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venerdì 9 gennaio 2009

Lo Spirito, l’acqua e il sangue: i testimoni che Gesù è Figlio di Dio!

Un divario insormontabile…

E, nello stesso tempo, un desiderio incoercibile separa Giovanni da Gesù, l'annuncio dal compimento, l'attesa del Messia dalla sua venuta e persino… le mani impotenti dai lacci dei suoi sandali! Giovanni sa che uno stacco non eliminabile frena il suo cuore e il cuore di ogni uomo, di ogni comunità e di ogni popolo e ci separa dal bene pieno vero totale. Prima e dopo Giovanni, in occidente come in oriente, abbiamo inventato infiniti riti e abluzioni per sciogliere e lavare, raccorciare od eludere questa nostra distanza esistenziale e morale … che ci intristisce sempre. La limpida umiltà di Giovanni ci fa luce e ci indica la strada da percorrere fin che vivremo nella storia: viene dopo di me colui che è più forte di me. Questa storia continua, perché c'è sempre un prima e un dopo, dentro di noi. Ma adesso, nel centro del tempo, è arrivato Colui che realizza finalmente nella nostra carne di uomini il disegno desiderato da Dio, raccorda la nostra storia con la sua – e ce ne apre l'accesso anche a noi, al suo seguito. In queste poche righe iniziali, Marco concentra in miniatura tutto il suo vangelo, fondato sulle due linee portanti del primo Patto: la prima, testimoniata da tutti i profeti fino a Giovanni stesso, è che l'uomo è il desiderio incompiuto di Dio, l'unica creatura ancora da finire, sempre assetata e affamata, alla rincorsa affannata di ciò che non è pane né acqua, perché ciò che può comprare con il denaro o la violenza non acquieta il suo cuore. La seconda è che il desiderio più grande di Dio è proprio di dissetare questa sua creatura privilegiata, che gli somiglia, e saziarla finalmente, dialogando con la sua libertà, rispettando e accudendo la sua debolezza mortale, offrendogli una vita nuova… Questo ha fatto nel suo Figlio che ha preso la nostra carne. Per cui il vangelo di Marco è proprio l'annuncio che questo evento tanto atteso è cominciato: principio del Vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio… come sta scritto in Isaia profeta!

La traversata della storia… nell'immersione battesimale

Questo desiderio di Dio aspettava dunque il tempo opportuno, la pienezza del tempo, per realizzarsi nella storia. Giovanni lo indica con la sua vita, incarnando in sé i simboli forti di tutta la storia d'Israele: la chiamata incontestabile di Dio ad annunciare il Messia in arrivo e insieme l'impotenza a seguirlo; l'immersione della gente nelle acque battesimali della penitenza, senza riuscire a trasformare il cuore; il cammino errabondo nel deserto della storia, guidati dalla nube oscura e luminosa, di un popolo sempre renitente, perché troppo esperto di quanto Dio dice al profeta "i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

…Ma "l'amore misericordioso del nostro Dio" (come secondo Luca lo definisce il padre di Giovanni) non demorde e riprende incessantemente nella storia l' invito assillante, che nei secoli ha rivolto al suo popolo, e in lui a tutta l'umanità:"O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite… Su, ascoltatemi e mangerete …. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna " Sul greto del Giordano, dove Giovanni battezzava, arriva il fiume di tutta la storia della Bibbia, nella catena infinita delle sue sconfitte e delle sue speranze, delle attese e delle frustrazioni. Il Figlio di Dio incarnato si immerge in questa storia, che viene dall'inizio dei tempi e porta a compimento gli antichi segni trasmessi dai patriarchi e dai profeti fino a Giovanni: la creazione rinasce dal caos oscuro delle acque, il diluvio è smentito per sempre dalla colomba di pace e la gente accorre al battesimo di Giovanni… l'evento nel quale si condensano ‑ in una voce, un figlio, una colomba ‑ i simboli intensi della Trinità, che per un momento squarciano le nubi e uniscono cielo e terra.

