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giovedì 18 giugno 2009

Oltre Vasco, senza Vasco...



Voglio una vita maleducata
di quelle vite fatte, fatte così
voglio una vita che se ne frega
che se ne frega di tutto sì
voglio una vita che non è mai tardi
di quelle che non dormono mai
voglio una vita di quelle che non si sa mai.

E poi ci troveremo come le stars
a bere del whisky al Roxy bar
o forse non c'incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai
ognuno col suo viaggio
ognuno diverso
e ognuno in fondo perso
dentro i fatti suoi!

Voglio una vita spericolata
voglio una vita come quelle dei film
voglio una vita esagerata
voglio una vita come Steve Mc Queen
voglio una vita che non è mai tardi
di quelle che non dormi mai
voglio una vita, la voglio piena di guai!!!

E poi ci troveremo come le stars
a bere del whisky al Roxy bar
oppure non c'incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai
ognuno col suo viaggio
ognuno diverso
e ognuno in fondo perso
dentro i fatti suoi!

Voglio una vita maleducata
di quelle vite fatte così
voglio una vita che se ne frega
che se ne frega di tutto sì!!!
Voglio una vita che non è mai tardi
di quelle che non dormi mai
voglio una vita
vedrai che vita vedrai!!!

E poi ci troveremo come le star
a bere del whisky al Roxy bar
o forse non c'incontreremo mai
ognuno a rincorrere i suoi guai!!!

Voglio una vita spericolata
voglio una vita come quelle dei film
voglio una vita esagerata
voglio una vita come Steve Mc Queen
Voglio una vita maleducata
di quelle vite fatte così
voglio una vita che se ne frega
che se ne frega di tutto sì!!!




Una vita disordinata spinge sempre di più e sempre più in basso la leadership di Silvio Berlusconi. In un tunnel da cui il premier non riesce a venir fuori con decoro. Nel caleidoscopio delle verità rovesciate le ugole obbedienti accennano al consueto e oggi inefficace gioco mimetico. Creano "in vitro" un nuovo "caso" nella speranza che possa oscurare la realtà. S'inventano così artificialmente un "affare D'Alema" per alzare il polverone che confonda la vista. Complice il telegiornale più visto della Rai che, con la nuova direzione di un dipendente di Berlusconi, ha sostituito alle pulsioni gregarie di sempre una funzione più schiettamente servile.

Dicono i corifei e il Tg1: è stato lui, D'Alema, a parlare di possibili "scosse" in arrivo per il governo, come sapeva dell'inchiesta di Bari? Il ragionamento di D'Alema era con tutta evidenza soltanto politico. Chiunque peraltro avrebbe potuto cogliere lo stato di incertezza e vulnerabilità in cui è precipitata la leadership di Berlusconi che vede diminuire la fiducia che lo circonda a petto del maggiore consenso che raccoglie non lui personalmente - come ci ha abituato da quindici anni a questa parte - ma l'offerta politica della destra.

Legittimo attendersi che quel nuovo equilibrio - inatteso fino a sette settimane fa, fino alla sua visita a Casoria - avrebbe prodotto ai vertici di quel campo un disordine, quindi un riassestamento. In una formula, sussulti, tensioni, una nuova stabilità che avrebbe ridimensionato il gusto del plebiscito, un cesarismo amorfo che, come è stato scritto qui, ha creduto di sostituire "lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico".

Era questa idea di politica, questa fenomenologia del potere che, suggeriva D'Alema, riceverà presto delle "scosse" e gli esiti potrebbero essere drammatici.

Vediamo come questa storia trasmuta nella propaganda che manipola e distrae, ora che salta fuori come a Palazzo Grazioli, dove garrisce al vento il tricolore degli edifici di Stato, siano invitate per le cene e le feste di Berlusconi donne a pagamento, prostitute. Le maschere salmodiano la solita litania: l'opposizione, e il suo leader, più le immarcescibili toghe rosse di Magistratura democratica aggrediscono ancora il presidente del Consiglio. Ma è così?

