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domenica 20 gennaio 2008

Ecco l’agnello di Dio… che porta i peccati del mondo

…sentendolo parlare così, seguirono Gesù!
dunque, su questa testimonianza del Battista: “Ecco l’Agnello di Dio”, nasce il primo nucleo di seguaci di Gesù, nasce e si diffonde la chiesa. Perché, ancor oggi, questa rimane la dinamica centrale della fede cristiana, del suo fascino, della sua radicalità, della sua difficoltà “mortale”, per chiunque si lascia trascinare su questo cammino. Soltanto il cammino stesso, infatti, convincerà poi il discepolo e la sua comunità di quanto era importante la testimonianza di Giovanni, come indicatore del Cristo. L’ultimo Vangelo, scritto quando già tutto si era detto e predicato di Gesù, ci ripropone come paradigmatica per ogni cristiano l’esperienza del precursore – anche dopo che si è già inoltrati nel cammino della fede da lui indicato…

Il giorno dopo…
le speranze di maturazione della fede sono legate al… “giorno dopo”, per scandire i passi, attraverso i quali bisogna passare. Giovanni l’ha provato, quando la sua fede è stata messa alla prova dall’arrivo di questo Messia, che non aveva l’aria … del Messia atteso. Non aveva la scure, né il ventilabro e non ha minacciato né cacciato i nemici del popolo di Dio. “Il giorno dopo” è il momento in cui ti accorgi che la sua proposta e il suo vangelo, la sua vita e la sua morte… sono tutt’un’altra cosa, da quanto avevi capito. E bisogna ripetere con il Battista: “io non lo conoscevo”. Eppure gli aveva fatto propaganda al punto che tutta la predicazione e il suo battesimo di penitenza, miravano a far conoscere Gesù ad Israele. Ma infine si è accorto che doveva far conoscere ad Israele uno che lui stesso non conosceva…
E proprio questa era la sua missione: far capire ai penitenti del battesimo di acqua, di andare al seguito di Gesù, perchè solamente dopo che gli si fossero avvicinati, si sarebbero resi conto di non conoscerlo, perché la sapienza e la logica della sua vita non sono di questo mondo, non sono omogenee alla nostra logica di semicristiani tiepidi e ambigui. Soltanto seguendolo ci si poteva accorgere della propria refrattarietà al suo vangelo, e iniziare un dialogo vitale: un battesimo dello Spirito, che è l’unica possibilità vera di conoscenza di lui. Tutto ciò che precede questo incontro di coinvolgimento vitale con lui, può diventa addirittura un ostacolo a conoscerlo … E i due discepoli sarebbero stati per sempre dei “cristiani ritardati” fermi sul guado, se non avessero seguito l’invito del Battista, e non si fossero avventurati di persona sulle tracce di Gesù, per cogliere la sua provocazione: venite e vedete (39).

il triplice presagio
vedendo Gesù venire verso di lui… Giovanni capisce il proprio cammino e il senso della sua missione. E il Vangelo ci aiuta a leggere in filigrana, sul suo percorso, le tappe di conversione di chiunque voglia accettare le sue indicazioni profetiche, per diventare o ridiventare discepolo di Gesù.

