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domenica 6 gennaio 2008

Epifania del Signore

I passi della manifestazione di Dio
All’inizio la comunità dei credenti celebrava inglobato nella risurrezione il mistero del Natale del Signore. Poi è arrivata tanta gente da paesi lontani, i missionari hanno cominciato a camminare su strade sconosciute e Gerusalemme e la sua storia son diventate piccole, a contatto con situazioni e culture, tradizioni e religioni molto diverse… con domande nuove e sfide impreviste. Le millenarie istituzioni religiose che hanno costituito il popolo eletto sono ancora valide? La legge, il sabato, la circoncisone, il tempio, il sacerdozio, il casato di Davide e la città della pace, centro di salvezza del mondo… sono ancora i passi necessari della salvezza? Si va a indagare con occhi nuovi negli scritti degli antichi profeti, proprio quelli che, con ostinata speranza, mentre il popolo in esilio viveva l’angoscia e lo smarrimento nella “nebbia fitta che avvolge le nazioni”… continuarono a sperare. Allora il mistero del Natale del Signore si è sempre più illuminato nei suoi vari aspetti… e non si riesce più a contenerlo in un giorno solo, ma richiede un “tempo di Natale del Signore”, dopo varie settimane di preparazione, e poi di contemplazione del Messia atteso, dal giorno della nascita al giorno della sua più piena epifania (manifestazione). La quale, come festa, diventa una miniatura sintetica che apre il libro grande (il messale) all’approfondimento e assimilazione dei misteri della salvezza, verso tutto l’anno liturgico.
Rimane ancora, infatti, nella liturgia dell’Epifania, il ricordo di quando, in origine, questa festa era una sorta di presentazione ufficiale di Gesù : “Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella guida i magi al presepe, oggi l'acqua è mutata in vino alle nozze di Cana, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza”. Dunque il Natale che arriva fino alle più impreviste popolazioni lontane con i Magi; ai vicini ebrei, con il miracolo di Cana per trasformare il giogo della legge nella gioia del vino nuovo dell’amore; ai discepoli, per fare loro scoprire la vera identità del Figlio prediletto… che sarà con loro fino alla fine dei secoli.
I passi della comprensione nella chiesa nascente
Ecco perché, nei segni evangelici riportati dalla liturgia di oggi, non solo l’umanità, ma tutta la natura sussulta… La stella cambia il suo corso e avvisa i sapienti dell’oriente; l’acqua a contatto del corpo di Gesù si carica di una potenza redentrice e alla sua parola si tramuta in vino inebriante; i cieli si squarciano e lasciano udire la voce eterna dell’amore del Padre che ci affida il Figlio prediletto… Adesso i discepoli di Gesù capiscono di quale Gerusalemme parla il profeta: della nuova umanità universale, implosa in Gesù Cristo, “alla luce del quale tutti i popoli cammineranno… i tuoi figli vengono da lontano”. Anche S. Paolo spiega e proietta nel futuro verso di noi la sua esperienza del mistero nascosto alle generazioni precedenti: per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. (Ef 2,6s) perché attraverso di lui il Padre tutti chiama “a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo”. Matteo con un diverso linguaggio narrativo, comprensibile anche ai più semplici, racconta la stessa esperienza di grazia dei cercatori di Dio, i saggi di sapienze “lontane”, inspiegabilmente guidati verso il Signore, mai rasseganti alle difficoltà delle strade e alle reticenze malintenzionate degli uomini del potere, rianimati invece dal conforto della gioia – aperti alla sorpresa imprevedibile indicata dalla stella, che alla fine individua il “re dei giudei”, tanto ricercato, in un bimbo in braccio a sua madre, in una qualsiasi casa. di non si sa che paese.
I passi della nostra conversione
La prima generazione “cristiana” ha accettato la sfida sconvolgente del mondo e del tempo in cui viveva. Ne sono visibili le contaminazioni, i conflitti e le ferite sanguinanti nel Nuovo Testamento. Ma ha capito che bisognava spalancare il cuore e la testa!- e ha obbedito al Signore. E così ha riscoperto e annunciato la novità assoluta della nuova alleanza, che pur realizzando la profezia dell’antica; ha accolto a pieno titolo l’allargamento della salvezza a tutti gli uomini di ogni tribù, lingua, religione, sesso, cultura. Ha salvato il legame essenziale alla radice ebraica, ma ha difeso anche strenuamente la libertà di un nuovo futuro imprevedibile, da inventare con lo Spirito, toccando con mano quanto diceva Gesù: lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.(Gv 16,13). Fedeltà e creatività sono le direttive che faticosamente scoprono e applicano!