I fatti fluttuano soltanto se la memoria deperisce. Se si ha a mente che è stato il ministro Raffaele Fitto, per primo, a suggerire che Berlusconi poteva essere coinvolto a Bari in un'inchiesta giudiziaria, si può concludere che non D'Alema, ma il governo sapeva del pericolo che incombeva sul premier e oggi lo rovescia in arma contro l'opposizione e, quel che conta di più, in nebbia per abbuiare quel che tutti hanno dinanzi agli occhi: Berlusconi è pericolosamente - per il Paese, per il governo, per le istituzioni, per i nostri alleati - vulnerabile. Le sue abitudini di vita e ossessioni personali (qual è il suo stato di salute?) lo espongono a pressioni e tensioni. A ricatti che il capo del governo è ormai palesemente incapace di prevedere e controllare, come ha fatto sempre in passato immaginando per se stesso un'eterna impunità.

È soltanto malinconico il tentativo del presidente del Consiglio e degli obbedienti corifei di liquidare questo affare come "spazzatura", come violazione della privacy presidenziale. Se il presidente riceve prostitute nelle sue residenze private diventate sedi del governo (è così per Villa Certosa e Palazzo Grazioli), la faccenda è pubblica, il "caso" è politico. Non lo si può più nascondere sotto il tappeto come fosse trascurabile polvere fino a quando ci sarà un giornalismo in grado di informare con decenza il Paese. Di raccontare che la vulnerabilità di Berlusconi è ormai una questione che interpella la credibilità delle istituzioni e minaccia la sicurezza nazionale.

Quante sono le ragazze che possono umiliare pubblicamente il capo del governo? Dove finiscono o dove possono finire le informazioni - e magari le registrazioni e le immagini - in loro possesso?

Da sette settimane (e a tre dal G8) non accade altro che un lento e progressivo disvelamento della vita disordinata del premier e della sua fragilità privata che si fa debolezza e indegnità della sfera pubblica. La festa di Casoria; le rivelazioni degli incontri con Noemi allora minorenne che lo costringono a mentire in tv; i book fotografici che gli vengono consegnati per scegliere i "volti angelici"; la cerchia di prosseneti che gli riempie palazzi e ville di donne a pagamento; migliaia di foto che lo ritraggono, solo, circondato da decine di ragazze di volta in volta diverse; i ricordi imbarazzati e imbarazzanti di capi di Stato che gli hanno fatto visita.

E ora, svelata dal Corriere della Sera, anche la confessione di una donna che è stata pagata per una cena e per una notte con in più la promessa di una candidatura alle Europee e poi in consiglio comunale. La storia può essere liquidata, come fa l'avvocato Ghedini, dicendo Berlusconi comunque non colpevole e in ogni caso soltanto "utilizzatore finale" come se una donna fosse sempre e soltanto un corpo e mai una persona?

Che cosa deve ancora accadere perché la politica, a cominciare da chi ha sempre sostenuto la leadership di Berlusconi, prenda atto che il capo del governo è vittima soltanto di se stesso? Che il suo silenzio non potrà durare in eterno? Che presto il capo del governo, trasformatosi in una sola notte da cigno in anatra zoppa, non è più la soluzione della crisi italiana, ma un problema in più per il Paese. Forse, il dilemma più grave e più drammatico se non si riuscirà a evitare che la crisi personale di una leadership divenga la tragedia di una nazione. di Giuseppe D'Avanzo in Repubblica.it

7 commenti:

Danila ha detto...