  • colui che viene dopo di te è più importante di te, anzi è l’unica cosa importante. Dunque colui che Giovanni (noi) andavamo cercando da una vita, non è “il mio compimento”. Noi, piuttosto, siamo il “suo” compimento! Perché era prima di noi e ci è passato avanti, perché viene dall’eternità del Padre… Se non s’illumina questo barlume, se non ti accorgi di questa stella nelle tenebre; se non ti morde dentro questo presagio che la tua ricerca e i tuoi affanni, la tua missione e le tue presunzioni, il compito o il senso su cui hai puntato la vita sono labili e transitori, e proprio perché impastati del tuo io, ti si sfaldano tra le mani, non si fa spazio dentro di te, per cercare davvero… E comunque non si può censurare troppo a lungo il senso di incompiutezza che ci cova dentro, per il troppo poco che siamo. Non si può far tacere la chiamata interiore ad una dislocazione da fare, che se non altro, diventa umiltà e implorazione. Perché è a questo livello che riconosciamo cosa voglia dire davvero il primo avviso pregiudiziale di Gesù: chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso… Giovanni l’ha fatto fino a scoprirvi il senso definitivo e compiuto della sua missione…
  • Egli deve crescere ed io diminuire” (3,30). Anche per noi… i passi fatti, le fatiche del cammino, le persone che ci accompagnano, le ideologie con cui abbiamo interpretato e razionalizzato il suo vangelo e le nostre scelte (e che comunque dovevamo fare: sono il nostro battesimo penitente!), indicano con la loro fragilità e ambiguità dov’è il futuro, a cosa ci preparavano, verso dove ci spingevano. E ormai hanno realizzato il loro compito, devono ritrarsi per lasciare posto all’incontro, diversissimo per ognuno dei discepoli, ma passaggio assolutamente necessario per uscire dall’adolescenza … vocazionale cristiana, e diventare umilmente “responsabili” della propria fede. Per incontrare così la domanda nuda che Gesù ci rivolge, quando siamo fermi su questa soglia, incerti sul passo decisivo per la nostra vita: Chi cercate? (38).
  • L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è lui che battezza in Spirito Santo. Questa era la promessa e garanzia che l’aveva sostenuto e aveva dato il respiro all’impegno di tutta la sua vita, la forza alla sua voce inascoltata nel deserto, il coraggio della verità pagata di persona, il senso al suo battesimo di penitenza… Colui che sembrava uno dei tanti devoti nella fila dei suoi battezzandi… era il vero Battezzatore e salvatore dell’umanità, smarrita e ferita come pecore senza pastore… Al principio ognuno, man mano che si immerge nelle funzioni, nelle scelte, negli impegni della sua vita cristiana e si spende nella faticosa ricerca di fedeltà e dedizione, crede di conoscere bene Colui per il quale ha dato la vita… Quanto più è grande la (piccola) dedizione di cui siamo capaci, e passano i giorni e gli anni, tanto più è la distanza che scopriamo da lui. Per questo l’insistenza accorata del Battista, diventa propria di chiunque ha provato a seguire Gesù, ed ha imparato a proprie spese a sottoscrivere, presto o tardi la sua dichiarazione perentoria: io non lo conoscevo!

Ecco l’agnello di Dio!
Il giorno dopo, l’anno dopo, o il decennio dopo… arriva il momento che ti trovi seduto per terra come Pietro o Paolo, o smarrito nel viaggio come i due di Emmaus, in forme tanto diverse quanto le storie personali di ognuno. E allora scopri che la fede, così com’era, non ti serve più. Ma non per questo perdi lui: anzi rimane solo lui – e gli sparuti fratelli o sorelle che ti legano a lui! Rimangono questi segni o presagi profetici che Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli… che li ha spinti ad iniziare l’avventura con Gesù, andando a conoscerlo “a casa sua”. Dunque, a non sfuggire, a non cercare capri espiatori, ma ad assumere la propria vita, e a prendere atto di dover iniziare di nuovo…. A livello liturgico e teologico la consapevolezza di questa destinazione cristiana è collaudata nella chiesa. Ad ogni Eucaristia si rinnova sacramentalmente agli invitati alla cena pasquale l’indicazione del Battista "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo". Gesù infatti non ha voluto salvarci con la parola, con i miracoli, con le grandi conversioni di popoli, ma con la sua fine innocente e mite sul Calvario, all’ora dell’immolazione degli agnelli pasquali… Dopo aver condiviso con i discepoli l’ultima cena e dopo aver “spiegato” tutto il suo amore ai loro cuori induriti, allora come oggi: li amò sino alla fine!

Nel segno dell’Agnello sta infatti la volontà di assoluta rinuncia alla potenza… vuol dire volere la Paura del Monte degli Ulivi, volere la vergogna e l’amarezza più profonde, volere il tradimento, il rinnegamento, l’abbandono; volere una morte che è fallimento; rinunciare ad ogni prova della fede, ad ogni amore sentito. Una volontà che miri a tutto questo è lo scopo diretto di tutta la vita del Redentore. Chi vuole mettersi al seguito di questa vita, deve quanto meno considerare con tranquillità la prospettiva che venga disposta la stessa via anche per lui. … [H. U. von Balthasar].

Allora riconoscerà la propria non importanza e transitorietà, ma nello stesso tempo vivrà la gioia di cui ha esultato il Battista, l'amico dello sposo, per aver spinto verso Gesù quelli che l’ascoltavano: “questa mia gioia che ora si è adempiuta” (3,29)

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