popolari” di stampo sovietico!

2 commenti:

greg50 ha detto...

Caro Mario, come non sottoscrivere le tue parole? Ma vorrei aggiungere un aspetto che potrà giustamente essere criticabile: la posizione della chiesa gerarchica attuale? Personalmente, mi sono sentito evangelicamente scandalizzato che il papa riceva continuamente Berlusconi in privato, mente parte per viaggi, etc. Mi aspettavo che la diplomazia vaticana impedisse, almeno temporaneamente, ogni contatto diretto. Perché? Questo papa parla continuamente di moralità riducendo quasi il Vangelo ad una pratica morale o moralistica e però quando si tratta di Berlusconi (due volte divorziato, senza contare il resto..e soprattutto il pericolo che sta passando la democrazia in Italia!) si passa sopra a tutto. E allora mi vengono i cattivi pensieri, forse da confessare: non è che ci sia di mezzo la pecunia e le leggi eticamente sensibili? Se è così è, lo scandalo assume proporzioni ben più grandi. Insomma, mi trovo sempre più lontana da questa chiesa gerarchica, al punto che devo quasi ignorare le dichiarazioni del papa per evitare pesanti arrabbiature che mi portano ancor più lontano. La settimana scorsa su RAI3 la Grande Storia (da anni forse il più bel programma della Rai) ha trasmesso una puntata sul Concilio Vaticano II e guardando quegli anni pieni di speranza mi chiedevo (e si chiedevano) cosa ne era rimasto: ben poco secondo me. Infine, come sempre, il giorno dopo ho guardato lo ‘share’ di questa trasmissione: bassissimo! Molto meno di un qualsiasi stupido programma di giochi e ragazze poco svestite. Ed ancora: non è stato fatto nessuna, non dico pubblicità, ma neppure cenno a questa bellissima trasmissione. Certo, sono solo piccoli fatti ma spesso è anche da questi piccoli segnali che si capisce la situazione esistente. Ho scritto un lungo commento, non so se servirà a qualcuno anche solo come spunto. E spero di non farti arrabbiare! Un caro saluto. Greg

Mario ha detto...

E perché dovrei arrabbiarmi? In questo blog è vietato arrabbiarsi… ;o). Quello che scrivi è interessante almeno per un aspetto (adesso non arrabbiarti tu!): diomio quanto siamo clericali noi italiani. E i più clericali sono gli anticlericali: Pensi veramente che cambierebbero le cose se il Papa non incontrasse più Berlusconi? Ti consiglio un gioco: prova ad immaginarti Papa… che faresti tu? Ti dico che farei io: lo incontrerei tutti i giorni, lo inviterei o mi inviterei a pranzo e soprattutto a cena… a parte il fatto che più starebbe con me, meno fesserie farebbe… avrei modo di costringerlo a convertirsi (se non altro per sbarazzarsi di me!) spiegandogli per filo e per segno tutto il Vangelo e gli spiegherei che il vero modo di arricchirsi è diventare poveri e per avere e conservare il massimo potere occorre farsi servi…
Fuor di metafora fantapoliticoreligiosa: Se aspettiamo che il cambiamento che tutti auspichiamo per l’Italia avvenga dalle gerarchie di qualsivoglia religione… arriveremo alla fine del mondo e avremo come presidente del consiglio se non questo Berlusconi un suo pro pro pro ecc. nipote altrettanto (se non peggio) Berlusconi come l’attuale.

In altre sintetiche parole: Il vuoto politico non può essere riempito dalla religione. In uno stato ciascuno deve fare la sua parte. Ecco perché si illudono coloro che pensano di eliminare per via giuridica o giornalistica – vai sul sito dell’Unità e cercami un solo articolo che parli di problemi concreti! e se lo trovi fammi un fischio – colui che non sanno combattere efficacemente e intelligentemente con le idee e l’azione politica: amorfo Franceschini, attendista Casini, viscerale Di Pietro, suicida gli altri… E tornando al Papa, il problema non è che lo incontri o no, il problema è quel che gli dice! C’è da sperare che gli dica quel che gli direbbe Gesù… Sperare non nuoce! ;o)

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