Pagine

ATTENZIONE!


Ci è stato segnalato che alcuni link audio e/o video sono, come si dice in gergo, “morti”. Se insomma cliccate su un file e trovate che non sia più disponibile, vi preghiamo di segnalarcelo nei commenti al post interessato. Capite bene che ripassare tutto il blog per verificarlo, richiederebbe quel (troppo) tempo che non abbiamo… Se ci tenete quindi a riaverli: collaborate! Da parte nostra cercheremo di renderli di nuovo disponibili al più presto. Promesso! Grazie.

sabato 28 novembre 2009

Le radici leghiste

L’ombra delle lobby
L’emendamento sopravviverà solo qualche ora. Inammissibile a prima vista, il Parlamento saprà respingerlo subito. Ma sarà durato comunque troppo. Il solo fatto che si proponga di limitare un diritto soggettivo come la cassa integrazione a lavoratori che pure hanno contribuito al relativo fondo – per la semplice ragione che sono nati altrove – appare aberrante. Di eccezione in eccezione, sul piano pratico, si rischia di smontare tutele e diritti. Fino a renderli nulli per tutti. Soprattutto, però, una tale proposta è espressione di quella mentalità che, nel compagno di lavoro come nel cittadino che ci passa accanto, non vede una persona ma un "qualcosa" diverso da sé. E non riconoscere nell’altro se stessi è l’aprirsi di un abisso nel quale tutto diventa possibile. in Avvenire.it

7 commenti:

'ntonia ha detto...

E' questo il mio timore. Come essere?
L'unico atteggiamento concreto è stare vicino e fra le persone, combattere le loro ingiustizie.
Qualcuno mi vuole dare spiegazioni sui gruppi missionari? Sui GIM? Dove sono, come si muovono?
Grazie

.Cecilia ha detto...

stare vicino e fra le persone, appunto, come scrivevi poi anche nell'altro commento.
la mia domanda invece è: come essere con chi le ingiustizie le commette?
se fosse un mio amico a commetterle?

prendere posizione con fermezza ma calma, sembrerebbe l'unica scelta possibile per non omettere quel che è in fondo è necessario riaffermare (per esempio la dignità dello straniero), ma al tempo stesso non chiudere o persino serrare le porte sul rapporto con l'altro.
eppure non sono ancora convinta che sia tutto qui.

'ntonia ha detto...

Ti assicuro che contro chi commette ingiustizie faccio MOLTA fatica ad essere calma o usare IRONIA. E' un mio limite, un mio peccato? Ma io non desidero diventare SANTA, desidero VIVERE come posso, quando posso con tutti i miei limiti, con tutta la mia passione, con tutta la mia energia.... fin quando, spero il mio Gesù mi darà la forza di essere e poi, in futuro, sarò costretta a cambiare dalla storia della mia vita.In questo periodo ti assicuro che mi accontento di piccole cose, piccolissime... come scaricare da internet una NOVENA PER L'IMMACOLATA e tutte le mattine recitarne un pezzettino per nove giorni e scoprire che è bello discorrere con la Nostra Madre.

.Cecilia ha detto...

ne sono certa, le tue parole in maiuscolo parlano chiaro.
lungi da me stabilire se il tuo atteggiamento va o non va, d'altronde anche volessi farmi un'opinione non ti conosco per nulla.
tieni presente comunque che la mia "proposta" non era un'indicazione generica e super-partes da affibiare ad altri, ma quel che personalmente mi viene più spontaneo pensare e fare - o almeno provarci.
il mio è un ragionamento, "tra me e me" ma anche aperto a chiunque abbia qualcosa da dire (altrimenti non l'avrei scritto), che muove dalle mie esperienze.
ed in particolare dal fatto che una persona a me molto intima mi ha da poco mostrato un suo modo di essere, che nemmeno consideravo potesse avere, non direttamente colpevole di ingiustizie di questo tipo ma... favorevole ad esse, o per essere più corretti connivente con esse.

non cerco una soluzione liofilizzata in poche righe, naturalmente, e come detto sopra anche questa - come la gran parte delle situazioni e persone - non si può valutare restandone estranei.
ma ci sono esperienze che, ognuno a modo suo, tutti o quasi tutti facciamo perché ricorrono nella vita.
ed allora non mi sembra inutile citarle qui: male che vada mi farà sentire un po' alleggerita :)

Mario ha detto...