Ecco, questo articolo di D'Avanzo è esattamente ciò che intendevo dire nel mio commento al precedente post! Parlando, in fase di elezioni, dei possibili candidati al governo, mi sono consultata con un sacerdote. Questa persona ha detto che avrebbe dato il suo voto a Berlusconi. Gli ho risposto che da un uomo di chiesa non mi aspettavo questa scelta. Ha ribattuto che se un politico, come uomo privato, rincorre minorenni e fa festini, non riguarda il suo programma di uomo di governo. Pazzesco! Per me un uomo (o una donna) non impersonano due entità differenti: ciò che fa in privato mi dà allo specchio di come agisce l'uomo pubblico. Quando una mela è marcia, dove viene posta, fa marcire tutto ciò che la circonda.

chia ha detto...

condivido danila,

ecco perchè la tanto bistrattata domanda di fraceschini agli italiani ("Fareste educare i vostri figli da Berlusconi?") non era per niente stupida!!!

Mario ha detto...

E... la difesa della figlia conferma che aveva (e voi con lui) colto il problema di fondo... Infatti leggendo attentamente l'intervista si nota che la figlia, inizia a difendere il padre e continua difendento il presidente del consiglio e l'operato del governo, scivolando anche lei dal privato al pubblico per poi ribadire che la sua era una difesa del padre (sic!)... Peccato che la poca intelligenza diffusa in Italia e il troppo opportunismo non abbiano aiutato a cogliere questa contraddizione nella famiglia stessa del presidente... Contraddizione non "colpevole" si badi bene, ma strutturale allo stesso sistema berlusconiano e che è e sarà il suo tallone d'Achille! Come si sta rivelando un punto di fragilità per costruire un futuro a questo Paese... Credo che queste siano le preoccupazioni sottolineate dagli osservatori più attenti e che non stanno facendo dormire sonni tranquilli a delle persone così "astute" tra i suoi stessi alleati (e che lo fanno gridare al complotto che in ultima analisi lui stesso sta tramando contro se stesso...) come Bossi (come rivelano i suoi appelli non richiesti alla fedeltà...) e soprattutto Fini (con i suoi continui interventi super partes da futuro presidente della repubblica...

Danila ha detto...

Solo questo: per una figlia è difficile ammettere gli errori del genitore, magari in privato glieli canta in musica, ma pubblicamente...è sempre suo padre e difenderlo ad oltranza, anche se gli errori sono macroscopici, diventa naturale, a costo di apparire ridicola. Ma questa è solo un'analisi simil-psicologica!!!! E' talmente evidente che quel padre si sta tirando da un pezzo la zappa sui piedi!...

Mario ha detto...

I
Danila perché non cerchi di guardare le cose da un altro punto di vista e lasci perdere la simil-psicologia che se anche non fosse simil sarebbe comunque immaginaria perché puramente fondata sulla non conoscenza diretta dei fatti e delle persone…
Perché invece non ipotizzare che la figlia e i figli abbiano perfettamente ragione, che veramente Berlusconi-padre, sia come molti padri, affettuoso, sincero, gentile, capace di trasmettere e insegnare coi fatti e le parole, valori come onestà, sincerità, amore verso ciò che è bene e ciò che è giusto, ecc.,… e proprio come un padre abbia diritto alle sue incoerenze, fragilità, “malattie”… E non penso proprio, visto che sono figli anche della madre… che i figli di Berlusconi, farebbero fatica ad ammettere apertamente gli errori del padre, se li ritenessero tali… Il mio intervento aveva ben altra angolazione…
E cioè, facevo notare che, nel momento stesso in cui la figlia vuole difendere come è suo diritto-dovere il padre (ci mancherebbe altro: Avrebbe persino il dovere di mentire!), si trova “impossibilitata” a non parlare del politico… E nel momento stesso in cui chiunque altro (non solo Franceschini…) volesse parlare del politico, si trova “impossibilitato” a non parlare del padre…
Ora, è sicuramente vero che oggi la politica e l’informazione - e tantissime altre cose che non è il caso qui di approfondire - hanno ridotto i confini tra pubblico e privato (si guardi Obama, Sarkozy…: della loro famiglia – e della loro moglie, di cui loro stessi fanno orgoglioso sfoggio - e persino delle loro dinamiche affettive e religiose sappiamo molto, troppo e comunque più del politicamente necessario)… ma Berlusconi ha spinto il livello di “compenetrazione” a un punto tale che il padre-marito-amico è il politico e il politico è amico-sposo-padre e come tale si propone, fin dall’inizio, alla intera Madre Patria
Ora, questo è il “nuovo” nel populismo berlusconiano: nel rapporto pubblico-privato, non dà a Cesare quel che è di Cesare e non dà a Dio quel che è di Dio… come si suol dire… E questo se nell’immediato può essere appagante ed è ciò che gli dà la forza di penetrare nei cuori degli italiani perché tutti noi siamo alla ricerca di un “padre” ideale – sarà un caso che ha fondato un partito che si chiama Forza Italia? – dall’altro è il suo tallone d’Achille e almeno per due ragioni: primo perché basta una crisi in un ambito per provocare immediatamente una crisi nell’altro ambito… (E si badi, ancora una volta, non è un problema solo italiano: ricordate quel politico americano che ha dovuto chiedere scusa pubblicamente per aver tradito la moglie? E le disavventure amorose del presidente francese? E i pasticci di ministri inglesi, ecc., ecc.)... secondo, perché scatena nei “figli” col tempo, il desiderio neanche tanto inconscio di liberarsi del padre: Edipo qui non c’entra più di tanto, semmai conta piuttosto che viviamo una società che – come rivelano gli attaccamenti alle tradizioni e la morte delle ideologie – siamo senza padri e madri. Insomma pur sentendoci orfani, moriamo dalla voglia di liberarci del padre…

