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venerdì 19 dicembre 2008

La strada dell’impossibile: l’umanizzazione del mondo

C'è un filo d'oro nascosto nel mistero dell'universo, che lega, passo passo, la prima pagina della Bibbia all'ultima. Ma c'è, questo filo d'oro, anche per l'uomo moderno, fornito di notizie inimmaginabili per gli antichi patriarchi, profeti e apostoli e quanti ricercatori di Dio hanno raccontato la loro esperienza, fino a noi. Il filo d'oro – o la domanda di senso ‑ è questa: dalla prima inesplicabile esplosione di energia creatrice fino a noi (14 miliardi di anni… o diecimila, sono troppi comunque per la testa e il cuore dell'uomo!) ci sono stati tanti salti di qualità "impossibili" – e quindi si sono cercate ipotesi o spiegazioni molteplici e contraddittorie. Ma la domanda resta. Passare dal nulla a qualcosa di esistente, dal livello fisico-cosmico alla vita, dalla animalità allo spirito…ci pare inspiegabile, impossibile! Allora l'uomo pensa che sia intervenuto Qualcuno… a condurre per mano il progresso evolutivo della creazione nei suoi momenti troppo difficili, impraticabili! L'impossibile è ciò che non può essere prodotto dalle cause o risorse o energie presenti: ciò che non è contenuto nelle premesse e quindi non può scaturire da quelle cause. Allora la Bibbia ci appare come il racconto di tanti testimoni che hanno visto questo raccordo tra la loro storia e l'impossibile, che hanno ascoltato e intrasentito la mano di un "dio" che li accompagnava sul crinale dell'ulteriorità incredibile e inaccessibile. La creazione, la promessa nel paradiso fallito, la malvagità umana autodistruttiva e l'arcobaleno di Noè, la fecondità del vecchio Abramo, la lotta di Giacobbe con Dio, la liberazione dell'uomo dalla schiavitù del Faraone, la trasformazione del cuore di pietra in cuore di carne … sono i passi impossibili a cui l'uomo è stato chiamato da colui che "dà la vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che ancora non esistono" (Rom 4,17). Allora, in questa pagina del Vangelo (l'annunciazione!), sta il cuore della storia, cui tutta la creazione anelava. La meta e, insieme, il centro propulsore di questo inarrestabile flusso dell'amore creativo di Dio è il seno, anzi prima il cuore, di Maria. La quale sa, come racconta il vangelo di Luca, che è impossibile ciò che le è annunciato ‑ eppure si consegna, perché nulla è impossibile a Dio! Adesso la Parola non è solo la metafora per indicare il legame di benevolenza gratuita del Padre con tutto ciò che esiste. Non è solo la sua sorprendente decisione, libera e amorevole, non prodotta da necessità fisica o psichica o morale, che cerca il consenso e la gioia: rallegrati, Maria). La Parola stessa si fa seme e diventa bimbo d'uomo nell' inimmaginabile assunzione o impregnazione divina di un germoglio di carne umana. "Il verbo si è fatto carne!". E la verginità è il timbro della suprema libertà di Dio da ogni legge di necessità. Nella catena dei miliardi di natali umani, un Natale impossibile, incredibile… tanto impossibile che, per non esserne accecati, i cristiani ne hanno fatto una favola, ormai così innocua, che viene mescolata ai tanti festeggiamenti natalizi commerciali, coloriti di simboli o leggende le più disparate.

Come incontrare Dio?

Tre personaggi ci presenta la liturgia di oggi, ultima domenica di preparazione al Natale. Tre appassionati ricercatori di Dio, che toccano con mano la discrepanza radicale tra i propri progetti umani e i progetti di Dio! Tra il dio che abbiamo in mente e il "Dio" che si rivela nella storia e viene loro incontro.

Davide. Al culmine delle sue conquiste e del suo regno, consolidata la nuova patria per il suo popolo, pensa di costruire una casa dignitosa anche per l'arca del suo Dio… Sembra un'idea bella anche al profeta Natan. Ma la parola del Signore li dissuade, e riporta la loro attenzione su una presenza inversa: «sono stato con te dovunque sei andato» dice il Signore. Non è Davide che l'ha cercato. È Dio che è andato a cercare Davide in mezzo ai pascoli, quando nessuno pensava a lui. Non è l'inventiva dell'uomo che individua dove e come il Signore deve farsi presente, ma la sua "obbedienza" nello zittire i suoi progetti, e ascoltare la Parola, che gli fa scoprire dove il Signore lo chiama. Questa frustrazione (forse tu mi costruirai una casa?) ha aperto a Davide orizzonti nuovi di penetrazione e accoglienza della misteriosa vicinanza di Dio nella storia, vicinanza implorata, pregata, cantata nei salmi, che hanno nutrito la fede di tanti di credenti.

