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martedì 17 febbraio 2009

Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me

È proprio rimasta nel cuore della giovane Chiesa questa pagina del vangelo di Marco (10, 46-52) e poi ha via via accompagnato anche lungo il cammino della comunità cristiana i passi importanti, ha dato origine, proprio questo brano di Marco, ad alcuni passaggi molto belli e preziosi della tradizione catecumenale della Chiesa. E perché? Forse i segni più evidenti sono da una parte scorgere che il senso di questa pagina non è primariamente quello di dire la premura di Gesù per un povero - certo, è evidentissimo, lo manda a chiamare, dice a loro di accompagnarlo - ma è quello di manifestarsi nella sua identità più profonda, tant’é che parla di fede, perché “adesso che mi hai visto, adesso che sei tornato a vedere, adesso riponi una fiducia vera in me”, il cammino della fede, appunto. Ma poi, ed è molto bella questa annotazione, perché proprio questo brano consegna una di quelle preghiere “Figlio di Davide, abbi pietà di me”, che sono divenute anche le preghiere intense dei poveri, di chi magari non saprebbe pregare diversamente, perché povero, perché la sua vita è travagliata, perché neppure ha il tempo per la preghiera. Nella grande tradizione russa quanto era incoraggiata questa invocazione come preghiera quotidiana, tuttora, ma è ancora bello trovare anche oggi persone, uomini e donne, che questa invocazione “Figlio di Davide, abbi pietà di me” l’hanno davvero quotidianamente a cuore. Qualcuno quando celebra la Riconciliazione dice proprio questa preghiera come atto di pentimento, una preghiera intensa, un’invocazione accorata. C’è anche un ultimo aspetto che la Tradizione spirituale della Chiesa ha messo in grande risalto, proprio nella parte finale, le ultime parole : “subito vide di nuovo”, è tornato a vedere, la gioia del vedere, “e lo seguiva”, ecco, termina con una sequela, con una scelta di sequela, perché quell’incontro non è stato solo il garantirsi di un dono eccezionale - tornare a vedere - ma è stato soprattutto il riconoscere un Maestro, e allora non basta tornare a casa con la proprio gioia, occorre dirgli: “Adesso io ti seguo, Signore, lungo la strada”. Ecco, stamattina il Signore ha preparato per noi questo pagina, perché dia luce e forza e speranza alle ore di questa giornata, perché alimenti la nostra preghiera. “ Signore abbiamo tante ragioni per invocare il dono del tornare a vedere, tante ragioni, e te le affidiamo con l’ implorazione del figlio di Timeo, Bartimeo, “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”.
don Franco Brovelli, omelia al Carmelo di Concenedo, 17 feb ’09

1 commento:

'ntonia ha detto...

Quale pagina del vangelo non è avvolgente? Sono molto sincera, sono circa sei anni, un tempo breve, troppo breve per poterlo testimoniare con citazioni, ecc. Cerco di testimoniare la lettura, abbastanza frequente, con la mia vita quotidiana concreta, fatta di tanti aspetti che alcune volto cozzano gli uni con gli altri.
E' vero che nella Riconciliazione VERA la tua supplica è : Signore Gesù Cristo Abbi Misericordia Di Me. Ma chi si avvicina OGGI ad una riconciliazione così? Oppure: quanti nelle nostre comunità DISTRATTE anche dal clamore di tante notizie, seguono un cammino serio di avvicinamento a Gesù nel vangelo?
Pensiamo sempre di essere a posto, di non aver bisogno della Misericordia vera del Signore, siamo a posto e possiamo indirizzare gli altri ad essere come noi. Ed invece, mi sembra di ricordare che il Signore Gesù Cristo ci ama perchè siamo tutti UNICI E DEGNI DI ESSERE AMATI ai suoi occhi. Solo quando tu hai sperimentato su te stessa il suo amore, la sua vicinanza reale quotidiana, fatta di tanti piccoli segni, "scintille" di vita, forse puoi testimoniare qualcosa agli occhi dei tuoi "vicini".

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