Mario ha detto...

II continua
Ora, non credo proprio che l’opposizione, sempre che esista (cioè che non si limiti a un voler rubare la poltrona all’altro ma che sappia proporre un pensiero e un’azione autenticamente alternativi: e infatti come i discorsi sulla “sicurezza” dimostrano alternativa non è!), abbia colto il problema di fondo che è come minimo una rifondazione radicale della politica e del rapporto con i cittadini che vada ben oltre gli ipocriti appelli alla moralità della politica: anche qui «chi è senza peccato scagli la prima pietra» e chi crede che non peccherà mai più, ne scagli una seconda… Su questo, Bossi e Berlusconi, insieme a Bertinotti e forse a qualche altro esponente di sinistra estrema, e… Benedetto XVI!, credo che siano tra i pochi ad avere colto il problema di fondo: peccato che tutti propongano come soluzione futura un ritorno a un passato che ha generato i problemi di oggi!… Non è poi tanto diversa, se non peggio, la non-proposta di coloro che propongono la conservazione dell’esistente con qualche modifica marginale (e infatti votano “no” al referendum…)… Se in una cosa dobbiamo essere riconoscenti a Berlusconi sta proprio in questo: avendo portato alle estreme conseguenze ciò che altri vivono solo marginalmente, ci ha aiutati a comprenderne il radicale fallimento e la fondamentale menzogna… Come anche la crisi economica ci sta sollecitando a intendere (e a cui il Obama si illude di mettere una pezza di regolamento)…
Quale soluzione allora? Tempo fa qualcuno parlava di “Costituente”… per quanto rischiosa e per quanto molteplici possano essere le forme concrete di attuazione, è comunque di una “fase costituente” che abbiamo bisogno… E guarda caso persino a livello europeo (UE) e mondiale (ONU), la domanda si trascina da anni… E visto che non vive sulla luna, deve stupire allora che di questo si senta il bisogno anche nella Chiesa dove, per tutti, il card. Martini sollecita da anni una ripresa del cammino Conciliare (cfr Repubblica di ieri)?…

Danila ha detto...

Caro Mario, ringrazio per la chiara esposizione del tema proposto. Il bello del dialogo è proprio sviscerare i problemi, le tematiche, in modo da chiarire e chiarirci i punti salienti. Io non sono mai stata molto portata per la politica, per me di difficile comprensione, ma ora il rischio di un collasso incalza, e comincio ad informarmi. Grazie!

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