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giovedì 11 marzo 2010

Extra chorum

C’è un luogo comune che gira come un fantasma in questi giorni ed è che senza il PDL, a milioni di cittadini sarebbe negato il diritto di scelta e quindi le elezioni in qualche modo sarebbero falsate!
Dal nostro amato presidente Napolitano, da autorevoli esponenti politici di destra e di sinistra, da autorevoli opinionisti del Corriere e Repubblica, passando per la Stampa e compagnia bella, è tutto un coro unanime su questa tesi. La differenza se c’è, sta solo nella contestazione del modo con cui si è voluto rimediare al cosiddetto pasticcio

Vorrei spiegare perché considero un’eminente balla una tesi del genere. Luogo comune, ove la mancanza di un minimo di posata riflessione ha impedito di cogliere la prospettiva giusta…

Il diritto di voto non è un diritto assoluto, senza regole e senza limiti.
Mi vengono in mente almeno tre casi (solo per esemplificare) in cui una persona non può essere votata (oltre al limite di età che permette o impedisce il diritto di voto attivo e passivo!):

1) Ad esempio: io non posso votare una persona che non ha costituito una lista, anche se io la ritenessi l’unica al mondo in grado di meritare il mio voto.
Così nessuno di noi potrebbe votare Adriano Celentano, tanto per fare un esempio banale: la mia scheda verrebbe annullata e il mio voto non conteggiato se non tra il numero dei votanti e tra le schede nulle.

2) Non solo, ci sono persone, che anche se volessero e potessero (nel senso che ne hanno le qualità), per legge è impedito loro di presentarsi alle elezioni come candidati. Ministri di culto, magistrati, membri delle forze armate, ecc. sono tra questi. Ma anche coloro che sono stati raggiunti da una condanna penale per certi reati che toglie loro, come pena ausiliaria e per un certo limitato numero di anni, il diritto di voce passiva nelle elezioni.

3) Ci sono inoltre alcune norme particolari, come quella che vieta esplicitamente il terzo mandato per un presidente di regione, o l’incompatibilità di cariche (es: sindaci e presidenti di regione) anche se questa persona sarebbe di per sé eleggibile perché rispetta tutte le altre condizioni…

Si dovrebbe ammettere a rigor di logica che anche in questi casi ai cittadini è tolto il diritto di votare una determinata persona o gruppo di persone. Certamente! E questo gli è tolto espressamente per legge: cioè chi non entra in determinate categorie e/o entra in altre, ha il diritto o gli viene negato il diritto, di presentarsi alle elezioni e per conseguenza, all’elettore viene concesso o negato il diritto di votarlo!
E nessuno grida allo scandalo. E giustamente nessuno dice che le elezioni sono falsate o meno democratiche! E se fate il conto, sono milioni le persone coinvolte!

Ma in questi giorni ha diritto di cronaca una quarta categoria (chiamiamola così anche se di per sé non è categorizzabile) a cui è negato il diritto di voto e io non vedo perché questo dovrebbe rendere meno democratiche o “falsate” le nostre elezioni.

Il rigore infatti con cui sopra si ammette o si nega a delle persone ad essere eleggibili (e quindi si nega o si ammette il diritto di voto, a queste persone, da parte del cittadino elettore) si riversa anche nel rigore con cui devono essere presentate le liste per la validità della eleggibilità! Questo proprio a difesa del diritto di voto del cittadino-elettore e alla democraticità delle elezioni onde evitare che dei furbi, si facciano passare per ciò che non sono.

Ora, se un partito, movimento o lista o quant’altro, per proprie ragioni, qualunque esse siano, non sono in grado, per propria colpa, di rispettare una qualunque di queste condizioni (perché è chiaro che devono essere rispettate tutte in quanto basta una per non essere eleggibile), non si sottrae ai cittadini il diritto di voto, ma anzi in tal modo il diritto è salvaguardato e semmai sono gli esponenti della lista che si negano il diritto (e lo negano anche ai loro eventuali elettori e/o aderenti) di presentarsi alle elezioni. In altre parole, nessuno nega loro il diritto, anzi il diritto viene protetto da abusi e prevaricazioni varie soprattutto da coloro che, con il rifiuto di sottomettersi alle verifiche necessarie, se ne autoescudono automaticamente.

