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lunedì 8 dicembre 2008

L'Immacolata

1 Un difficile dialogo… “Adamo, dove sei?”
Una convinzione fondamentale percorre tutta la Bibbia: questa nostra storia non è abbandonata al caso, non è neppure semplicemente affidata alla rara bontà dei pacifici o alla violenza dei prepotenti, ma porta al suo interno un riferimento essenziale. È la storia misteriosa di un’ALLEANZA (un patto di AMICIZIA), il cui disegno, nato nel cuore di Dio, è addirittura anteriore alla storia del mondo. Il Signore continua a venirci a cercare (Adamo, dove sei?), anche se ci pare sempre più difficile sentire i suoi passi, da quando il giardino naturale degli inizi è tanto “culturalizzato” e calpestato da tanti passaggi.
La fatica di rispondere a Dio, il nascondersi al suo sguardo, il mascherare le nostre paure e desideri nel folto dei problemi e dei conflitti della vita, rivela la frattura dell’armonia della coppia umana e del suo mondo: un “peccato” che non ci tocca come singoli, soltanto, ma anzitutto come specie umana. Allora le “maledizioni” non sono tanto la condanna di un peccato che è sempre “prima” del singolo, ma la rivelazione o ratifica della condizione umana di partenza, per aiutarci a ricostruire il dialogo con Dio.
Nella Parola che ratifica la condizione umana c’è già la salvezza promessa: la donna, pur attraversando il dolore, ha una stirpe, ha futuro. Il male non ha futuro (il serpente mangia polvere e polvere sarà per sempre). Anche l’uomo tornerà polvere, ma mangia pane di sudore, (grazie al quale, “anche se muore vivrà”!). La proposta di salvezza è nella parola che di nuovo ci è rivolta da Dio, che non si stanca di parlare… Poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.
2 Anche l’uomo ha imparato a parlare…
Il termine CULTURA designa tutto ciò per cui l’uomo affina e sviluppa le molteplici capacità del suo spirito e del suo corpo; si sforza di sottomettere l’universo per mezzo della conoscenza e del lavoro; umanizza la vita sociale, sia nella famiglia sia nell’insieme della vita civile, grazie al progresso dei costumi e delle istituzioni; esprime, comunica e conserva infine, nelle sue opere, nel corso del tempo, le grandi esperienze spirituali e le più profonde aspirazioni dell’uomo, perché servano al progresso di molti, anzi di tutto il genere umano” [Vat. II, GS]
La CULTURA è il modo di essere, cioè di pensare e di agire che predomina in una data collettività in un’epoca determinata”. “La CULTURA è ciò per cui l’uomo in quanto uomo diventa più uomo, è di più, accede in misura maggiore all’essere” [Giov. Paolo II].
La cultura è il pezzetto di natura coltivato dall’uomo, il quale modifica, trasforma, adatta, rimodella (talora deturpa)... i meccanismi naturali cercando di plasmarli come lui pro/getta: così l’uomo trasforma il nido (la cultura!) dove è nato e cresciuto e dove cresceranno gli altri uomini... cioè coltiva se stesso.
La sua zappa è la libertà, lo strumento con cui resiste alla pressione della necessità, la modifica, le si impone -quando riesce!-. E così, di un meccanismo (di eccelsa qualità biologica e psichica, ma pur sempre “necessitato”) fa una “storia possibile”. Perché può farla andare, in qualche modo, come vuole lui. Per questo è lui l’unico pezzetto di natura dove ‘può esistere l’amore’, che è la possibilità di donare qualcosa di proprio, fare un regalo – gratis, per niente, cioè per amore, appunto! E non per forza di necessità meccanica o biologica o psichica... ma per una proprietà “specialissima” – che ha solo la specie umana, nel mondo.
3 Finalmente l’uomo (una donna!) ascolta : “… avvenga di me quello che hai detto!”
Maria non solo ha seguito più da vicino, ma è stata coprotagonista DELL’INCARNAZIONE CULTURALE (Giov. Paolo II) di Cristo. L’incarnazione è narrata in un discorso, un dialogo! Il corpo di Maria, il suo cuore, la sua intelligenza, il suo linguaggio... sono il nido dove è cresciuto il nuovo uomo! Per questo il suo itinerario è “umanamente sconvolgente”... Senza le sue scoperte umane, i suoi problemi, i suoi misteri, le sue domande, le sue risposte, le sue incomprensioni, le sue trepidazioni... senza la sua totale dedizione all’amore (allo Spirito), in una preghiera affettuosa e intelligente… : cioè senza la sua inculturazione primaria (ha coltivato il primo uomo nuovo!), la nostra fede (odierna!) è immaginaria, non reale, non storica, non personale... E senza inculturazione non c’è contemplazione (ascolto) della verità e dell’amore. “La vostra cultura sia il preambolo della contemplazione, la vostra contemplazione sia portatrice e promotrice di cultura” [Giov. Paolo II, ai Carm. Scalzi., 1986].
Maria è dunque il luogo umano, l’anello della catena generazionale umana, nel quale Dio, fedele alla sua promessa di dialogo amichevole, ha domandato di inserirsi per essere parola autentica, fatta di carne umana, nella nostra storia drammatica. Questo è il mistero incredibile: la carne umana (il seno di una donna e la sua corteccia cerebrale…) è abitabile da Dio, dalla pienezza di Dio (Col 2,9). Può divenire pienamente trasparente alla luce dell’amore! Ci tocca cambiare l’idea di Dio – e anche dell’uomo!
…“Immacolata” dal peccato originario della specie umana. Cioè, aveva dentro una “grazia”, come una passione di amore, che sanava alla radice e rigenerava pienamente la nostra irresponsabilità di fronte a Dio - l’incapacità di amore gratuito - l’egoistica invincibile voglia di opacità e ripulsa alla sofferenza che ci preme da ogni parte….. Lei si consegna totalmente al dialogo con lui, alla sua amicizia. La sua vita rimane pienamente umana, faticosa, difficile, sofferente... pellegrinaggio di fede e di consapevolezza progressiva, ma sempre aperta alla speranza, alla riconoscenza, alla gioia, al servizio…
E così ha cominciato un’altra storia umana (un’altra cultura!), che hanno scritto poi dopo: ma lei, nel solco delle Scritture antiche, l’ha come reinventata … Non perché lei fosse un genio. Anzi diceva d’essere molto piccola e che era Dio che le voleva troppo bene... Soltanto che si era impegnata a non scordarsi mai nessuna Parola. Le conservava con cura, appunto, e le esaminava lungamente con l’intelligenza e il cuore - disposta a fare tutto quello che capiva, negli eventi difficili nei quali era sempre più coinvolta…
Inventò così la preghiera esistenziale, della consegna totale, intelligente e affettuosa, insieme!
Una mistura di consenso libero e consapevole ad un piano “primordiale” quanto misterioso di Dio, dentro le faccende della nostra storia. Per ripetere il suo sì a questo piano inaudito, dove il Padre ci ha benedetti con ogni benedizione, ancor prima della creazione del mondo e di tutti i nostri problemi.
Perché lei aveva capito che lì c’entrava tutto - tutta la storia antica e futura: il mangiare e la fame, i troni e la polvere, gli angeli di pace e gli innocenti ammazzati, la miseria del popolo e la sua cugina anziana, i vecchi sacerdoti senza più parole e i fidanzati che dovevano sposarsi senza vino... Infine, tutte le antiche insopprimibili speranze inesauste dell’umanità. Tutto si poteva raccogliere - riaggiustare - e pregare, nel nuovo modo di essere uomini, che -chissà come!?- il suo piccolo aveva iniziato, nel suo seno.

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