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sabato 20 ottobre 2007

Terre di mezzo

Ci sono città strane, che hanno subito lo scorrere del tempo iscrivendoselo dentro così a fondo che a passeggiarci dentro è come sfogliare un libro di storia.
In alto, di solito, c’è il borgo vecchio: il castello, la cattedrale, le strette vie selciate sulle quasi aprono i loro occhi le case di mille stili diversi, occhi smaniosi di mangiare ancora la vita che da duecento o più anni scorre inesorabile e distratta sotto le loro imposte. Più sotto, a valle, dove finivano un tempo i rifiuti portati dalla pioggia, è tutto uno sbarluccicare di tetti metallici, vetri e funghi artificiali alti sei, sette, otto piani, i nuovi formicai.
Se vi fermate a mezza costa e guardate le due città (che sono una solo nelle carte comunali), vi accorgereste quasi subito di quanto gli ultimi anni le abbiano duramente segnate. Il borgo storico lindo di un restauro artificiale che ridà lustro solo alle pietre senza riuscire a restituire la vitalità di cui sono affamati i suoi edifici (splendidi musei, nel migliore dei casi, e nulla più), la città nuova già sfiorita come un garofano sbocciato troppo presto ai primi caldi primaverili e che non ha saputo resistere alla calura estiva afflosciandosi, esangue, su se stesso.

Lo spettacolo lo trovo sempre molto istruttivo per noi abitanti delle terre di mezzo, fuggite con orrore dagli uni come dagli altri, ma che sono il confine sul quale siamo chiamati a combattere la nostra battaglia. Dove? Contro chi? Per fare cosa?.... le domande mi ronzano in testa, a tratti martellano, ma oggi voglio continuare a stare su questa panchina a guardarmi attorno e lasciarmi impregnare dai mondi che mi circondano (la calda sicurezza delle mura rosse del castello, la quiete silenziosa della chiesetta affacciata sul vicolo stretto, un cane che abbaia in un cortile; la forza del vetro-cemento, le auto che sfrecciano - puntine colorate - nella pianura, il fragore delle presse di quel capannone laggiù in fondo) aspettando che la sintesi mi nasca in cuore e renda ospitali le terre di mezzo che mi accolgono.

1 commento:

chia ha detto...

basta che su quella panchina non ci invecchi...

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