Nessun partito, qualunque esso sia, ha dunque il diritto di presentarsi alle elezioni fino a quando non ha ottemperato alle condizioni che rendono i propri candidati eleggibili. E di conseguenza nessun elettore ha il diritto di votare un candidato fino a quando questo non risulti di fatto eleggibile.

È falso quindi affermare che si nega un diritto. Semmai lo sarebbe fare il contrario, ammettendo chi il diritto per propria responsabilità, l’ha perso!

È altresì falso affermare dunque che la non accettazione di una lista nel rispetto delle leggi vigenti che ne regolano il diritto, costituisca un vulnus (come afferma per es. Veltroni in un’intervista a repubblica) al sistema democratico. Il vulnus sarebbe semmai fare il contrario: ammettere chi questo diritto non ha o l’ha perso per propria incapacità o altro, esponendo così gli elettori a esercitare “indifesi” un diritto su una persona che di fatto non ha il diritto di riceverlo per le ragioni sopra esposte. La legge ha proprio questo scopo: difendere l’elettore da ogni forma di inganno facendo in modo cioè che un suo diritto così fondamentale come quello del voto, non si trasformi di fatto in una diminuzione di questo diritto a vantaggio dei potenti di turno!

Almeno fino a quando questa legge permane! Si può sempre cambiare una legge ovviamente, ma per quanto la si cambi, ci sarà sempre bisogno di porre dei filtri e dei paletti: ma ve lo immaginate se si permettesse a chiunque senza condizioni e senza un minimo di filtri che ne verifichi la serietà, di presentarsi alle elezioni? Sarebbe il caos! Saremmo alla giungla, dove prevale la legge del più forte e il grosso si mangia il piccolo. Guarda caso proprio quello che sta accadendo perché si vogliono ridurre (almeno per sé) i filtri di protezione posti a difesa del diritto di voto del cittadino.
Se quindi, degli elettori o aderenti a un partito si sentono esclusi dalla possibilità di voto dei propri candidati, devono prendersela esclusivamente con i propri incapaci rappresentanti (che evidentemente non meritano la loro fiducia), e non con una legge che ha il solo scopo di proteggere il loro diritto di voto da ogni tipo di abuso.
E litigare per “i posti in lista” è una di quelle forme di abuso più aberranti in quanto manifestano il più becero clientelismo partitocratico nel disprezzo più totale dei diritti di voto dei cittadini! Di cui un cittadino non può non tenerne conto, comunque vadano le cose.

Fino a quando non si capisce questo, ogni argomento di critica alle affermazioni berlusconiane sono prive di fondamento ed efficacia, perché restano all’interno della mentalità populista e antidemocratica di cui il berlusconismo è ideologicamente intriso.

Credendo a questa balla, Napolitano, prima ancora della firma e indipendentemente che potesse non firmare, ha di fatto “abdicato” all’ideologia berlusconiana, come dimostra la sua risposta alle lettere di due cittadini. E insieme a lui tutti coloro che lo difendono anche da sinistra ma anche coloro che lo accusano senza uscire dalla stessa logica come fa Di Pietro. Proprio come Eva che non uscendo dalla logica del serpente, aveva peccato, prima ancora di consumare!

Di questo passo, Berlusconi dorma sonni tranquilli! Che nessuno, né a destra, né a sinistra, dentro e fuori la chiesa, ha saputo proporre un’alternativa che sia autenticamente altra, alla logica che lo ha portato e lo mantiene saldamente al potere!

1 commento:

Sam ha detto...

Condivido e approvo in pieno quanto dici....sia in questo post, che in quelli immediatamente precedenti. Sento troppo spesso commenti come questi: eh, sì, gli piacerebbe a quelli della sinistra (e dove sono?...) che il pdl fosse escluso, sembra proprio la reclame: "ti piace vincere facile, eh?".....ecc.ecc. Ma alla fine, possibile che da noi c'è sempre qualcuno che ha più ragione degli altri anche quando ha torto? Sbagliano, e anche allora hanno sempre torto gli altri. E' proprio per questo, mi viene il sospetto, che piacciono e quindi vengono votati: va di moda il "vincente a tutti i costi", anche a costo di prevaricazioni...Mi sa che agli italiani non piace poi così tanto la democrazia.

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