Egli vi battezzerà in spirito Santo

La comunità di Marco, come tutta la chiesa di allora e nei secoli, non ha dubbi che quest'Alleanza Nuova, già predetta dall'Antica, ha un valore non più simbolico e transitorio, ma eterno. E si è condensata in Gesù, a partire dal suo Battesimo, per esserci comunicata nel nostro battesimo! "Il Vangelo, che descrive il battesimo del Signore, fa aprire il cielo sulla sua obbediente partecipazione al battesimo di acqua, alla fine dell'Antico Patto, e fa librarsi lo Spirito sopra il battezzato, e il Padre lo dichiara suo figlio diletto, modello di tutti coloro che dopo di lui riceveranno il battesimo cristiano: tutti riceveranno lo Spirito dall'alto e saranno rigenerati a figli di Dio. L'acqua terrena non diverrà per questo dispensabile, ma coassunta nell'evento trinitario nel battesimo di Gesù: ciò che era finora simbolo diventa ora parte di un sacramento, anzi una parte insostituibile per ognuno che deve essere rigenerato dall'acqua e dallo Spirito, (Gv 3,5) per partecipare alla vita divina" (Balthassar).

Egli è colui che è venuto con acqua e sangue…

Certo, all'inizio non si era capito: il Battezzatore, nel vangelo di Marco, dice soltanto che sarà lo Spirito la discriminante dei due battesimi di acqua! Ma poi s'accorgeranno che non basta! Non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue, si distingue il battesimo di Gesù (e il nostro!). Non basta dunque l'acqua e lo Spirito, per essere figlio di Dio nella storia, ma lungo il cammino si rivelerà necessario anche il sangue. Il frutto supremo dell'amore al Padre e a noi sarà proprio il dono della vita, che gli sarà tolta sul patibolo maledetto. Sarà un centurione romano a concludere il senso "evangelico" del racconto di Marco, quando, "vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!». Occorreva dunque un terzo elemento, il sangue, che insieme con l'acqua sgorga dal cuore trafitto di Gesù crocifisso. Colui che era stato scelto come il figlio prediletto nel quale il Padre si è compiaciuto… era eletto (scelto) per la croce, perché solo là sarà del tutto compiuta la manifestazione e l' avveramento della sua avventura umana. Ora i tre (Spirito, acqua, sangue) insieme convergono concordi a testimoniare l'avventura umana di totale consegna del Figlio. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito (l'amore) è la verità. E qual'è questa testimonianza così vitale da esprimere tutta la tensione dello Spirito? È l'amore sconfinato che il Figlio, nei giorni della sua vita terrena, ha testimoniato al Padre, che per questo l'ha generato e l'ha mandato nel mondo "amato", a coinvolgere anche noi in questo loro circuito di comunione e appartenenza (chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato). Così ci è comunicata una vita nuova, cioè la capacità di un vivere nuovo, se accogliamo la sfida di una comunanza o alleanza nuova nello Spirito di amore, dentro la nostra storia quotidiana: la possibilità di sbilanciarsi verso il suo vangelo, il suo esempio e la sua amicizia; un'attitudine nuova che rovescia in benevolenza evangelica l'istinto di competizione… Tutto questo noi chiamiamo "fede cristiana", seminata nel nostro mondo e nel nostro cuore ancora mondano, per salvarcene: Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede! Il problema è di riconoscere che, pur in tutte le contraddizioni e le cadute, questa storia di salvezza, che, preannunciata dai profeti fino a Giovanni, con Gesù, ha fatto irruzione nel mondo, è interna al nostro cuore e alla storia dell'umanità. Testimoniata nelle Scritture e celebrata nella liturgia della chiesa, ha il suo punto di arrivo e il suo fine nell'esperienza spirituale di ogni fedele, che nel suo nuovo rapporto con Dio attraverso il mistero di Cristo, impara dallo Spirito a donare la vita per i fratelli, come ha fatto il maestro. E così non si contrappone al mondo e alla gente, ma alla logica perversa del mondo, e raccorda e unisce le due storie divise. E ne fa lungo i secoli una sola storia di salvezza, come non c'erano nel figlio dell'uomo e figlio di Dio due Gesù, ma uno solo, "che ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente di uomo, ha agito con volontà di uomo, ha amato con cuore d'uomo (Gaudium et Spes 22). E, in fila con noi suoi fratelli peccatori, si è fatto battezzare da Giovanni, attirando su noi tutti il compiacimento del Padre!

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