… mai, nella storia della Chiesa, il mondo le è cambiato sotto gli occhi, con tanta radicalità e rapidità. Il progresso scientifico e tecnologico ha sconvolto le fondamenta, non solo le modalità dell’esser uomo come era fino a qualche decennio fa, e non sappiamo cosa il futuro ci riserva. Per questo, ancora più, è importante ed urgente riscoprire insieme, nella “parola”, ove sono scritte la loro testimonianza e le loro scoperte, qualche segno, almeno, delle epifanie di Gesù Cristo al nostro mondo, per illuminare i passi della nostra conversione a lui.
Il segno delle stelle
È curioso che gli interrogativi più inquietanti e disarmanti, forse, anche oggi vengono dagli scienziati delle stelle, che ci raccontano di miliardi di anni di esplosione e autocostruzione ‘scientificamente autonoma’ degli elementi del nostro mondo, dove l’infinitamente grande rispecchia gli spazi immensi dell’infinitamente piccolo, e le domande su Dio creatore, sul senso dell’universo, l’origine della vita, sulla minuscola vicenda della nostra storia umana… non posso avere più le stesse risposte.
Sono tornati i magi!… non da paesi lontani, ma da laboriosi centri di ricerca di tutto il mondo, dove non solo la geofisica o la fisica atomica, ma la biotecnologia e tutte le scienze con cui l’uomo modifica se stesso… ci interrogano: dov’è il vostro Re? E noi, dove li mandiamo a cercare? occorre una conversione intellettuale, che è la maturazione di ‘una certa forza interiore dell’intelletto criticamente maturo’ (Card. Martini), cioè una decisione della coscienza libera e aperta del credente e della sua comunità di non rifiutare mai nessuna domanda, né deprezzare i loro doni, di non chiuderci nelle nostre ideologie, sovente tautologiche o autoritative, ma dedicarci con loro alla ricerca onesta del vero… dove l’obiettivo irrinunciabile sia custodire l’uomo e il mondo, che è la sua casa! A cominciare dal più povero.
Il segno del villaggio globale
Se l’allargamento al mondo greco romano del bacino del Mediterraneo ha prodotto tali sconvolgimenti nel vangelo della prima generazione cristiana, cosa dovremo fare noi, che viviamo una mondializzazione senza più confini? dove tutti ormai sono contigui (prossimi!) a tutti? Come tradurre oggi la profezia di Paolo che tutti gli uomini, “ancora oggi”, sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo? La Chiesa ha giustamente paura che il relativismo inarrestabile in un confronto così ravvicinato e indiscriminato di ogni credo e di ogni più diversa cultura e ideologia, corroda le fondamenta della fede. E quindi continua ad armeggiare intorno alle roccaforti dei princìpi che non sono contrattabili… Ma forse noi, i discepoli di Gesù, non siamo chiamati a cribbiare coi nostri filtri le religioni e le culture degli uomini, ma solo a testimoniare con la vita (e rendere ragione con dolcezza a chiunque ce lo chiede) che noi sappiamo chi è il re, il Signore…: è Cristo Gesù! un ‘crocifisso’, che, come tale, non impone nessuna discriminazione se non quella tra il potente e l’oppresso, l’egoismo e l’amore… Non con la forza dei ragionamenti, dell’economia o delle armi, ma assumendoci anche noi il male e la sofferenza degli uomini sulle sue spalle, perché il vangelo sia sempre anzitutto ‘buona notizia’ ai poveri!
Il segno della grazia
Questa impresa ci riuscirà sempre più “impossibile”, se fondata sulla pretesa di insegnare, organizzare, convertire… gli uomini del mondo, perché siamo convinti di saperne più di loro! A noi tocca invece aiutarli a scoprire dov’è il Signore: il segreto nascosto alle generazioni precedenti. È nel cuore di ogni uomo, dove lo Spirito geme “abbà Padre!”… perché ormai “è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità”. Allora scopriremo, a nostra volta, la garanzia segreta dell’annunciatore evangelico: che è la gioia per la salvezza dell’altro! “Il mondo è mondo per me, solo se può essere mondo per noi. Il senso è senso per me, solo se può essere senso per noi. La vita per poter essere vita per me, deve poter essere vita anche per l'altro. La felicità per potere essere felicità per me, deve poter essere felicità anche per l'altro ...” (Margaritti). Questo, comunque avvenga, noi sappiamo che è Epifania del Signore!

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