Molto interessante, cara Cecilia, quel che scrivi… e direi alquanto “cristologica” la tua sensibilità! E personalmente la condivido e credo che debba essere sempre presente al nostro spirito.

Il cristiano infatti non ha nemici, nemmeno in politica (ed in economia e … in amore, ecc. ecc.). Cosa di cui molti sembrano oggi scordarsi (se li avesse, non sarebbe più cristiano). È proprio per questo che ci sentiamo “costretti” (cfr Mc 1,12; 2Cor 5,14) a ribadire quella forma concreta di attuazione della novità evangelica (vedi come sono bravo a evitare la parola – abusata – “valori” dove c’è il rischio che ciascuno ci metta quel che gli aggrada e conviene!) che si chiama “accoglienza” (cfr a.e. Lc 15,2…) anche quando l’altro “puzza” (moralmente, economicamente, socialmente…).

“Dopo” (è una “temporalità” evangelica non “spaziale”) aver preso quindi le difese della vittima, e cercare di smantellare quelle che Giovanni Paolo II chiamava – nella (censurata e dimenticata dalla stessa Chiesa) Sollicitudo rei socialis, – “strutture di peccato” (se possibile fin dal loro nascere legislativo), occorrerà prendersi cura del “boia” per “smantellarle” nel cuore stesso dell’uomo… facendoselo “amico”, fratello (se non lo è già o proprio perché lo è da tempo…).

I modi sono tanti, l’arte della “seduzione” (cfr Geremia 20,7) non vi è indifferente… E quando tutto sembra perduto, ne resta sempre “un altro ancora” (il Vangelo ne mostra alcuni)… fino a quello che si “rivela” con tutta evidenza con l’agire concreto di Gesù che si fa Agnello: lasciarsene ferire senza mai ferire – e chiederne semmai “ragione” (cfr Gv 18,23) – per condividere il destino della vittima. Solo da “lì” infatti la difesa della vittima diventa “reale” e capace di salvare anche il carnefice. Ed è evidente – almeno per me – che questo non è possibile senza lasciarLo agire in noi… E per fare questo ci vuole una vita… ammesso che basti!

.Cecilia ha detto...

"sollecitudine per le cose sociali"... molto bello, diverso dal fare di ogni istanza di giustizia sentita profondamente un politicismo.
e spesso sembra di non poter nemmeno esprimere un "pio desiderio" senza esser tacciati di fare politica, e di quella bieca!

condividere il destino della vittima è una cosa tutta da fare, prima di iniziare anche solo a grandi linee a capirla.
vicino a quell' "accoglienza" io ci metterei "testimonianza", e siamo già di un passo più vicino all'obbiettivo.

mi sembra di avere più di qualche chance in questo. ma ciò che mi occorre maggiormente ora è raccogliere pazienza, e fare silenzio. c'è qualcosa che deve sedimentare, da qualche parte... anche fuori da me, credo.
non per nulla sto lavorando e passando il resto del tempo per conto mio. uhm.

Sam ha detto...

In questi giorni leggo di continuo sui giornali di episodi preoccupanti: un extracomunitario ucciso perchè pretendeva il salario arretrato, un altro rinviato al paese d'origine come clandestino perchè (pur pagando le tasse) dichiarava un reddito "insufficiente", da ultimo ministri della repubblica e giornali finanziati con soldi pubblici che offendono ed insultano il card. Tettamanzi, "reo" di aver chiesto nella sua omelia maggiore tolleranza ed accoglienza per l'"altro"...questo mi causa molta tristezza e mi preoccupa molto. Mi sembra che si stia imboccando una strada pericolosa ed anche "già vista", di cui conosciamo i tristi risultati...

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

I più letti in assoluto

Relax con Bubble Shooter

Altri? qui

Countries

Flag Counter