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sabato 7 febbraio 2009

Il destino: tutto è già scritto?

Un’amica mi ha detto: “Non si scappa al proprio destino” e poi penso alle catastrofi naturali, agli incidenti aerei, automobilistici…: alcuni si sono salvati, altri no! Se tutta la nostra vita è decisa fin dall’inizio, perché, per esempio, pregare per una guarigione?

Le domande che ponete superano ogni mia capacità di risposta esaustiva… nondimeno vorrei proporvi un excursus: che senza dare delle risposte, possa essere forse di chiarimento alle vostre domande… Queste infatti suppongono un Dio molto lontano dal nostro mondo, oltre la nostra storia, incombente su essa. Un Dio che, quasi deplorando d’averci creati liberi, ci manipolerebbe come farebbe un manovratore di burattini. Ma un Dio così non ha niente a vedere col Dio della Rivelazione biblica.

In quanto lettore della Bibbia, non posso credere che l’eternità di Dio gli vieti di vivere il tempo degli uomini, o almeno di viverlo come gli uomini. Sarebbe paradossale che Dio subisse limiti e divieti che ne impediscano, perché eterno, di accompagnare la storia degli uomini. Ch’egli sia cioè, in qualche modo, incapace di vivere con noi il nostro tempo umano.

Il Dio dell’Alleanza si rivela sempre “prossimo” al nostro tempo e alla nostra storia. Del tempo di ciascuno e di ciascuna delle nostre storie. È ben diverso da quel Dio che fisserebbe in anticipo per noi un “destino” a cui non potremmo sottrarci. Che sceglierebbe, ad esempio in un autobus, chi deve sedere “al posto del morto”! No, è il caso che ha messo l’uno a questo posto e l’altro al suo fianco.
E allora possiamo chiederci come la vicinanza di un Dio vivente con noi la nostra storia giorno dopo giorno, possa coesistere con la “prescienza divina”?

Ebbene io sono completamente incapace di rispondere a una tale questione. Ciò che ho appreso da Gesù Cristo incarnato è che la sua divinità non gli ha impedito di vivere una vera storia umana con tutto quel che essa comporta di indeterminatezza. Quando egli ha detto, riferendosi alla fine dei tempi, ch’egli non conosce “né il giorno né l’ora” (Mt 24,36), dice il vero. Ma in questa stessa ignoranza, Gesù è l’immagine e la rivelazione del Padre che ama e rispetta il tempo degli uomini. L’Amore infinito rispetta infinitamente l’umanità che ha creato libera.

Michel Souchon, gesuita
in collaborazione con “Croire aujourd'hui
(mia traduzione e libero adattamento)

2 commenti:

'ntonia ha detto...

L'Amore infinito rispetta infinitamente l'umanità che ha creato. Per me, il nostro destino lo creiamo noi. Con le nostre scelte o non scelte, l'agire o non agire, il silenzio o il parlare, l'ascolto o non ascolto, il credere o il non credere, la solitudine o la moltitudine.
Le calamità naturali sono sempre esistite, anche la natura cambia e noi cooperiamo affinchè peggiori.
La malattia, la sofferenza sono insite nel nostro vivere. Prima o poi le incontreremo. Possiamo allungarla la vita, "migliorarla" (ci sarebbe molto da discutere) ma ci troveremo NUDI e PICCOLI di fronte all'accettazione del Mistero della Nostra VITA per LUI.

danila ha detto...

Certamente Dio non ha in mano i fili della nostra vita, anche se presumo conosca ogni cosa di noi, dalla nascita alla morte essendo Egli immerso nell'eternità (passato-presente e futuro ne sono un parziale sintomo) e conoscitore di ogni cosa. Ma non è Lui che decide quando recidere il filo della nostra vita.Direi piuttosto che sa quando si spezzerà, e come avverrà, poichè la nostra vita è legata indissolubilmente con il Creatore, essendo noi creature. Ci ha lasciati veramente liberi e lo si intuisce dal Salmo 90 che cita "insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore". Ma quell"insegnaci" presuppone una preghiera. E' necessario pregare per rimanere in contatto con Lui, e se la preghiera proviene dal profondo, Lui ascolta ed esaudisce. Può sembrare un caso, ma caso non mi pare: mia nonna ha sempre pregato per la buona morte, avendo paura di morire di morte violenta (incidenti vari) o di morte dolorosa. Se ne è andata quasi novantenne, dopo aver chiacchierato con la vicina di letto all'ospedale, lucidamente, e con una sua figlia, dopo di chè ha detto "ora sono stanca, mi faccio una dormita" . Ha chiuso gli occhi ed è spirata. Il Signore l'ha esaudita. E' un caso? Beh, se è un caso, allora anche il Padre lo è? Il Padre tiene ai suoi figli, li ascolta e li ama. Spero solo di avere la stessa fede di mia nonna!

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