Paolo. Nessun protagonista del Nuovo Testamento aveva idee così chiare e ferree come Paolo, che ha perseguitato a morte i discepoli di Gesù, finché era convinto che la razza, la circoncisione, la legge, il tempio, fossero i pilastri immutabili della appartenenza a Dio. Invece il progetto di Dio era nascosto in un mistero di salvezza «taciuto per secoli eterni», ma «rivelato ora e annunziato... a tutte le genti, perché obbediscano alla fede» (v. 26). "Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito (Rom 8,3s). Dunque era completamente diverso e imprevedibile (impossibile) "il disegno eterno che [Dio] ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui." (Ef 3,12). Ma Paolo lo ha accolto e gli ha sconvolto la vita.

Maria. È attratta consapevolmente in questo mistero taciuto nei secoli eterni, mentre è in ascolto di un angelo, che le fa scoprire l'immenso rovescio di indicibile gratuita tenerezza di Dio su lei, nella sua piccolezza. Un attimo di smarrimento, come in tutte le epifanie bibliche, per dire lo sconcerto dell'imprevedibile, che fa irruzione in lei: a quelle parole Maria rimase turbata. Come è possibile? Una domanda il senso, nella trepidazione di far dire a Dio, forse, ciò che non sta dicendo. E fa emergere così lo stile inconfondibile di Dio nella storia: implodere la sua gloria esplosiva nell'ombra, adesso sconcertante come mai: L'Altissimo si fa piccolo e si nasconde (e si rivela) nell'ombra opaca della carne umana. Solo la madre sa che è figlio di una Parola di amore di Dio, anzi, è la Parola stessa dell'amore eterno di Dio per il mondo! Questo annuncio si diffonde come un contagio, sempre velato e insieme irresistibile, suscitando nei credenti la stessa appassionata disponibilità di totale consegna di sé, per riscoprire così la propria identità nel progetto di amore del regno di Dio:" si faccia di me secondo la tua parola"

L'obbedienza della fede è l'affidamento di sé alla "parola"

Il Natale ripete per noi la sua scansione di salvezza: non temere, il Signore viene, ti riempirà di vita, che coinvolgerà gli altri attorno a te! E la nostra speranza è una Vergine gravida dell'impossibile, ultimo (o primo) anello di una successione infinita di uomini e donne, che hanno creduto e si sono affidate, nella esperienza della fatica, del fallimento e dell'impotenza… ad un mondo altro.

L'obiettivo di ogni annuncio, di ogni manifestazione della Parola è la proposta di amore e di vita che c'è dentro, certo, ma raggiungibile solo attraverso l'obbedienza della fede: questo è il dinamismo di fuoco a cui siamo chiamati. Ogni altro aspetto di culto o di ascesi, di dottrina o di sacramento, di magistero o di sacerdozio è strumento e mezzo per riconoscere, entrare in contatto, accogliere questa "grazia", cioè questo regalo inaspettato di accesso all'impossibile che ci mette allo sbaraglio, ci provoca allo sbilanciamento di fronte agli accadimenti che non sono adeguati alle forze dell'uomo, e vengono dall'esser non più servi, ma amici di Dio: il perdono (nessuno può perdonare i peccati se non Dio solo); il corpo e sangue di Dio in materia cosmica per nutrire il credente (come può costui darci la sua carne da mangiare?); l'amore ai nemici (fu detto. Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico), il coinvolgimento coi poveri (di essi è il Regno dei cieli – sono "in società" con Dio!); la "necessità salvifica" della chiesa, pur fatta più di peccatori che di santi (su di te fonderò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa!)… Il nuovo credente sa che l'istituzione e la legge, i segni e le parole, la gerarchia e i ministeri, sono necessari finché dura la storia, ma ormai la loro necessità è strumentale, provvisoria e anche ambigua, appena si illudesse di essere adeguata all'obiettivo: sono soltanto il pedagogo che accompagna sempre alla soglia dell'incontro, che non è capace di produrre, come Giovanni il Battezzatore. L'obbedienza della fede ci fa riscoprire il rapporto faticoso tra libertà e necessità, ci riporta continuamente alla dinamica assiale della storia della salvezza, che ci fa dire di fronte alle esigenze radicali dell'amore: è possibile o è impossibile? Noi sappiamo per adesione umile all'obbedienza della fede, che è un regalo capirlo e tanto più riuscire a praticarlo. Che dunque è presunzione pensare di imporre questa fede, di esigerla e tanto meno di condannare coloro che si ritraggono… nella esperienza dolorosa dell'impossibilità!

…e vorremmo augurare e pregare anche per loro il Natale.

1 commento:

'ntonia ha detto...

Come sempre questi commenti partono dall'ampiezza della parola, del momento storico, del suo trascorrere ..... sino a noi. Alle nostre fatiche sull'obbedienza della fede che ci fa riscoprire il rapporto faticoso tra libertà e necessità. Tra possibile ed impossibile. Tra presunzione e umiltà. Tra esigenza e negazione.
Grazie

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